Artemis non si ferma: la Nasa prosegue i lavori con SpaceX e Blue Origin anche durante lo shutdown.
Durante la chiusura del governo degli Stati Uniti, ovvero la sospensione delle attività federali non essenziali per mancanza di fondi, la Nasa ha chiesto ai dipendenti impegnati nel programma Artemis – che punta a riportare astronauti sulla Luna – di continuare a lavorare, pur senza retribuzione fino alla riapertura, secondo quanto appreso dalla Cnbc. Si tratta di personale considerato “essenziale”, come quello che supporta anche la Stazione Spaziale Internazionale e le missioni satellitari operative.
Ieri il governo americano ha sospeso le attività con migliaia di dipendenti federali potrebbero restare senza stipendio, con potenziali ripercussioni su tutto. Ma Washington non può permettersi di arrivare sul nostro satellite dopo Pechino se il programma Artemis della Nasa dovesse arenarsi, ipotesi paventata da alcuni esperti – tra cui l’ex amministratore della Nasa Jim Bridenstine – lo scorso mese.
Ecco dunque che se circa 15.000 dipendenti della Nasa saranno messi in congedo, 3.000 continueranno a lavorare a tempo pieno o parziale. La maggior parte di questi è coinvolto nel programma Artemis che mira a gettare le basi per missioni su Marte: SpaceX contribuirà con il razzo Starship e Blue Origin con il lander lunare.
La missione Artemis 2, la prima con equipaggio che dovrebbe portare quattro astronauti in orbita attorno alla Luna, è programmata nel 2026 mentre Artemis 3, il primo allunaggio con equipaggio tramite un versione modificata di Starship, il super mega razzo di SpaceX, è previsto per il 2027, anche se gli analisti spaziali prevedono che tale data possa slittare.
Tutti i dettagli.
LE MISSIONI SUPPORTATE DURANTE LA CHIUSURA DEL GOVERNO USA
Come spiega Space.com, la brusca interruzione costringe l’agenzia spaziale statunitense e altre agenzie a ridurre quasi tutte le loro attività quotidiane. Solo una frazione della forza lavoro della Nasa rimane in servizio, assegnata a missioni che non possono essere sospese senza mettere a rischio la sicurezza degli astronauti, l’hardware critico o le massime priorità dell’amministrazione Trump.
In un promemoria separato di lunedì, il responsabile finanziario ad interim della Nasa, Steve Shinn, ha illustrato i dettagli sulle missioni che saranno supportate durante la chiusura.
La Nasa continuerà a supportare le “operazioni pianificate” della Stazione Spaziale Internazionale, così come qualsiasi missione satellitare “in fase operativa”, ha spiegato Shinn. Ha aggiunto che la Nasa supporterà “le operazioni di Artemis durante qualsiasi interruzione dei finanziamenti”, inclusi dipendenti e appaltatori impegnati in tali progetti.
CONTINUERANNO A LAVORARE I DIPENDENTI NASA PER ARTEMIS
Il loro lavoro non sarà retribuito “durante la sospensione per la chiusura”, ma i dipendenti dovranno registrare il loro tempo, ha scritto Kelly Elliott, Chief Human Capital Officer della Nasa, in un’e-mail ai dipendenti, come riporta Cnbc. I dipendenti della Nasa dovrebbero ricevere la retribuzione per il loro lavoro dopo la riapertura.
A LAVORO CON SPACEX E BLUE ORIGIN
Questi dipendenti continueranno a collaborare con le aziende private coinvolte nel programma Artemis.
Da una parte SpaceX, l’azienda aerospaziale del miliardario Elon Musk, che ha ottenuto contratti chiave del programma Artemis con il razzo Starship, il più grande e potente mai costruito. Dal 2023 ha effettuato dieci test di volo, con un bilancio di cinque fallimenti, un esito parziale e quattro successi, e ne ha in programma un altro per il 13 ottobre. Anche Blue Origin, l’azienda aerospaziale di un altro miliardario, il fondatore di Amazon Jeff Bezos, è coinvolta con un contratto per lo sviluppo di un lander lunare, i cui lavori proseguiranno nonostante la chiusura governativa, secondo fonti Nasa.
IN VISTA DELLE PROSSIME MISSIONI ARTEMIS
Artemis 3, prevista per il 2027, sarà la prima missione a impiegare direttamente Starship per portare due astronauti sul polo sud della Luna.
Di fronte la Commissione Commercio del Senato lo scorso 3 settembre, Bridenstine ha affermato che la scelta della Nasa di affidare la missione a Starship di SpaceX mette l’agenzia a rischio di rimanere indietro rispetto alla Cina nell’esplorazione lunare. Starship è un veicolo importante per gli Stati Uniti, secondo Bridenstine, ma ha sostenuto che la Nasa ha commesso un errore nel selezionarlo all’inizio del 2021 per il programma Human Landing System (HLS).
Le missioni successive allargheranno ulteriormente l’ambizione del programma: Artemis 4, con il sistema HLS di SpaceX, punterà a far sbarcare astronauti sulla futura stazione spaziale lunare, preparando la strada alle missioni su Marte; Artemis 5 coinvolgerà invece il lander di Blue Origin.
Al momento, però, sottolinea Cnbc, né SpaceX né Blue Origin hanno completato la progettazione definitiva dei loro veicoli, limitandosi finora a sviluppare hardware di prova.