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La rivincita di Meloni su Macron

Significati e portata del trilaterale a Palazzo Chigi con Vance e von der Leyen. La nota di Sacchi.

Con una mossa a sorpresa, dopo giorni di critiche delle opposizioni che l’accusavano di isolare l’Italia per non aver partecipato alle riunioni dei “Volenterosi”, Giorgia Meloni riunisce allo stesso tavolo Usa e Ue. “Un passo in avanti per l’unità dell’Occidente”, lo definisce con soddisfazione il premier.

Centrato l’obiettivo che aveva annunciato dopo la visita da Trump alla Casa Bianca. Meloni sente al telefono lo stesso Trump prima dell’attesa telefonata per oggi tra il presidente Usa e Putin. L’Italia è centrale nel processo di pace per l’Ucraina e per avviare la trattativa tra Usa e Ue sulla cruciale partita dei dazi. Il trilaterale di ieri a Palazzo Chigi che vede Meloni al centro del tavolo con il vicepresidente Usa, J.D. Vance alla sua destra e alla sua sinistra la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, entrambi a Roma per l’insediamento del Pontificato di Papa Prevost, trilaterale preceduto l’altro ieri da un vertice con il cancelliere tedesco Merz, è l’immagine plastica del ruolo di ponte dell’Italia tra Usa e Ue. E della centralità del nostro Paese nelle sfide della politica estera. Dopo la scelta dell’assenza al vertice dei ‘Volenterosi’ di Tirana, perché “l’Italia è contraria all’invio di truppe in Ucraina”, cosa che, come ha detto Merz, vede contraria anche la Germania, il premier mette, dunque, in campo la mossa a cui ha lavorato per settimane: portare allo stesso tavolo Stati Uniti e Unione europea per discutere di politica commerciale, e non solo.

L’incontro trilaterale con il vicepresidente Usa J.D. Vance e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen va in scena a Palazzo Chigi, al termine della cerimonia in Vaticano per l’insediamento di Papa Leone XIV. Occasione, per Meloni, di riaffermare con forza un ruolo da ‘pontiera’, rimarcato dallo stesso Vance. I tre siedono intorno a un tavolo bianco. La presidente del Consiglio al centro tra i due leader. Alle spalle, il tricolore italiano tra la bandiere dell’Ue e degli Usa. Meloni sottolinea: “Sono orgogliosa di aver l’occasione oggi di ospitare i leader di Stati Uniti e Ue per cominciare un dialogo”. Il premier richiama la proposta di un vertice Ue-Usa sui dazi lanciata un mese fa in occasione dell’incontro alla Casa Bianca con il presidente Trump. Stavolta a Roma non c’è Trump, ma a dialogare con la Commissione ci sono Vance e il segretario di Stato Marco Rubio, presente a S. Pietro, che si è incontrato con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Spero che la giornata di oggi possa essere un nuovo inizio”, auspica il presidente del Consiglio prima del colloquio a tre.

Sul tavolo, “le relazioni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti”, e “le principali questioni all’ordine del giorno dell’agenda internazionale”. Ma soprattutto il nodo dei dazi. La scadenza della sospensione reciproca delle tariffe è fissato a inizio luglio e le diplomazie sono al lavoro su un negoziato che possa dare risultati concreto. Attorno al tavolo preparato a Palazzo Chigi, Vance e von der Leyen ringraziano Meloni per il lavoro di tessitura. Arrivano segnali di distensione. “Certo c’è qualche disaccordo – spiega Vance – su argomenti come il commercio, e abbiamo anche molti punti di accordo su cui lavorare insieme. Spero possiamo essere all’inizio di una negoziazione a lungo termine sul commercio”. “Per noi è importante che alla fine dei conti ci sia un accordo positivo per entrambe le parti”, aggiunge von der Leyen. Che alla fine del confronto, definisce il colloquio “positivo” e aggiunge: “Entrambi vogliamo un accordo vantaggioso che dia risultati concreti ai cittadini e alle imprese di entrambe le sponde dell’Atlantico, i nostri team stanno lavorando senza sosta per trovare soluzioni. Siamo fiduciosi che ci riusciremo”.

Confronto “costruttivo” anche per Meloni, che si dice “orgogliosa di questo passo in avanti per l’unità dell’Occidente”. “I leader hanno avuto discussioni costruttive su molte questioni”, si afferma in una nota della Casa Bianca. La nota da Washington sottolinea che tra le questioni affrontate c’è “l’obiettivo del presidente Trump di ribilanciare il commercio”, insieme con il miglioramento della sicurezza della catene di approvvigionamento, l’aumento della cooperazione in materia di difesa, le comuni sfide dell’immigrazione” e la necessità di “mettere fine alla carneficina in Ucraina”. Dallo stato maggiore di FdI elogi per quello che è definito un “successo diplomatico eccezionale”. Le opposizioni insistono anche di fronte all’evidenza con attacchi del tipo “Meloni ha svenduto l’Italia a Trump” (Angelo Bonelli dell’Alleanza Verdi e Sinistra” ) o “la toppa è peggiore del buco” (Matteo Renzi, Italia viva).

Ma, intanto, l’eco delle polemiche alimentate da “protagonismi” di cui ha parlato Meloni, probabilmente alludendo al presidente francese Macron, appare lontana. Il tritaterale di Palazzo Chigi si pone come l’avvio di una road map euroatlantica, dove l’Italia è protagonista. “Schlein e Conte hanno detto bugie contro il governo e volevano mandare i soldati allo sbaraglio in guerra. Invece l’Italia, con Meloni e Tajani, è protagonista di dialoghi di pace con l’America, con l’Europa, con tutto il mondo. Siamo attivi e siamo in prima linea”, commenta il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, a conclusione di una giornata in cui Meloni si è presa la rivincita.

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