Nelle ultime ore l’Ospedale San Raffaele di Milano – eccellenza nazionale di sanità privata convenzionata e, quindi, pagata dallo Stato – è finito al centro di una grave emergenza organizzativa che ha messo a rischio la sicurezza dei pazienti e ha portato alle dimissioni dell’amministratore unico Francesco Galli. L’origine del caos è legata all’esternalizzazione dell’assistenza infermieristica in alcuni reparti ad alta intensità di cura, affidata a una cooperativa rivelatasi del tutto inadeguata.
L’intervento d’urgenza del Gruppo San Donato e l’immediata nomina di Marco Centenari hanno evitato un ulteriore peggioramento della situazione, ma la crisi resta aperta e le indagini sono appena iniziate.
COSA È SUCCESSO AL SAN RAFFAELE
Il caos all’Ospedale San Raffaele di Milano si è verificato nella notte tra il 6 e il 7 dicembre quando nei reparti di Medicina ad alta intensità, Medicina cure avanzate e Admission Room – tutti affidati in appalto a una cooperativa – il personale si è dimostrato privo delle competenze necessarie per gestire pazienti critici. Sono emerse somministrazioni errate di farmaci, difficoltà nell’uso di apparecchiature cruciali e persino l’abbandono del turno da parte di un’infermiera alle prime ore del mattino, su cui gravano pesanti dubbi sulle sue competenze.
Il reparto è andato rapidamente in tilt: accessi dal pronto soccorso bloccati, pazienti trasferiti d’urgenza e necessità di ricorrere al personale interno, richiamato con compensi straordinari – da 600 euro per un turno diurno fino a 1.000 euro per uno notturno, riporta Today – per ripristinare condizioni minime di sicurezza. Nel giro di poche ore Regione Lombardia e ATS hanno avviato un’indagine formale per ricostruire l’accaduto, mentre il Gruppo San Donato ha convocato un consiglio d’amministrazione straordinario.
Il CdA ha votato l’avvio della revoca dell’incarico a Francesco Galli. Il manager ha rassegnato le dimissioni immediatamente e il ruolo di amministratore unico è stato assunto da Marco Centenari, già amministratore delegato del Gruppo San Donato. Resta ora il nodo più complesso: ricostruire un organico stabile, dopo mesi in cui molti infermieri esperti avevano lasciato il reparto in dissenso con le scelte gestionali, e ristabilire la piena operatività di un polo considerato d’eccellenza a livello nazionale.
LA GOVERNANCE
La governance del San Raffaele fa capo al Gruppo San Donato, guidato dal presidente Angelino Alfano (nella foto) e dai vicepresidenti Paolo Rotelli, Marco Rotelli e Kamel Ghribi, affiancati dai consiglieri Nicola Grigoletto e Augusta Iannini, magistrato e moglie del giornalista Bruno Vespa. Nel giugno 2025 il gruppo ha riorganizzato la struttura societaria, attribuendo all’amministratore unico – ruolo allora ricoperto da Galli – pieni poteri sulla gestione dell’ospedale.
CHI È FRANCESCO GALLI
Galli, classe 1969, ha costruito la sua intera carriera nel Gruppo San Donato, dove era entrato alla fine degli anni ’90. Dopo le prime esperienze come direttore amministrativo, aveva diretto gli ospedali di Brescia, Osio Sotto e Milano, diventando una figura chiave nei processi di riorganizzazione interna. La sua ascesa era culminata nel 2024 con la nomina ad amministratore unico del San Raffaele, incarico che gli garantiva pieni poteri nella gestione dell’ospedale.
LE (DISCUTIBILI) SCELTE DI GALLI E IL PADIGLIONE ICEBERG
Come osserva Today, “è paradossale assistere ora al dispendio di tante risorse economiche”. Galli infatti, secondo quanto riportato dalla testata, aveva mantenuto una linea di rigido contenimento dei costi, rifiutando di riconoscere al personale infermieristico gli aumenti previsti nel pubblico con il rinnovo del contratto nazionale. La scelta ha generato una fuga di professionisti esperti, culminata con le dimissioni in blocco di 17 infermieri e del loro coordinatore nel reparto di Medicina cure avanzate, pari all’80% dell’équipe. Fonti interne hanno inoltre riferito che Galli avrebbe osteggiato nuove assunzioni, preferendo esternalizzare l’assistenza a una cooperativa nonostante il dissenso di figure dirigenziali, decisione che avrebbe contribuito direttamente alla crisi esplosa nei giorni scorsi.
Riguardo alle scelte fatte in merito al budget, merita un passaggio anche il padiglione Iceberg, l’ala più moderna del San Raffaele che ospita i reparti coinvolti nel caso, inaugurata nel 2021 e progettata da Mario Cucinella. Caratterizzato da volumi e geometrie che richiamano una montagna di ghiaccio, è stato realizzato con un investimento di circa 60 milioni di euro e rappresenta uno dei simboli architettonici dell’ospedale: un edificio scenografico e tecnologicamente avanzato, pensato per rafforzare l’immagine di eccellenza del San Raffaele, pur tra le critiche di chi evidenzia come le risorse dedicate all’estetica non sempre si siano accompagnate a investimenti analoghi su personale e servizi sanitari.
IL COSTO DELL’ESTERNALIZZAZIONE
A evitare quindi conseguenze ancora più gravi è stato il personale infermieristico interno, professionisti con anni di esperienza e formazione strutturata, assunti stabilmente dall’ospedale. La vicenda conferma ancora una volta come il ricorso a esternalizzazioni e gettonisti, scelti per contenere tempi e costi, possa compromettere la qualità dell’assistenza quando non è accompagnato da adeguate garanzie di competenza e preparazione.
“Quando si decide di affidare reparti ad altissima intensità di cura a processi di esternalizzazione, non accompagnati da garanzie rigorose di competenza, formazione e integrazione si espone la vita delle persone a rischi che non possono essere accettati – ha commentato il presidente del Nursing Up, Antonio De Palma -. Qui non si tratta solo di organizzazione: qui, se i fatti fossero confermati, verrebbe meno l’essenza stessa della sicurezza assistenziale. La professione infermieristica non si improvvisa e non può essere trattata come un servizio generico”.
CHI È MARCO CENTENARI
Il neoamministratore unico, l’ingegnere Centenari, è da tempo una delle figure strategiche del Gruppo San Donato. Già amministratore delegato della holding, ha alle spalle una lunga esperienza gestionale all’interno delle strutture del gruppo: dagli Istituti Clinici di Pavia e Brescia alla guida di servizi e società operative, fino alla supervisione di diverse cliniche sul territorio nazionale.
Considerato un manager di continuità ma con un profilo più tecnico e meno divisivo rispetto al suo predecessore, Centenari arriva al vertice del San Raffaele in un momento critico. Al suo attivo ha una forte conoscenza del funzionamento interno del gruppo e una reputazione di affidabilità nei processi complessi. Il suo compito ora sarà doppio: ristabilire l’operatività del reparto colpito dalla crisi e ricostruire un clima di fiducia interno ed esterno, assicurando standard elevati in un ospedale che rappresenta una delle eccellenze della sanità italiana.
UN BILANCIO CHE COZZA CON LA GESTIONE DEL PERSONALE
La decisione di non premiare il personale infermieristico interno, dovendo necessariamente ricorrere a quello esterno, si scontra con il bilancio in forte crescita del Gruppo San Donato, che nel 2024 ha riportato ricavi per 2 miliardi e 570 milioni di euro, con un incremento del 49% rispetto al 2019, e un utile operativo lordo (Ebitda) pari a 323 milioni, in aumento del 56% nello stesso periodo.
Il Gruppo San Donato e l’Ospedale San Raffaele, ricordava qualche mese fa un report dell’Area Studi di Mediobanca sui maggiori operatori privati della sanità in Italia, fanno capo alla holding Papiniano, della famiglia Rotelli, che a fine 2023 controllava 18 ospedali (16 in Lombardia e 2 in Emilia-Romagna), tra cui tre IRCCS, oltre a una rete di smart clinic, smart dental clinic e punti RAF. Tra le principali strutture figurano il Policlinico San Donato, il San Raffaele, il Galeazzi–Sant’Ambrogio, la Casa di Cura La Madonnina e diversi istituti tra Monza, Bergamo, Brescia, Pavia e Bologna.
Papiniano, inoltre, è il primo operatore privato in Lombardia, con circa l’11% dei posti letto accreditati, e gestisce anche il maggiore ospedale privato dell’Emilia-Romagna (Villa Erbosa). Il gruppo ha acquisito il San Raffaele nel 2012 per 406,7 milioni di euro e negli anni ha ampliato ulteriormente il proprio perimetro, integrando la rete odontoiatrica Smart Dental Clinic e riorganizzando le proprie società operative con la scissione del 2023 che ha portato alla piena costituzione del GSD. Nel 2023, insieme alla finanziaria GKSD, ha rilevato l’American Heart of Poland, che a sua volta ha acquisito Scanmed nel 2024.






