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tanatoprassi

A cosa serve e chi produce il farmaco usato per la tanatoprassi di Papa Francesco

Come già accaduto con le spoglie dei pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, anche per conservare la salma di Papa Francesco è stata effettuata la tanatoprassi utilizzando il Fluytan, una soluzione fissativa che ha sostituito la formalina. Tutti i dettagli sul suo inventore e sull'azienda che la produce

 

Pratica già utilizzata per i pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, la tanatoprassi è stata eseguita anche nel caso di Papa Francesco per conservarne la salma. In passato veniva usata la formalina ma, ritenuta cancerogena a partire dal 2004, è stata sostituita dal Fluytan, una soluzione prodotta dall’azienda Italtan, fondata da Andrea Fantozzi che per primo ha portato questa tecnica in Italia.

COS’È LA TANATOPRASSI

Come spiega il sito dell’Istituto nazionale italiano di tanatoprassi, tale pratica – da non confondere con l’imbalsamazione permanente – non è solo un trattamento post-mortem che consiste nella cura igienica di conservazione del corpo dopo la morte, ma è soprattutto un trattamento che ha lo scopo di realizzare un processo altamente igienico nel settore funerario e cimiteriale.

COME SI ESEGUE

Attraverso un’iniezione nel sistema arterioso di un fluido conservante e una serie di cure estetiche che consentono di conservare un’immagine integra, la tanatoprassi evita per alcune settimane il processo di decomposizione. L’aspetto, infatti, rimane intatto in qualsiasi tipo di ambiente dai 10 ai 15 giorni prima della sepoltura.

Inoltre, con il trattamento viene garantito il naturale ritorno in polvere del corpo in un tempo massimo di 10 anni, mentre solitamente ci vogliono circa 40 anni e in alcuni casi anche 80.

La tanatoprassi, osserva l’Istituto, è anche una pratica utile per la medicina legale in quanto, fermando la decomposizione, è più semplice eseguire le indagini. Inoltre, aiuta anche a conservare meglio il Dna.

CHI L’HA PORTATA IN ITALIA

In Italia, il pioniere di questo trattamento è Andrea Fantozzi, originario di Capistrello, in provincia dell’Aquila. Considerato massimo esperto di tanatoprassi da università e istituzioni, nel 2005 si era già occupato insieme a un’équipe di medici delle spoglie di papa Giovanni Paolo II e nel 2023 di quelle di Benedetto XVI.

Ad Avezzano, sempre vicino al capoluogo abruzzese, Fantozzi dopo un percorso che ha inizio nel 1990 con la creazione dell’Associazione italiana di tanatoprassi (Assotan), di cui è presidente e fondatore, ha fondato nel 1995 anche l’Istituto nazionale italiano di tanatoprassi (Init).

Tra gli altri nomi noti di cui si è occupato l’Istituto figurano Luciano Pavarotti, Rosa Carniato Benetton, Nicole Bulgari ed Enzo Jannacci. All’estero uno dei casi per cui è stata sicuramente praticata è Pelè.

L’AZIENDA E LA SOLUZIONE DIETRO ALLA TANATOPRASSI

Fantozzi è anche presidente di Italtan, azienda che dal 1990 sviluppa prodotti destinati oltre che alla tanatoprassi, a case funerarie, ospedali e alle onoranze funebri, come sale fredde, tavoli autoptici, sistemi di rilevamento morte apparente e celle frigorifere componibili per salme.

Ma tra le invenzioni di cui va sicuramente più fiera c’è il Fluytan, che ha ottenuto il brevetto europeo. “Il nostro – spiegò Fantozzi all’Ansa per la morte di Benedetto XVI – è un trattamento che consente di avere una cura altamente igienica, nonché di garantire un aspetto più presentabile dei corpi”.

Questa soluzione fissativa per conservare le salme può essere usata sia per un trattamento meno invasivo sia per uno con l’iniezione del fluido nel corpo: “In questo modo – ha proseguito l’esperto -, contrariamente a quanto avveniva con la formalina, non c’è neanche la necessità di recuperare tutto il sangue, come avveniva prima”.

Nel negozio online dell’azienda, tra gli altri, sono presenti un Kit Fluytan per la conservazione di base a 1.200 euro e uno per la tanatoprassi a 4.600 euro.

COSA DICE LA LEGGE

Sebbene la tanatoprassi sia legalmente autorizzata in molti Paesi europei e si stia diffondendo rapidamente, pur essendo arrivata in ritardo rispetto agli Stati Uniti, dove è praticata sulla quasi totalità delle salme, in Italia, il Regolamento di Polizia Mortuaria prevede precise disposizioni per l’imbalsamazione ma nulla per la tanatoprassi, per cui comunque esiste uno specifico Ordine nazionale dedicato ai tanatoprattori.

Come ha ricordato anche Fantozzi, nel nostro Paese “al momento viene utilizzata solo in casi eccezionali”. Ecco perché Italtan lavora infatti “molto sugli stranieri che muoiono in Italia in attesa del rimpatrio nei loro rispettivi Paesi”.

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