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Tutti i piani di Trump per coltivare l’agricoltura americana

Non solo dazi: anche un piano di aiuti per l'agricoltura americana secondo le intenzioni dell'amministrazione Trump. Fatti, numeri e approfondimenti

L’agricoltura americana è in crisi, riporta la CNN, colpita dalla guerra commerciale di Trump, con costi alle stelle, ritorsioni straniere, carenze di manodopera e crollo dei prezzi, soprattutto per la soia. I fallimenti agricoli sono al massimo dal 2021. La crisi si acuisce con l’embargo cinese sulla soia USA, che spinge Pechino verso Brasile e Argentina, complicando i negoziati commerciali.

La Casa Bianca prepara così un bailout da 10-14 miliardi, attingendo a ricavi tariffari o fondi di emergenza, mentre Trump, spinto da urgenza politica e sicurezza nazionale, promette di non deludere gli agricoltori.

Intanto, nuovi dazi Usa anti-dumping del 91,74% sulla pasta italiana, che minacciano un settore chiave dell’export verso l’America, accendono tensioni con l’Ue.

La crisi

Come scrive CNN, i contadini americani affrontano un anno difficile, aggravato dalla guerra commerciale del presidente Trump. Costi di produzione in aumento, ritorsioni straniere per le tariffe, carenze di manodopera migrante e crollo dei prezzi delle materie prime colpiscono gravemente il settore.

Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura, le spese agricole toccheranno i 467,4 miliardi di dollari nel 2025, 12 miliardi in più rispetto al 2024. I fallimenti agricoli sono al massimo dal 2021, secondo i dati dei tribunali Usa. Le politiche di Trump, come le deportazioni di lavoratori migranti e le tensioni commerciali con la Cina, hanno peggiorato la situazione, specialmente per colture come la soia.

La soia: simbolo della crisi agricola

Come osserva ancora la CNN, la soia, principale esportazione agricola Usa (valore oltre 24 miliardi di dollari nel 2024), è il simbolo della crisi nel primo anno del secondo mandato di Trump. Metà delle esportazioni andava in Cina, ma da maggio 2025 un embargo cinese, in risposta alle tariffe Usa del 20%, ha azzerato le vendite.

Con la stagione del raccolto in corso e rese abbondanti, i coltivatori di soia sono in difficoltà. La Cina si rifornisce ora dal Sud America, con Brasile e Argentina che ne approfittano, complicando ulteriormente la situazione per i farmers americani.

Le tensioni commerciali

La crisi della soia è aggravata dall’embargo cinese, una ritorsione alle tariffe di Trump. La Cina, maggior mercato mondiale per la soia, si rivolge a Brasile e Argentina. Quest’ultima, grazie a un lifeline di 20 miliardi di dollari dalla Casa Bianca per stabilizzare il peso, ha eliminato tasse sull’export di grani, favorendo Pechino, che ha comprato almeno 10 carichi di soia argentina.

L’industria soia Usa, tramite Caleb Ragland dell’American Soybean Association, chiede un accordo commerciale con la Cina per riaprire il mercato.

Il piano di bailout della Casa Bianca

La Casa Bianca, consapevole delle difficoltà, sta preparando un bailout da 10 a 14 miliardi di dollari per i contadini. Trump ha spinto per un’azione urgente, vedendo i farmers come chiave per la sua rielezione nel 2024 e per la sicurezza nazionale (“Dobbiamo coltivare il nostro cibo”).

Due opzioni sul tavolo: devolvere una percentuale dei ricavi tariffari, come proposto da Trump sui social (“Abbiamo guadagnato tanto con le tariffe, aiuteremo i nostri farmers”), o attingere al fondo di emergenza del Dipartimento dell’Agricoltura (ECAP), già usato a marzo 2025 per 10 miliardi di pagamenti diretti. Si valuta una combinazione delle due.

Pressioni interne

I contadini, con il raccolto in corso, sono sempre più impazienti. Un farmer dell’Indiana ha detto a CNN: “Speriamo nei negoziati, ma la pazienza si assottiglia”. Trump, incolpando la Cina per le difficoltà, ha promesso di fare della soia un tema centrale nel prossimo incontro con Xi Jinping in Corea del Sud.

La segretaria all’Agricoltura Brooke Rollins preme sul presidente e sul segretario al Tesoro Scott Bessent, come mostra un testo virale di Rollins sul telefono di Bessent, evidenziando il panico per la crisi soia, aggravata dal caso Argentina.

Una soluzione “elegante” per i farmers

Rollins definisce “elegante” l’idea di Trump di usare i ricavi tariffari per compensare i farmers. È in costante contatto con la Casa Bianca per finalizzare il piano, che bilancia protezionismo e salvataggio agricolo.

La priorità è evitare il collasso del settore, ma la soia resta ostaggio della guerra commerciale USA-Cina, mentre il Sud America riempie il vuoto. L’urgenza è chiara: il bailout è imminente, ma il futuro dell’agricoltura Usa dipende dai negoziati con Pechino.

Dazi Usa sulla pasta italiana

Come scrive Reuters, la guerra commerciale di Trump si estende ai prodotti europei: gli Usa imporranno dal gennaio 2026 dazi anti-dumping del 91,74% sulla pasta italiana, oltre al 15% già in vigore sulle import Ue, per un totale del 107%.

Il Dipartimento del Commercio ha accusato due produttori, La Molisana e Garofalo, di dumping tra luglio 2023 e giugno 2024, estendendo il margine a 11 aziende, secondo quanto riportato da Reuters.

Roma contesta le accuse, collaborando con la Commissione Ue per far riconsiderare la misura, che raddoppierebbe i prezzi e minaccerebbe 800 milioni di dollari di export annui negli Usa, terzo mercato per l’Italia.

Nel 2024, le esportazioni totali di pasta italiana hanno superato i 4 miliardi di euro (2,5 milioni di tonnellate), ma Confindustria ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2025-2026, citando tariffe Usa e tensioni geopolitiche.

Coldiretti definisce il dazio un “colpo mortale” al Made in Italy, favorendo la produzione locale americana. Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida denuncia un “iper-protezionismo ingiustificato”, mentre l’ambasciata a Washington assiste le imprese.

Questo episodio, legato alle indagini annuali del Commercio Usa (solitamente con dazi minimi dell’1-2%), rischia di innescare ritorsioni Ue, aggravando le frizioni transatlantiche in un contesto di protezionismo trumpiano.

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