Proseguono le tensioni tra Italia e Francia sulla governance di Stmicroelectronics, l’azienda di semiconduttori controllata pariteticamente dal ministero dell’Economia italiano e dalla banca pubblica francese Bpifrance.
All’assemblea annuale della società, che si è svolta mercoledì 28 maggio ad Amsterdam, è successo che il ministero dell’Economia e Bpifrance abbiano espresso posizioni diverse su alcune questioni; questa divergenza non ha reso possibile il raggiungimento dell’unanimità all’interno di Stmicroelectronics Holding – cioè il veicolo che possiede il 27,5 per cento della società, diviso a metà tra Italia e Francia -, che quindi non ha partecipato a ogni votazione.
IL MINISTERO DELL’ECONOMIA CONTRO LA GARANZIA AI DIRIGENTI E AL RINNOVO DI DUE CONSIGLIERI
Sembra che l’azionista italiano – così riporta l’agenzia Radiocor citando fonti del ministero dell’Economia – fosse contrario sia alla manleva all’amministratore delegato Jean-Marc Chery e al direttore finanziario Lorenzo Grandi, sia al rinnovo per altri tre anni delle consigliere indipendenti Anna de Pro Gonzalo ed Hélène Vletter-van Dort.
Chery e Grandi sono sotto accusa di una class action negli Stati Uniti per aver sfruttato il rigonfiamento artificiale dei risultati di Stmicroelectronics, e di conseguenza del titolo, per guadagnare cifre milionarie dalla vendita di azioni.
Quanto alle due consigliere del supervisory board, hanno votato contro la nomina di Marcello Sala – era stato indicato dal ministero dell’Economia – in sostituzione di Maurizio Tamagnini, dimessosi a marzo.
La manleva e i due rinnovi sono comunque stati approvati all’assemblea di Stmicroelectronics, ma senza la partecipazione al voto dell’azionista di maggioranza, cioè la holding italo-francese.
L’INSODDISFAZIONE ITALIANA PER STMICROELECTRONICS
Al di là della bocciatura di Sala, che rende minoritaria la posizione italiana (due membri: la posizione occupata da Tamagnini è ancora vacante) rispetto a quella francese (tre membri) e indipendente (tre membri) nel consiglio di sorveglianza, il ministero dell’Economia non è soddisfatto della gestione di Stmicroelectronics e vorrebbe sostituire Chery con un nuovo amministratore delegato. Il mandato di Chery, tuttavia, è stato riconfermato un anno fa e scadrà nel 2027.
DALLO STALLO ALLA ROTTURA?
Secondo Il Sole 24 Ore, lo stallo in Stmicroelectronics Holding “potrebbe anche portare alla rottura di un sodalizio, quello tra Italia e Francia, che perdura dalla costituzione dal 1987, quando Stmicroelectronics ha visto la luce con l’unione tra l’italiana Sgs Microelettronica e la francese Thomson Semiconducteurs”.
GLI ALTRI PUNTI APPROVATI DURANTE L’ASSEMBLEA
All’assemblea annuale di Stmicroelectronics, oltre al bilancio e al dividendo (0,36 dollari ad azione), sono state approvate le nomine nel consiglio di sorveglianza di Simonetta Acri (al posto di Donatella Sciuto, il cui mandato scadeva a maggio) e di Werner Liberherr (in sostituzione di Janet Davidson).
Ieri il titolo di Stmicroelectronics in borsa è calato di quasi lo 0,5 per cento rispetto al giorno prima, a 22,3 euro; in un anno, ha perso metà del suo valore.
Nel primo trimestre del 2025 la società ha visto ridursi l’utile dell’89 per cento, a 56 milioni di dollari, e i ricavi calare di oltre il 27 per cento, a 2,5 miliardi.