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Perché il garante Uk classifica il programma Gcap come ad alto rischio

Il programma Global Combat Air Programme (Gcap) guidato dal Regno Unito, Italia e Giappone per il caccia di sesta generazione ha ricevuto la classificazione di progetto "impraticabile" dall'agenzia governativa britannica responsabile della valutazione dei grandi progetti.

Il Global Combat Air Program (Gcap), programma tra Regno Unito, Giappone e Italia per lo sviluppo del sistema di combattimento di sesta generazione, è considerato “ad alto rischio” dall’agenzia governativa britannica responsabile della valutazione dei grandi progetti.

La National Infrastructure and Service Transformation Authority (Nista), la nuova agenzia governativa britannica responsabile della valutazione dei grandi progetti, ha appena assegnato al programma Gcap, un’etichetta “red”, ovvero rossa. Si tratta del punteggio più basso del suo indice di fiducia, corrispondente, secondo la definizione di Nista, a un progetto “il cui successo appare impossibile” o i cui problemi appaiono “in questa fase, né gestibili né risolvibili”.

A riportare la notizia il quotidiano francese Les Echos che commenta: “Piccola consolazione per l’Fcas: il futuro aereo da combattimento franco-spagnolo-tedesco non è l’unico a sollevare dubbi sul suo futuro. Anche il suo principale concorrente in Europa, il progetto di caccia di sesta generazione Gcap, che coinvolge Regno Unito, Italia e Giappone, sta incontrando difficoltà”.

Tutti i dettagli.

COS’È IL GLOBAL COMBAT AIR PROGRAMME

Innanzitutto, ricordiamo che il progetto Gcap ha preso il via con la convenzione firmata tra Regno Unito, Italia e Giappone a dicembre 2023 ratificata dalle Camere lo scorso autunno: come già detto questa ha previsto la nascita di una organizzazione governativa (Gigo) e di una alleanza industriale con una jv tra le aziende capofila (Leonardo, Bae Systems e Mitsubishi Heavy Industries).

L’accordo si basa su una solida collaborazione trilaterale già avviata in ambito Gcap fin dal dicembre 2022 tra i governi e le industrie della difesa di Italia, Regno Unito e Giappone. In quell’occasione Regno Unito, Italia e Giappone hanno stabilito di unificare i rispettivi progetti di sviluppo di velivoli da combattimento di quinta generazione. L’accordo ha combinato di fatto il progetto Tempest — a guida britannica a cui partecipa il nostro paese per sostituire i caccia Typhoon — con il programma F-X giapponese in un’impresa chiamata Gcap, relativo allo sviluppo di un sistema di sistemi di nuova generazione e operazioni multi-dominio.

AL VIA LA JOINT-VENTURE EDGEWING

Nel fattempo, lo scorso giugno è nata ufficialmente la joint venture tra la britannica Bae Systems Limited, la giapponese Japan Aircraft Industrial Enhancement (Jaiec) e l’italiana Leonardo per il Gcap. Si chiama Edgewing e sarà responsabile della progettazione e dello sviluppo del nuovo caccia di sesta generazione del programma Gcap. La società avrà il ruolo di autorità progettuale per l’intero ciclo di vita del prodotto, la cui operatività è prevista oltre il 2070. I tre partner industriali del Gcap – Bae Systems, Leonardo e Jaiec – detengono una quota paritetica di Edgewing, ovvero ciascuno il 33%. A guidare per primo Edgewing è Marco Zoff, già managing director della Divisione Velivoli di Leonardo.

La direzione della jv ha sede nel Regno Unito, per garantire il massimo grado di allineamento e collaborazione con l’Organizzazione Governativa Internazionale Governativa Gcap (Gigo), anch’essa con sede centrale nel Regno Unito, nella città inglese di Reading.

La firma del primo contratto internazionale tra la Gcap International Government Organization (Gigo) e la joint venture Edgewing è  prevista entro la fine di quest’anno.

IL GIUDIZIO NEGATIVO DELLA BRITANNICA NISTA

Ma nel frattempo, a pesare sull’avanzamento del programma è il giudizio di un’authority britannica.

La neonata Autorità Nazionale per la Trasformazione delle Infrastrutture e dei Servizi (Nista) del Regno Unito ha etichettato il caccia di sesta generazione Gcap come “red” nella sua Valutazione di Affidabilità della Consegna. La Nista sostiene che “Ciò è dovuto principalmente ai seguenti fattori. Ciò riflette la relativa maturità del programma, la sua portata, il suo ritmo e le complesse sfide che comporta la consegna di successo a lungo termine di un aereo da combattimento di sesta generazione”. Aggiunge: “In quanto tale, la fiducia di Red non è inaspettata”, riporta la testata Aerospaceglobalnews.

Si sottolinea che il programma ha ottenuto risultati significativi con il Giappone e l’Italia. Tuttavia, la fiducia è limitata perché il progetto è ancora “nelle prime fasi di sviluppo e si riconosce l’entità delle sfide affrontate per realizzare un programma di questa natura”.

ARRANCA IL PROGETTO FRANCO-TEDESCO-SPAGNOLO FCAS

Ma il Gcap non è l’unico progetto di sistema di combattimento aereo del futuro in lavorazione in Europa. Lanciato nel 2017, il Fcas è il programma franco-tedesco-spagnolo – dal valore stimato di oltre 100 miliardi di euro – per il caccia di sesta generazione, progettato per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli a partire dal 2040. Il progetto coinvolge le società di difesa nazionali Dassault Aviation, Airbus e Indra. Tuttavia, il programma sconta ritardi dal momento che le aziende coinvolte discutevano sulla proprietà intellettuale e sulle politiche di esportazione. La divisione del lavoro è la questione principale su cui la francese Dassault e la tedesca Airbus si sono scontrate pubblicamente negli ultimi mesi.

Da tempo gli esperti del settore sostengono che avrebbe senso che i due progetti si combinassero in qualche modo, date le pressioni sui bilanci della difesa dei governi, ipotizzando che non ci siano abbastanza soldi o potenziali ordini per entrambi i programmi, oggi rivali.

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