Nelle ultime ore sono arrivate notizie positive per Monte dei Paschi di Siena, come l’ok dell’Bce per l’ops su Mediobanca. Ma per Mps, esposta su diversi fronti negli ultimi mesi, ci sono anche notizie non così positive. È il caso dei riflettori accesi – ora anche dalla Commissione europea – sulla vendita da parte del ministero dell’Economia del 15% del Monte, avvenuta a novembre scorso.
VIA LIBERA DALLA BCE ALL’OPS DI MPS SU MEDIOBANCA
La notizia del giorno è quella dell’ok della Banca centrale europea all’operazione dell’istituto senese partecipato dal Tesoro su Mediobanca. Una decisione che già era filtrata alla vigilia e che questa mattina, mercoledì, è divenuta realtà con l’annuncio della stessa Mps tramite comunicato. La Bce, infatti, ha rilasciato a Mps l’autorizzazione per l’acquisizione diretta di una partecipazione di controllo in Mediobanca e indiretta in Mediobanca Premier e Compass Banca. Inoltre, dalla banca centrale è stato dato anche il via libera ad acquisire una partecipazione in Mediobanca il cui valore eccede il 10% del patrimonio di vigilanza di gruppo e nelle rilevanti partecipazioni indirette.
La luce verde della Bce fa sì che “entro cinque giorni otterrà l’approvazione della Consob che è obbligata a esaminare il prospetto informativo in tempi rapidi”, spiega La Stampa. E domani il consiglio di amministrazione del Monte si riunirà per l’esercizio della delega di aumento di capitale proprio per l’offerta annunciata su Mediobanca. In linea teorica, secondo il Corriere della Sera, “l’offerta potrebbe arrivare sul mercato tra il 7 e l’8 luglio per rimanere aperta anche per tutto il mese di agosto”. Questione di poche settimane, quindi.
L’INDAGINE UE SULLA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF
Tuttavia, la banca guidata dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio (nella foto) ora dovrà capire come si svilupperà la questione legale riguardo la cessione da parte del Mef del 15% delle quote dell’istituto. Perché sembra che anche l’Europa voglia vederci più chiaro. L’indiscrezione l’ha data il Financial Times, che ha spiegato come la Commissione europea abbia acceso un faro sull’operazione. La questione è ormai nota: la gara per la vendita è stata affidata a Banca Akros, piccolo istituto per la prima volta coinvolto in un’operazione così grande. Il 15% è finito in mano a soli quattro acquirenti: Banco Bpm (tra l’altro controllante di Akros), Anima, Delfin (holding della famiglia Del Vecchio) e Caltagirone.
Come riportato dal Ft, questi quattro soggetti sono “strettamente legati all’ambizione del governo di costruire un terzo polo bancario nazionale”. Ma altri potenziali investitori, come Unicredit – che pare volesse acquisire il 10% – o il fondo sovrano norvegese Norges e BlackRock, sarebbero stati esclusi. Banca Akros li avrebbe informati che “la gara era già chiusa”. Per questo la Commissione europea sta valutando la validità della vendita e la possibilità di aprire un’indagine sugli aiuti di Stato.
LE PAROLE DI GIORGETTI SULLA VENDITA DEL 15% DI MPS
In mattinata, dopo l’audizione del Copasir proprio sulla vendita del 15% di Mps, è intervenuto anche Giancarlo Giorgetti. Il ministro dell’Economia ha ribadito “l’assoluta correttezza dell’operato degli uomini e delle donne del Mef che hanno lavorato sull’operazione”. Sottolineando poi come sia stata “assolutamente identica in termini di procedura a quelle fatte precedentemente”.
“La Commissione europea ci chiede tantissime cose e noi rispondiamo su tante cose. Faccio presente che l’uscita da Mps si è chiusa con una lettera della Commissione europea che ha dato l’ok e ha detto che abbiamo puntualmente rispettato tutte le condizioni poste nel 2017 per perdere il controllo di Mps”, ha aggiunto Giorgetti. Per poi concludere: “Questa lettera è arrivata all’inizio del 2025 ed eravamo molto contenti di questo. Adesso ovviamente c’è un commissario diverso e magari vorrà in qualche modo capire quello che ha fatto il precedente. Però siamo assolutamente tranquilli”.
L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO E LA DIFESA DI BANCA AKROS
Intanto, però, la questione della cessione delle quote del Mef di Mps è già oggetto di un’indagine, quella della procura di Milano. Le ipotesi spaziano dall’aggiotaggio all’ostacolo alla Vigilanza. Sempre il Ft ha ricordato come la Guardia di Finanza abbia “sequestrato documenti dagli uffici di Banca Akros a Milano”. Oltre al fatto che sono state raccolte diverse testimonianze, tra cui quella dell’ad di Unicredit, Andrea Orcel.
Akros si è difesa e con un comunicato ha risposto all’articolo del Financial Times. “Ribadiamo con fermezza ancora una volta che il collocamento è stato condotto da Banca Akros in modo corretto e trasparente, nel rispetto delle norme e delle prassi che regolano tali operazioni: tutti gli ordini sono stati raccolti, registrati e processati allo stesso modo e nessun ordine di acquisto correttamente presentato è stato ignorato”, si legge. “Questo vale per tutte le centinaia di investitori istituzionali che sono stati invitati e hanno partecipato all’ABB; nessun grande investitore – sottolinea – è stato escluso dal processo di offerta come scritto nell’articolo, compresi UniCredit, il fondo petrolifero norvegese e BlackRock”, ha sottolineato ancora Akros nella nota.
GLI ESPOSTI DEL FONDO BLUEBELL ANTI CALTAGIRONE E DELFIN
Mediobanca, dopo il rinvio dell’assemblea a settembre, per adesso sta a guardare. In attesa dello sviluppo delle rilevazioni e anche del percorso degli esposti presentati da Giuseppe Bivona, del fondo Bluebell Partners per ostacolare Mps. Esposti fatti sia alla Commissione Ue riguardo agli aiuti di Stato ricevuti da Mps, sia alla Consob per valutare se ci sia stato un concerto tra Delfin e il gruppo Caltagirone per le operazioni su Generali (e quindi anche su Mediobanca). Su questo fronte, già a maggio l’Ivass aveva dato il suo ok a Mps per l’aquisizione di una partecipazione qualificata indiretta, tramite Mediobanca, in Generali.
Inoltre, Bivani aveva fatto un esposto alla Bce per chiedere di negare l’autorizzazione ad acquisire il controllo di Piazzetta Cuccia. Ma visto l’ok dell’istituto, non sembra essere stato preso in considerazione. E anche l’ultimo esposto, quello all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), riguarda la concessione dell’autorizzazione per Mps di acquisire Mediobanca.