skip to Main Content

Green Pass Germania

Come funziona il green pass in Germania

Green pass alla tedesca, contagi in crescita, deficit statale pure (più spese e meno entrate fiscali), polemiche sul prolungamento dello stato di emergenza. Tutte le ultime novità in Germania.

 

Con i nomi ci si può sbizzarrire. Il green pass in Germania si indica con un acronimo, tanto per semplificare le cose in una lingua difficile: 3G. Piccola lezione grammaticale: la G sta per il prefisso “ge” che si inserisce davanti alla radice del verbo per indicarne il participio passato. In questo caso segnala tre categorie: vaccinati (geimpft), guariti (genesen), testati (getestet). Le 3G indicano la porta verso la nuova normalità ai tempi del covid. Di fatto reintrodotta all’inizio di questa settimana, questa regola consente a chi ha completato il ciclo vaccinale, a chi è guarito dal covid o a chi può mostrare un tampone negativo fresco di giornata l’ingresso nei locali interni di un ristorante o un caffè, la visita di un museo, la partecipazione a manifestazioni al chiuso, l’attività in palestre o centri di fitness, il taglio dei capelli da un parrucchiere o l’ingresso in altri esercizi commerciali dove è richiesto un contatto fisico.

3G E 2G, IL GREEN PASS DEI TEDESCHI

Si chiama 3G ma è la stessa cosa del green pass. Ha lo scopo diretto di restituire a chi non ha avuto timori del vaccino una vita più normale possibile. E quello indiretto di spingere i refrattari a raccogliere l’offerta ormai diffusa del vaccino: di penuria non si parla più, nei centri o negli ambulatori sono a disposizione tutte le dosi possibili. Da qui la stretta nei confronti di chi non si vaccina. Dalla metà di ottobre i tamponi non saranno più gratuiti, come adesso che sono rimborsati dallo Stato e quindi a carico dell’intera collettività. Un ulteriore incentivo a vaccinarsi.

Ad Amburgo, l’amministrazione ha deciso di girare la vite ancora un po’ e di introdurre la regola del 2G: accessi liberi solo a vaccinati e guariti, un tampone negativo non basta più. Molti temono (o sperano, a seconda della prospettiva) che in caso di ulteriore peggioramento della situazione pandemica, la scelta di Amburgo venga copiata da altre regioni (il federalismo resta la via maestra nel contrasto al covid).

RISALGONO I CONTAGI

La regola del 3G è stata reintrodotta all’inizio di questa settimana, sulla spinta della ripresa dei contagi. Il dato più recente fornito dal Koch Institut (mercoledì 25 agosto) segnala 11.561 nuovi casi giornalieri, 3.260 in più rispetto a una settimana prima e 39 morti. L’incidenza settimanale (numero di nuovi casi in 7 giorni per 100.000 abitanti) è salita al 61,3% a livello nazionale, con punte di oltre il 100% in Nord Reno-Vestfalia (per la gioia del candidato dell’Unione Armin Laschet, presidente di questa regione, che rischia di trovarsi di fronte a una nuova emergenza in piena campagna elettorale). Era precipitata al 7% ad inizio luglio, quando molte misure restrittive erano state allentate (ma non quella del 3G nei locali interni e l’obbligo di mascherina nei negozi e sui mezzi pubblici). I medici temono che anche il numero dei decessi sia destinato a salire, con il solito ritardo di 15-20 giorni rispetto al numero dei contagi. Si parla di una ondata dei non vaccinati, sottolineando i numeri relativamente bassi dei casi di covid fra i vaccinati (tra i quali prevale anche un andamento lieve della malattia).

DEFICIT RECORD DALLA RIUNIFICAZIONE

Ora che i numeri tornano a salire con l’arrivo dell’autunno, le maglie si stringono di nuovo: la strategia mira anche a evitare nuovi lockdown generalizzati come quelli delle precedenti ondate. Parte dell’economia faticherebbe a reggerli.

Le misure finanziarie per contrastare la crisi economica scatenata dalla pandemia associate al conseguente crollo delle entrate fiscali hanno fatto impennare il deficit del bilancio statele e il monte dei nuovi debiti. Secondo gli ultimi dati forniti dalle agenzie governative, nei primi 6 mesi del 2021 la differenza fra entrate e uscite del bilancio di Stato ha registrato un -4,7 del Pil. Si tratta del secondo dato semestrale più alto per la Germania dai tempi della riunificazione.

CONTERANNO I NUMERI DELLE TERAPIE INTENSIVE

Gli ultimi numeri di giornata arrivano dal fronte della vaccinazione. Il 59,2% della popolazione ha completato il ciclo e risulta completamente vaccinato: sono 49,2 milioni di tedeschi. A questi vanno aggiunti 4 milioni cui è stata somministrata solo la prima dose. Il ministro della Sanità Jeans Spahn ha fornito anche un dato globale: in tutto il mondo sono stati finora somministrati 5 miliardi di vaccini.

Spahn ha confermato che il governo sta studiando una scala diversa rispetto all’incidenza settimanale alla quale agganciare l’eventuale restringimento delle misure. Il motivo è che la campagna di vaccinazione tutela una buona parte della popolazione, pesando di meno sulle strutture ospedaliere. Molto di più conterà la situazione nelle terapie intensive e sarà questo il termometro che indicherà il vero surriscaldamento della situazione. C’è però chi teme (medici ed esperti) che in questo modo la curva dei contagi possa andare fuori controllo, perché il peso sugli ospedali si riversa con 2-3 settimane di ritardo.

VERDI E LIBERALI (OLTRE AFD) CONTRO PROLUNGAMENTO STATO EMERGENZA

Infine il dibattito politico, infiammato dalla campagna elettorale in corso. Liberali, Verdi ed estrema destra di Afd si sono detti contrari all’intenzione dell’esecutivo di prolungare lo stato di emergenza. Il governo non ha fornito prove sufficienti che indichino il rischio di un carico eccessivo delle strutture ospedaliere, unica motivazione giuridica che può essere alla base del prolungamento dell’emergenza, ha detto il vice presidente dei liberali (Fdp) Kubicki. E anche per i Verdi, nel computo dei numeri che si prendono in considerazione deve esser preso in considerazione quello crescente dei vaccinati: la pandemia non è finita, bisogna restare vigili, ma è ormai necessario valutare nuovi indicatori, ha chiosato la capogruppo al Bundestag Göring-Eckardt.

Back To Top