Il candidato vaccino 5-in-1 di Gsk contro cinque sierogruppi di meningococco che causano la malattia meningococcica invasiva (IMD), una delle principali cause di meningite e setticemia, ha raggiunto tutti gli 11 endpoint primari dello studio clinico di Fase III ed è stato ben tollerato con un profilo di sicurezza coerente con gli stessi due vaccini già autorizzati: Bexsero (MenB) e Menveo (MenACWY).
I BATTERI DIETRO LA MENINGITE
I batteri che causano più spesso malattie batteriche invasive, afferma l’Istituto superiore di sanità (Iss), sono i Neisseria meningitidis (meningococco), di cui ne esistono 13 diversi sierogruppi, ma solo 6 causano meningite e altre malattie gravi: più frequentemente A, B, C, W e Y e, molto più raramente, soprattutto in Africa, X.
In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono la causa più frequente di malattia invasiva, che nella maggior parte dei casi si traduce in meningite e nel 10-20% dei casi ha un decorso fulminante e può portare al decesso in poche ore anche in presenza di una terapia adeguata. Un sopravvissuto su cinque, invece, subisce conseguenze a lungo termine, come danni cerebrali, amputazioni, perdita dell’udito e problemi al sistema nervoso.
La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette dalla malattia.
IL VACCINO DI GSK
Il candidato vaccino di Gsk è stato somministrato in due dosi a distanza di sei mesi in soggetti sani di età compresa tra 10 e 25 anni e ha raggiunto tutti gli 11 endpoint primari, compresa la non-inferiorità nei confronti di tutti i cinque sierogruppi di Neisseria meningitides (A, B, C, W e Y) rispetto ai vaccini meningococcici autorizzati in termini di risposta immunitaria.
In generale è risultato ben tollerato, con un profilo di sicurezza coerente con gli stessi due vaccini autorizzati.
“Questi dati statisticamente significativi di Fase III rappresentano un passo molto incoraggiante verso la riduzione dell’incidenza della malattia meningococcica”, ha detto Tony Wood, Chief Scientific Officer di Gsk.
PERCHÉ È 5-IN-1
Il candidato vaccino di Gsk (MenABCWY) combina i componenti antigenici di MenB e MenACWY (i due vaccini già approvati) e se autorizzato sarà il primo a offrire una protezione contro i 5 sierogruppi più comuni (A, B, C, W e Y) in un solo vaccino, il che potrebbe portare a un programma di vaccinazione semplificato.
Attualmente, infatti, negli Stati Uniti, per proteggere da tutti e cinque i sierogruppi sono necessari due vaccini separati che richiedono quattro iniezioni. Questo regime di immunizzazione, unito a una scarsa consapevolezza della malattia, riferisce Gsk, può portare a tassi di copertura immunitaria non ottimali, in particolare per il MenB, con una copertura stimata di solo circa il 31% degli adolescenti negli Stati Uniti.
“Negli Stati Uniti, l’uso abitudinario di un vaccino meningococcico 5-in-1 con un regime di due dosi negli adolescenti tra i 16 e i 18 anni, poco prima del picco di incidenza di questa malattia, potrebbe avere un impatto significativo sulla salute pubblica”, ha aggiunto Wood.
I VACCINI CONTRO LA MENINGITE IN ITALIA
In Italia, esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco: il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC, il più frequentemente utilizzato e protegge solo dal sierotipo C); il vaccino coniugato tetravalente (protegge dai sierogruppi A, C, W e Y); e il vaccino contro il meningococco di tipo B (protegge esclusivamente contro questo sierogruppo).
Queste vaccinazioni non sono obbligatorie ma gli esperti le consigliano in particolare alle fasce più a rischio, ovvero i bambini sotto al primo anno di vita e gli anziani oltre i 65 anni, ai quali il vaccino viene offerto gratuitamente.
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