Dopo un discorso in prima serata alla nazione in cui si è vantato dei progressi ottenuti in questo primo anno di mandato (nonostante il tasso di approvazione nei sondaggi sia sceso al livello più basso degli ultimi 12 mesi), il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – su suggerimento di un importante sondaggista repubblicano – ha promosso i suoi risultati in materia di “accessibilità economica” puntando su quanto fatto per ridurre i prezzi dei farmaci da prescrizione.
Pochi giorni fa infatti la Casa Bianca ha annunciato accordi con nove produttori farmaceutici globali portando a 14 il numero complessivo delle aziende coinvolte nell’approccio del “Paese più favorito” per allineare i prezzi americani a quelli dei paesi stranieri.
QUALI SONO LE ULTIME BIG PHARMA CHE HANNO ACCONTENTATO TRUMP…
“Questo rappresenta la più grande vittoria per l’accessibilità economica dei pazienti nella storia dell’assistenza sanitaria americana, senza alcun dubbio”, ha detto Trump venerdì scorso annunciando accordi con Amgen, Boehringer Ingelheim, Bristol Myers Squibb, Genentech (Roche), Gilead, GSK, Merck, Novartis e Sanofi, che ha definito parte centrale della sua strategia per ridurre i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti e allinearli a quelli praticati nei Paesi sviluppati più ricchi.
Con questi accordi, salgono a 14 le aziende che hanno risposto alle lettere inviate dal presidente a luglio a 17 produttori farmaceutici, con la richiesta di aderire volontariamente a un regime di prezzi del “Paese più favorito” entro il 29 settembre.
…E TUTTE LE ALTRE
Le nove aziende firmatarie, osserva Cnn, rappresentano una quota rilevante del mercato farmaceutico statunitense e producono medicinali utilizzati da centinaia di milioni di americani per patologie oncologiche, cardiovascolari, metaboliche, respiratorie e autoimmuni. Nei mesi precedenti, accordi analoghi erano stati annunciati con Pfizer, AstraZeneca, Eli Lilly, Novo Nordisk ed EMD Serono, mentre – stando al New York Times – restano in trattativa AbbVie, Johnson & Johnson e Regeneron.
Secondo Trump, Johnson & Johnson sarà tra le aziende presenti alla Casa Bianca nei prossimi giorni per nuovi annunci.
“Questa è l’accessibilità economica in azione”, ha sostenuto l’amministratore dei Centers for Medicare and Medicaid Services Mehmet Oz.
LA POLITICA DEL “PAESE PIÙ FAVORITO”
I termini completi delle intese non sono stati pubblicati, ma i funzionari dell’amministrazione, scrive Politico, hanno indicato che la maggior parte del portafoglio di ciascuna azienda sarà offerta a Medicaid a prezzi calcolati sulla base del secondo prezzo più basso praticato in Paesi come Canada, Germania, Francia, Italia, Giappone e Regno Unito, tenendo conto di sconti e rimborsi e adeguandoli al reddito nazionale.
Un alto funzionario ha inoltre affermato che i futuri lanci di farmaci negli Stati Uniti dovranno avvenire con questo tipo di prezzi nei mercati commerciale, Medicare, Medicaid e per i pagamenti diretti, pur restando poco chiari i meccanismi di applicazione nel mercato privato.
MEDICAID, PREZZI E CASI AZIENDALI
Per Medicaid, il programma sanitario per i redditi più bassi, i funzionari hanno parlato di “risparmi massicci” su medicinali di largo utilizzo e Bristol Myers Squibb ha annunciato che fornirà gratuitamente a Medicaid il suo anticoagulante Eliquis, uno dei farmaci più prescritti negli Stati Uniti.
Gli analisti ricordano tuttavia che Medicaid, che rappresenta circa il 10% della spesa farmaceutica complessiva negli Stati Uniti, beneficia già di sconti molto elevati, in alcuni casi superiori all’80% rispetto ai prezzi di listino.
TRUMPRX E LA VENDITA DIRETTA AI CONSUMATORI
Un pilastro operativo degli accordi è il lancio, previsto per gennaio, della piattaforma TrumpRx.gov, che indirizzerà i consumatori verso i canali di vendita diretta delle aziende per l’acquisto di alcuni farmaci a prezzo scontato, pagando in contanti e senza passare dall’assicurazione.
Tra gli esempi citati dalle aziende, Merck venderà i farmaci per il diabete Januvia, Janumet e Janumet XR con sconti intorno al 70%, Amgen amplierà il proprio programma diretto al paziente includendo Aimovig e Amjevita, mentre Sanofi ha indicato risparmi medi di circa il 70% su alcuni trattamenti per infezioni, malattie cardiache e diabete. Gilead ha annunciato un programma diretto per Epclusa, farmaco contro l’epatite C.
PERCHÉ NON È UNA RIVOLUZIONE
La maggior parte degli americani con assicurazione privata, osserva Politico, continua a pagare i farmaci tramite co-pagamenti o coassicurazioni legate ai prezzi di listino, e gli acquisti tramite TrumpRx non concorreranno al raggiungimento delle franchigie assicurative. Secondo Chris Meekins di Raymond James, “la stragrande maggioranza dei consumatori non vedrà alcun beneficio concreto nel proprio portafoglio dagli accordi che sono stati negoziati”.
DO UT DES
In cambio degli impegni sui prezzi, le aziende hanno ottenuto un’esenzione triennale da potenziali dazi sui farmaci importati e si sono impegnate a investire complessivamente oltre 150 miliardi di dollari in ricerca, sviluppo e produzione negli Stati Uniti. Merck ha indicato un contributo pari a 70 miliardi di dollari.
SICUREZZA DELLE FORNITURE E RISERVA STRATEGICA
Un elemento nuovo degli accordi riguarda la sicurezza nazionale delle forniture. Diverse aziende, riferisce Cnn, contribuiranno con principi attivi farmaceutici a una riserva strategica, creata durante il primo mandato di Trump, che potrà essere convertita in medicinali finiti in caso di emergenze sanitarie o di sicurezza.
“Questa è la risposta del presidente alla vulnerabilità farmaceutica, affinché quando colpisce un disastro – che si tratti di una catastrofe naturale, di una pandemia o di un’emergenza di sicurezza nazionale – l’America sia pronta”, ha affermato un alto funzionario dell’amministrazione.
GUERRA ALLE COMPAGNIE ASSICURATIVE
L’annuncio degli accordi arriva mentre è in corso il dibattito sul futuro dei sussidi dell’Affordable Care Act, in scadenza a fine anno, e sui conseguenti aumenti dei premi assicurativi. Trump ha annunciato l’intenzione di convocare a breve le compagnie di assicurazione sanitaria.
“Convocherò le compagnie assicurative che stanno guadagnando tantissimo, e devono guadagnare di meno – molto di meno”, ha detto il presidente. Dopo queste dichiarazioni, le associazioni del settore hanno ribadito che i premi riflettono “il costo sottostante dell’assistenza medica, più un modesto margine di rischio regolamentato”.







