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Efficacia Vaccini Biden Covid

Tutto sui vaccini anti Covid che arriveranno in Italia

Tutti i vaccini anti Covid che arriveranno in Italia. Il post di Enrico Bucci, Ph.D. in Biochimica e Biologia molecolare, professore aggiunto alla Temple University di Philadelphia, autore del libro “Cattivi scienziati”

Secondo quanto annunciato dal ministro Speranza il 2 dicembre, questi sono i contratti che l’Italia ha firmato per procurare il vaccino alla popolazione:

• 40,38 milioni di dosi da AstraZeneca;
• 53,84 milioni da Johnson&Johnson;
• 40,38 milioni da Sanofi;
• 26,92 milioni da Pfizer-BioNTech;
• 10,8 milioni da Moderna;
• 30,3 milioni da CureVac.
Qual è lo stato di sviluppo di questi vaccini?

Il vaccino di Astra Zeneca, come sappiamo, ha avuto una vita travagliata durante lo studio di fase 3, a causa di errori di dosaggio in un sottoinsieme di vaccinati e anche a causa di problemi di produzione, che hanno reso il periodo di tempo intercorso fra prima dose e richiamo molto variabile e anche molto più lungo del previsto. Vi sono altri problemi tecnici, ma soprattutto la soglia di protezione migliore (90%) sembra raggiungersi proprio con il dosaggio erroneo, per cui si dovrà ripetere uno studio di fase 3 calibrato per quella dose.
Il vaccino di Johnson&Johnson è in fase 3; lo studio più grande è negli USA, dove il numero di persone arruolate è stato appena diminuito da 60.000 a 40.000, grazie al fatto che il virus circola a livelli tali in quel paese da essere ragionevolmente certi che un numero sufficiente di infezioni si raggiungerà anche nel campione più piccolo.  Per ora, quindi, non sappiamo ancora nulla circa l’efficacia di questo vaccino.

Il vaccino di Sanofi ha dato risultati deludenti: nello studio di fase 3, non è risultato protettivo per chi ha più di 49 anni, probabilmente a causa di dosaggi troppo bassi. Di conseguenza, un nuovo studio di fase 3 è in preparazione, e bisognerà aspettare molti mesi in più per sapere se questo vaccino ha una chance. 

I due vaccini a Rna di cui sappiamo di più, Pfizer e Moderna, hanno finora dato i risultati migliori in termini di efficacia e fra questi quello di Pfizer è stato già approvato da due diverse autorità regolatorie (in Uk e in Canada) ed è in dirittura di arrivo l’autorizzazione FDA (con un voto favorevole di ieri di 17 a 4 dei membri del pannello che ha esaminato i dati, si veda qui…). Tuttavia, questi vaccini sono anche i più reattogenici e quelli con maggiori difficoltà logistiche, associate alla necessità di una catena del freddo che garantisca depositi per lo stoccaggio a -80° (Pfizer) o -20°(Moderna), oltre al fatto che, una volta scongelati, questi vaccini non durano molto e devono essere somministrati subito.

Il vaccino di CureVac, l’azienda tedesca che Trump tentò senza successo di acquistare, è un vaccino a Rna simile a quelli di Pfizer e di Moderna. Tuttavia, l’azienda ha dichiarato una stabilità a temperature molto più alte degli altri due vaccini a Rna; se quindi questo vaccino risulterà efficace in fase 3, avrà gli stessi vantaggi logistici dei vaccini tradizionali, pur essendo un prodotto innovativo a base di RNA. Il problema è che, per il momento, sappiamo poco della sua efficacia.
A questo punto, possiamo contare sull’arrivo all’inizio dell’anno prossimo solo del vaccino Pfizer, e forse poco dopo di quello di Moderna; per gli altri, bisognerà attendere di più, ed è bene prepararsi ad una campagna vaccinale “a singhiozzo”, che potrebbe divenire una realtà se i diversi ritardi accumulati e le quantità di dosi acquistate non cambieranno.

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