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Perché il Regno Unito non sosterrà la Dsr Bank per la difesa

Il governo Starmer esclude il sostegno alla Dsr Bank, una nuova istituzione finanziaria da 100 miliardi di sterline per mobilitare finanziamenti privati per la difesa. La notizia arriva alla vigilia dell'incontro con 41 paesi per finanziare il progetto, in programma lunedì a Londra. Tutti i dettagli.

Il Regno Unito non ha intenzione di aderire alla Dsr Bank, la neo banca “armata” avviata per un cambiamento strategico nel finanziamento della difesa.

La scorsa primavera una coalizione globale di capi della difesa (come Lord Stuart Peach ex Presidente del Comitato Militare della NATO e Capo di Stato Maggiore della Difesa del Regno Unito), operatori finanziari e leader politici ha lanciato la Banca per la Difesa, la Sicurezza e la Resilienza (Dsr Bank), una nuova istituzione finanziaria da 100 miliardi di sterline progettata “per colmare il gap di finanziamento che minaccia la sicurezza occidentale”, come spiegava il comunicato stampa.

A inizio agosto per l’iniziativa è arrivato il sostegno da cinque tra le più grandi banche del mondo: Commerzbank, Ing Group, JPMorgan Chase, Landesbank Baden-Württemberg e RBC Capital Markets (la divisione investment banking della Royal Bank of Canada). In quell’occasione il Dsrb Development Group, composto da ex banchieri multilaterali, avvocati, specialisti in investimenti per la difesa e alti dirigenti delle politiche di difesa, ha fatto sapere che a settembre segnerà l’inizio del confronto formale sulla struttura istituzionale e sullo statuto della banca.

I colloqui per finanziare il progetto sono previsti a Londra lunedì, riportava ieri Reuters. Ma il progetto non conterà sul supporto di Londra. “Le proposte del Dsrb non sono sostenute dal governo del Regno Unito e i rappresentanti di questi concetti non rappresentano il governo o alcuno dei suoi ministri. Il Regno Unito non ha intenzione di aderire a questa iniziativa”, ha dichiarato il Ministero del Tesoro britannico, in una dichiarazione a Reuters.

Tutti i dettagli.

IL DIETROFRONT DEL REGNO UNITO

Quindi il Regno Unito non sosterrà l’iniziativa di alto profilo per la creazione di una banca multilaterale per la difesa, infliggendo un duro colpo al piano per creare un istituto di credito globale sostenuto dallo Stato per aiutare i paesi a riarmarsi, osserva l’agenzia stampa internazionale.

Per la prima volta da quando ex consiglieri per la sicurezza della NATO, ex militari britannici di alto rango e banchieri hanno reso pubblici i piani dettagliati per la Dsr l’anno scorso, la Gran Bretagna ha escluso la partecipazione, commenta ancora Reuters. A marzo infatti il comunicato della banca fondata da Robert Murray (nella foto) sosteneva che “La Dsr Bank è in discussioni avanzate con i governi di Regno Unito, Stati Uniti e UE per rendere l’iniziativa operativa. Grazie ad un gruppo crescente di sostenitori e un chiaro piano di lancio, questo progetto segna il cambiamento più significativo nel finanziamento della difesa occidentale da decenni”. Ma Londra ha deciso di tirarsi indietro.

IN VISTA DEL PROSSIMO INCONTRO

La mossa arriva alla vigilia dell’incontro previsto per lunedì 8 settembre nella City di Londra con 41 paesi, tra cui Germania, Giappone e Stati Uniti, oltre alla Gran Bretagna, invitati a discutere su come finanziare la banca proposta, come hanno riferito a Reuters due fonti a conoscenza della questione.

LA POSIZIONE DELLA DSR BANK

Da parte sua Dsrb ha dichiarato in una nota che oltre 35 paesi appartenenti alle nazioni NATO, all’UE e alla regione indo-pacifica, inclusi tutti i paesi del G7 di cui la Gran Bretagna è membro, hanno confermato la partecipazione alla riunione di lunedì.
“Questa forte partecipazione dimostra l’ampio interesse internazionale nell’esplorare nuovi meccanismi finanziari per rafforzare la difesa, la sicurezza e la resilienza”, si legge nella nota. “I governi sono in una fase iniziale di questo processo. Come sempre accade con le istituzioni multilaterali proposte, nessuna nazione ha ancora assunto un impegno formale”, ha aggiunto.

L’OBIETTIVO

Obiettivo della Dsr Bank è costituire una nuova istituzione finanziaria multilaterale per mobilitare finanziamenti privati per “difesa, sicurezza e resilienza” nella Nato, nell’Ue e negli alleati indo-pacifici.

“Con i governi alle prese con vincoli fiscali sempre più stretti, la spesa per la difesa ha faticato a tenere il passo con le minacce crescenti. La Dsr Bank offre un modello di finanziamento che rimuove gli ostacoli finanziari, garantendo che le nazioni possano investire in soluzioni di difesa all’avanguardia senza gravare in maniera insostenibile sulle finanze pubbliche”, sostiene la banca.

Come spiegava il Telegraph, “i paesi membri potrebbero utilizzare i finanziamenti della banca per gli appalti della difesa, mentre l’istituzione stessa sottoscriverebbe prestiti commerciali concessi alle aziende del settore, abbassando i tassi di interesse”. D’altronde, “L’elevato costo dei finanziamenti privati ​​per le aziende del settore della difesa è stato uno dei principali fattori di inflazione nel settore della difesa da quando la Russia ha invaso l’Ucraina” ha sottolineato il quotidiano britannico.

COME FUNZIONERÀ DSR BANK

Secondo il fondatore della Dsr Bank, Robert Murray – un ex ufficiale dell’esercito britannico e capo dell’innovazione alla Nato – la banca multilaterale emetterà obbligazioni con rating AAA garantite dalle nazioni azioniste, rendendo disponibili risorse a costi accessibili.

“Per troppo tempo abbiamo sottovalutato il ruolo del capitale nella difesa”, aveva dichiarato Murray, in una nota. “Le banche che si stanno facendo avanti oggi comprendono che la deterrenza richiede supporto finanziario, e questa nuova istituzione è in fase di costruzione per fornirlo”.

Dsr Bank avrà una struttura di capitale simile all’Asian Infrastructure Investment Bank, con una modesta quantità di capitale versato dai paesi azionisti di circa 20 miliardi di sterline. I restanti 80 miliardi di sterline sono “capitale richiamabile”  ovvero un tipo di capitale sottoscritto dai paesi che devono raccogliere solo se chiamati, spiegavano all’epoca del lancio alcune fonti sentite da The Banker.

LE CONSEGUENZE DEL MANCATO APPOGGIO BRITANNICO

Su consiglio di un gruppo di alti funzionari militari in pensione, tra cui l’ex capo di Stato maggiore della Difesa britannico Stuart Peach, alcuni analisti si aspettavano che il Dsrb si assicurasse la Gran Bretagna come uno dei suoi principali sostenitori, riporta Reuters.

Secondo una fonte di Downing Street citata dall’agenzia stampa, i funzionari britannici temono che la proposta del Dsrb non soddisferà gli obiettivi del governo di aumentare il valore della spesa per la difesa e di collaborare con gli alleati per aumentarne l’efficienza. Sempre Reuters rivela che fonti dell’industria della difesa hanno avvertito che ottenere il sostegno multilaterale per il progetto della banca della difesa potrebbe essere difficile.

Le due fonti di Reuters hanno affermato che il Dsrb mira a diventare più grande e realmente internazionale per cercare di soddisfare l’entità delle esigenze di finanziamento, dopo che a giugno i leader della Nato hanno promesso centinaia di miliardi di dollari di finanziamenti aggiuntivi per la difesa fondamentale, come truppe e armi, e aree correlate come la sicurezza informatica.

Dunque la Dsr Bank cercherà di farsi largo e otterere quanto più sopporto istituzionale possibile in mezzo alle altre iniziative di finanziamento del settore della difesa. Come quella europea Safe, (Security Action For Europe), lo strumento ideato da Bruxelles per contrarre prestiti per la difesa previsti dal piano ReArm Europe. Proprio a inizio mese la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, ha fatto sapere che diciannove Paesi membri hanno fatto richiesta di accesso allo strumento Safe, pertanto Bruxelles utilizzerà l’intero fondo da 150 miliardi euro messi a disposizione dall’esecutivo Ue.

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