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Leucemia Berlusconi

Berlusconi, cos’è la leucemia mielomonocitica cronica e come si cura

Il bollettino sulle condizioni di salute del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, parla di infezione polmonare e leucemia mielomonocitica cronica, la stessa che recentemente ha colpito anche lo scrittore Alessandro Baricco. Ecco di cosa si tratta, quali sono le terapie disponibili e gli effetti collaterali

 

Il primo bollettino medico emesso dall’ospedale San Raffaele di Milano a firma dei professori Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri in merito al ricovero in terapia intensiva da mercoledì scorso del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, parla di leucemia mielomonocitica cronica (LLMC) e infezione polmonare.

Ecco che cos’è e come si cura.

I DIVERSI TIPI DI LEUCEMIA

Il termine “leucemia”, come spiegato a Repubblica dal professor Claudio Cerchione, dirigente medico ricercatore presso la Divisione di Ematologia dell’Istituto romagnolo per lo studio dei tumori Dino Amadori e presidente della Società italiana di oncoematologia, “deriva da ‘sangue bianco’, ad indicare l’eccesso di globuli bianchi che si riscontra in queste patologie, tra cui differenziamo forme acute, ad insorgenza improvvisa e devastante, e forme croniche, a decorso molto spesso più indolente e subdolo”.

COS’È LA LEUCEMIA MIELOMONOCITICA CRONICA

“Tra le leucemie croniche – prosegue il professore – c’è la mielomonocitica cronica, un raro tumore del sangue, non ereditario, che colpisce le cellule staminali del midollo osseo e insorge generalmente fra i 50 e i 70 anni”.

Secondo quanto riportato dall’Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma (Ail), è la più frequente delle sindromi mielodisplastico-mieloproliferative ed è una malattia caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi detti monociti.

La sua incidenza annuale stimata è di 1,0 ogni 100.000 persone.

FORMA DISPLASTICA E FORMA PROLIFERATIVA

La LLMC, prosegue l’Associazione, può presentarsi in una forma displastica, in cui prevalgono anemia e neutropenia, oppure in una forma proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi. Vi è sempre un eccesso di monociti nel sangue e nel midollo e un numero variabile di cellule immature (blasti).

“Da una parte si verifica una proliferazione eccessiva di alcune cellule del sangue, dall’altra una loro maturazione anomala. Il soggetto – ha affermato Cerchione – può manifestare un aumento dei globuli bianchi in modo più o meno grave, e in particolare un aumento dei monociti […] Spesso il paziente scopre di avere la malattia magari proprio partendo dal riscontro di anemia, stanchezza improvvisa, emorragie o infezioni ricorrenti”.

COME SI CURA

Il trapianto allogenico di cellule staminali, spiega Ail, è l’unico trattamento con potenzialità curative, ma in molti casi, come in quello di Berlusconi, è di difficile attuazione per età e comorbidità. È stato, invece, scelto di recente per curare lo scrittore Alessandro Baricco.

In alternativa, se il trapianto non è praticabile può essere impiegata l’azacitidina e, nei casi proliferativi, l’idrossiurea per controllare la conta dei globuli bianchi; mentre in presenza di anemia, nei pazienti a basso rischio può essere utilizzata l’eritropoietina.

“Ci sono farmaci demetilanti che consentono di contenere questa proliferazione di globuli bianchi, o leucocitosi. La cura nel paziente cronico che non ha altre gravi patologie – ha precisato Cerchione -, si può immaginare sul lungo periodo, senza necessità di ricovero”.

EFFETTI COLLATERALI

Il professore ha poi aggiunto però che queste terapie hanno effetti collaterali e, per esempio, in caso di neutropenia, ovvero di diminuzione del numero di uno dei cinque tipi di globuli bianchi che circolano nel sangue periferico, e dunque di un indebolimento del sistema immunitario, possono seguire diversi rischi di infezione, tra i quali la polmonite.

“L’evento infettivo – riferisce il bollettino sulle condizioni di Berlusconi – si inquadra nel contesto di una condizione ematologica cronica di cui Egli è portatore da tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta”.

LA TERAPIA ADOTTATA PER BERLUSCONI

“La strategia terapeutica in atto – prosegue la nota – prevede la cura dell’infezione polmonare, un trattamento specialistico citoriduttivo mirato a limitare gli effetti negativi dell’iperleucocitosi patologica e il ripristino delle condizioni cliniche preesistenti”.

Sebbene l’attenzione dei medici resti alta circa l’infezione polmonare, fin dall’arrivo per il ricovero, Berlusconi si è sottoposto a un tipo di chemioterapia di ultima generazione che agisce sul Dna e utilizza appunto agenti demitilanti.

Tali farmaci, ha detto Chiarone all’Ansa, servono a ripristinare “il corretto funzionamento del Dna consentendo al midollo osseo di riprendere la normale produzione di cellule del sangue, sopprimendo l’azione delle cellule cancerose” e “non hanno grossi effetti collaterali e sono di solito ben tollerati”.

Nella fase cronica, quella che interessa Berlusconi, “i trattamenti danno buone speranze si stabilizzazione e si può evitare un peggioramento. La malattia può essere cioè mantenuta sotto controllo anche per lungo tempo e con una buona qualità di vita”.

L’ACUTIZZAZIONE DELLA LEUCEMIA

Non è il caso del numero uno di Forza Italia, ma quando la leucemia cronica secondaria si acutizza (come accaduto all’ex calciatore Sinisa Mihajlovic), la prognosi, secondo quanto affermato da Cerchione, “è infausta” perché la risposta ai trattamenti disponibili diventa “scarsa” e, inevitabilmente, “i tempi si accorciano”.

L’obiettivo dei farmaci demetilanti, chiarisce il professore, “è proprio quella di evitare appunto la progressione della malattia”.

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