Si è tenuta la ventunesima edizione di RomaCuore, manifestazione partecipata dalla comunità medica romana. Una tre giorni durante la quale medici e specialisti hanno dibattuto sulle novità cliniche e scientifiche, sull’evoluzione delle rispettive professioni e sul contrasto a malattie e vizi che caratterizzano la società moderna. Ampio spazio è stato dato al tema del contrasto al fumo.
PIU’ EMPATIA NEL RAPPORTO MEDICO – PAZIENTE
I professionisti hanno individuato i limiti degli attuali trattamenti nel tentativo di comprendere assieme margini di miglioramento. Secondo Silvio Festinese, coordinatore cardiologo della Asl Roma 1 e coordinatore della Cattedra di Farmacologia dell’Università Unicamillus di Roma, “il poco tempo che dedichiamo all’abitudine tabagica dei nostri pazienti è una nota dolente – ammette Festinese – Il tabagismo necessita di più di empatia nel rapporto medico-paziente, uno o due minuti sono davvero insufficienti così come le domande estemporanee ‘quante sigarette al giorno fuma?’, e ‘da quanto tempo?’”.
Per Festinese “il gold standard è che il fumo fa male, ed è ormai acclarato che per la nostra salute non bisogna fumare. Il consumo della nicotina è un fattore di rischio. Però, evidenze precise pubblicate su autorevoli riviste internazionali ci dicono che è la modalità del consumo di nicotina ad essere la vera causa del danno, non solo cardiovascolare ma anche oncologico. Infatti è la combustione che libera decine di sostanze tossiche e cancerogene che determinano poi il danno cardiopolmonare”.
LA RIDUZIONE DEL RISCHIO
Il simposio capitolino è stato anche l’occasione per affrontare il tema del principio della riduzione del rischio, appoggiato da buona parte della medicina ma contrastato a livello comunitario dal legislatore.
L’AIUTO OFFERTO DAI PRODOTTI SENZA COMBUSTIONE
“Da quanto sappiamo oggi scientificamente la cosa migliore per tutti è non fumare. Tuttavia, esiste una grandissima parte di fumatori che non riesce a smettere. Basti pensare che a sei mesi da un infarto quasi la metà di coloro che smettono ricominciano. Per queste persone è molto utile il principio della riduzione del rischio, cioè se non smettono di fumare possono passare a prodotti senza combustione, i quali hanno minore emissione di sostanze nocive, che sappiamo fino a oggi diminuisce il rischio di avere malattie collegate al fumo”, ha spiegato Dimitri Richter, president of the Council of Cardiology practice at European Society of Cardiology (Esc).
IL RUOLO DELLA NICOTINA
“Questi prodotti – ha aggiunto Richter – contengono nicotina e la nicotina non sembra essere la causa fondamentale dell’aterosclerosi legata al fumo, determinata invece da oltre 2000 sostanze che vengono emesse quando accendiamo una sigaretta. La nicotina, quindi, non è la causa fondamentale del danno da fumo”.
L’ESEMPIO GRECO
“La Grecia – ha chiosato il president of the Council of Cardiology practice at European Society of Cardiology – ha già emesso un decreto che riconosce i dispositivi senza combustione come prodotti che riducono l’emissioni di sostanze nocive – conclude – Altri Paesi, anche in Europa, non lo hanno fatto e il consumatore senza Linee guida ufficiali resta così privo di indicazioni”.