La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato giovedì il provvedimento fiscale e di spesa che realizzerà le promesse elettorali del presidente Donald Trump, che infatti l’ha definito “il testo legislativo probabilmente più significativo che verrà mai firmato nella storia del nostro paese”. La normativa, approvata con un solo voto di scarto alla Camera (215 voti a favore, 214 contrari), passa ora al Senato, controllato dal Partito repubblicano (53-47): si prevede un lungo dibattito.
LE PREVISIONI SULLA CRESCITA DEL DEBITO PUBBLICO
La legge, tra le altre cose, contiene una serie di tagli alle tasse e un aumento delle spese per le forze armate e per la gestione delle frontiere. Secondo l’Ufficio di bilancio del Congresso, un’agenzia federale, potrebbe causare una crescita del debito pubblico americano di 3800 miliardi di dollari in dieci anni.
COSA C’È NEL PROVVEDIMENTO
Più nel dettaglio, il provvedimento prevede un’estensione dei tagli alle tasse approvati nel 2017, durante il primo mandato di Trump (scadranno alla fine del 2025), e un aumento dei finanziamenti per la difesa e la sicurezza dei confini, con l’obiettivo di assumere decine di migliaia di agenti di frontiera e innalzare la capacità di rimpatrio a un milione di persone all’anno. Dall’altra parte, verranno eliminati molti degli incentivi pubblici all’energia pulita introdotti sotto la precedente amministrazione di Joe Biden e saranno applicate delle restrizioni all’accesso ai programmi di assistenza sanitaria e alimentare per le fasce più povere della popolazione.
Secondo il Partito democratico, all’opposizione, la legge avvantaggerà gli americani più facoltosi, comprimendo i benefici per i meno abbienti.
IL PROBLEMA DEL DEBITO PUBBLICO
La Camera ha approvato il provvedimento nonostante le preoccupazioni sul debito pubblico degli Stati Uniti, che ammonta a 36200 miliardi, il 124 per cento del prodotto interno lordo: proprio per questo, qualche giorno fa l’agenzia Moody’s ha abbassato il giudizio sui titoli di stato americani. Da gennaio il dollaro ha perso oltre il 10 per cento, mentre i rendimenti dei titoli del Tesoro a trent’anni – che fungono da indicatore dei costi di indebitamento a lungo termine del governo statunitense – hanno raggiunto il valore più alto dall’ottobre del 2023.
L’anno scorso – riporta Reuters – il pagamento degli interessi ha rappresentato 1 dollaro su 8 spesi dal governo degli Stati Uniti, più dell’importo speso per le forze armate. Nei prossimi dieci anni questo rapporto è destinato a crescere fino a 1 dollaro su 6 a causa dell’invecchiamento della popolazione, che farà aumentare la spesa pubblica per la sanità e le pensioni.
Gli indici borsistici statunitensi non hanno reagito granché, ieri, alla notizia dell’approvazione della legge alla Camera (ad eccezione dei titoli delle società di energia solare, in netto calo per via dell’eliminazione dei sussidi). Jamie Dimon, l’amministratore delegato di JpMorgan Chase, una delle più grandi banche d’affari degli Stati Uniti, ha detto di appoggiare la legge nonostante causerà un aumento del deficit.
Paradossalmente, proprio l’aumento del debito pubblico è servito da incentivo ai Repubblicani per approvare la legge, dato che questa alzerà il tetto del debito del governo a 4000 miliardi di dollari, abbassando il rischio di un default (ovvero l’impossibilità per il governo di ripagare i debiti).