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L’Europa non è più così dolce per l’industria dello zucchero

Quello dei produttori di zucchero in Europa è un momento decisamente amaro. I prezzi sono arrivati ai livelli più bassi degli ultimi tre anni, complici i consumi in calo, l'aumento della produzione, la concorrenza estera e le politiche ambientali. Fatti, numeri e commenti

 

Saranno felici i medici, un po’ meno i produttori. In Europa non si consuma più tanto zucchero, soprattutto in relazione a quanto se ne produce e importa. I prezzi infatti sono crollati, scendendo ai livelli più bassi degli ultimi tre anni. Inoltre, le pressioni normative stanno costringendo alla chiusura di impianti e all’erosione dei profitti.

LE CAUSE DEL CROLLO DEI PREZZI DELLO ZUCCHERO IN EUROPA

Il mercato europeo dello zucchero – osserva il Financial Times – sta attraversando una fase di forte contrazione, con i prezzi che hanno raggiunto i livelli più bassi degli ultimi tre anni. Secondo i dati della Commissione europea, a giugno il prezzo è sceso a 536 euro per tonnellata, con una diminuzione di oltre un terzo rispetto all’estate precedente. Tra le cause principali figurano l’aumento delle esportazioni ucraine, una produzione più elevata di barbabietola da zucchero e un calo nei consumi.

L’IMPATTO SU PRODUTTORI E STABILIMENTI

Le principali aziende europee del settore hanno segnalato un forte calo dei profitti. Tereos, il più grande gruppo saccarifero francese, nel secondo trimestre ha registrato un calo del 25% dei ricavi, pari a 1,2 miliardi di euro, e una riduzione del 79% dell’EBITDA, sceso a 56 milioni di euro. La società ha inoltre riportato una perdita operativa ricorrente di 22 milioni e un incremento del debito netto a 2,265 miliardi di euro.

Anche Südzucker, il principale produttore europeo, ha annunciato un crollo dell’utile operativo dell’85% nel primo trimestre del suo anno fiscale, con una perdita operativa di 56 milioni di euro nella divisione zucchero. Cristal Union, secondo produttore francese, ha comunicato un calo del 62% dell’utile netto annuo, a 117 milioni di euro, e ha segnalato condizioni di mercato più difficili per il futuro.

CHIUSURA DI IMPIANTI E RIDUZIONE DELLE SUPERFICI COLTIVATE

Nel corso del 2025, afferma il Ft, sono già stati chiusi 5 zuccherifici in Europa. Dal 2010 al 2025, nel Regno Unito si sono contate 14 chiusure. Attualmente, gli impianti operativi nel continente sono 83. I produttori segnalano una riduzione delle superfici coltivate a barbabietola da zucchero, con un calo previsto vicino al 10% per la stagione in corso.

AUMENTO DEI COSTI DI PRODUZIONE

Tereos, stando al quotidiano finanziario, ha riportato un aumento dei costi di produzione dello zucchero in Europa pari a 200 euro per tonnellata rispetto al 2017. Le principali cause indicate sono l’incremento dei prezzi delle materie prime agricole, dell’energia e i rischi legati al cambiamento climatico. Nonostante Tereos abbia mantenuto stabili le superfici coltivate, l’azienda ha segnalato un forte aumento delle spese operative.

COMPETIZIONE INTERNAZIONALE E POLITICHE COMMERCIALI

Alcuni operatori del settore attribuiscono parte delle difficoltà alle politiche europee che impongono standard ambientali più rigorosi rispetto a quelli vigenti nei paesi esportatori. I produttori europei segnalano che l’accesso senza dazi a prodotti provenienti da paesi con regolamentazioni meno restrittive sta influenzando negativamente la competitività dell’industria interna.

IMPORTAZIONI DALL’UCRAINA E STOCK IN ECCESSO

A questo si aggiunge che nel biennio 2023-2024, oltre un milione di tonnellate di zucchero proveniente dall’Ucraina è stato importato nell’Unione europea, contribuendo all’aumento delle scorte e al calo dei prezzi. La Commissione europea ha approvato una riduzione dell’80% delle quote di importazione a partire da luglio 2024.

L’AVVENTO DI OZEMPIC

Infine, sebbene alcuni operatori del settore minimizzino, anche il successo dei farmaci per la perdita di peso, come Ozempic, Wegovy o Mounjaro, potrebbe avere un ruolo nella minore domanda di zucchero. Pierre-Henri Dietz, direttore generale di Cristalco, il ramo commerciale del principale produttore Cristal Union, però ha detto che “dieci anni fa la grande preoccupazione erano i sostituti del glucosio – ma non si è mai concretizzata” e ha invece sottolineato l’importanza dell’andamento del cacao, perché circa il 30% delle loro vendite è legato al mercato di questo prodotto “quindi un calo della domanda di cioccolato può influenzare le vendite di zucchero”.

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