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Avio, tutti i dettagli sull’aumento di capitale (senza Leonardo)

Gli azionisti approvano l'aumento di capitale di Avio, l’operazione da 400 milioni di euro varata dal cda per finanziare il piano di investimenti destinato all’espansione negli Stati Uniti. All'operazione non prenderà parte Leonardo che possiede il 28,75%. Fatti, numeri e approfondimenti

Avio pronto a lanciare l’aumento di capitale, senza Leonardo.

Via libera dall’assemblea degli azionisti all’aumento di capitale dell’azienda di Colleferro – leader nella propulsione spaziale che realizza il vettore Vega – un’operazione da 400 milioni di euro proposta dal consiglio di amministrazione per sostenere il piano di investimenti legato all’espansione negli Stati Uniti.

L’obiettivo è completare l’operazione entro la fine dell’anno, garantendo nuove risorse per finanziare il nuovo impianto di produzione di motori a propellente solido oltreoceano. Non solo, si punta a rafforzare la posizione del produttore nei settori spaziale e della difesa in Europa.

Tuttavia, il principale azionista della società, Leonardo, si sfila dall’operazione. Già da tempo rapporti stampa riportano che il gruppo guidato da Roberto Cingolani non consideri più Avio strategica. Proprio oggi l’azienda di Piazza Monte Grappa ha annunciato l’accordo per dar vita a una joint venture europea con Airbus e Thales per unire le rispettive attività spaziali e satellitari, esplicitando che restano esclusi dal perimetro i lanciatori.

Tutti i dettagli.

LUCE VERDE DALL’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI

Si è tenuta l’assemblea straordinaria e ordinaria degli azionisti di Avio e, in sede straordinaria, l’assemblea ha approvato, con il voto favorevole di più del 99% del capitale intervenuto in assemblea, la proposta del cda di aumentare il capitale sociale a pagamento per un importo massimo complessivo di 400 milioni, comprensivo di eventuale sovrapprezzo, da eseguirsi entro il termine di 12 mesi dalla data della delibera assembleare, in forma scindibile, mediante emissione di azioni ordinarie, aventi godimento regolare, da offrirsi in opzione agli azionisti della società, indica una nota.

Inoltre, prosegue la nota, l’assemblea straordinaria ha conferito al consiglio di amministrazione ogni più ampio potere per definire ogni altro termine o condizione dell’aumento di capitale in opzione, ivi incluso il prezzo di emissione e l’eventuale sovrapprezzo, l’ammontare definitivo dell’aumento di capitale in opzione e il numero delle azioni di nuova emissione da offrire in opzione ai soci, nonché per determinare la tempistica per l’esecuzione dell’aumento di capitale in opzione.

IL PRINCIPALE AZIONISTA LEONARDO NON PRENDERÀ PARTE ALL’AUMENTO DI CAPITALE DI AVIO

Sorprende però la scelta del principale socio Leonardo che – con una quota di oltre il 28% – ha deciso di non partecipare all’aumento di capitale. Una mossa che segna una presa di distanza netta, ma non inattesa, dal momento che – spiegano fonti vicine al dossier – Avio non rientra nel perimetro strategico del piano industriale del gruppo ex Finmeccanica.

Già nel 2023, si vociferava che se da un lato Leonardo puntava a incrementare il propio peso nella manifattura dei satelliti, dall’altro il gruppo stava lavorando a un ridimensionamento della presenza nei lanciatori.

Una decisa inversione di rotta rispetto alla mossa di cinque anni fa. In data 15 giugno 2020 Leonardo aveva annunciato infatti la conclusione delle operazioni volte all’acquisto di 988.475 azioni di Avio, per incrementare la partecipazione in Avio con ulteriore consolidamento della propria posizione nel Settore Spazio. A valle delle suddette operazioni, conclusesi il 29 maggio 2020 con un esborso di 14 milioni di euro, la partecipazione di Leonardo si è incrementata del 3,75%, e risulta ad oggi pari al 28,75% del capitale sociale della società.

POSSIBILI SCENARI

Secondo indiscrezioni, prosegue Radiocor, si ragiona sulla possibilità che intervenga un altro soggetto societario della “galassia Leonardo” ma al momento questo scenario non si è concretizzato.

A settembre, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso aveva confermato che il dossier Avio era “all’attenzione del governo”, a testimonianza dell’importanza strategica del gruppo di Colleferro per la sovranità spaziale nazionale ed europea. Tra gli altri soci della società dei lanciatori spaziali – secondo quanto risulta a Radiocor – Delfin, holding della famiglia Del Vecchio che detiene quasi il 4%, è disponibile a valutare l’adesione.

LE AMBIZIONI AMERICANE…

Nella relazione del cda agli azionisti, Avio spiega che i 400 milioni raccolti serviranno a sostenere il piano di espansione negli Stati Uniti, a partire dal nuovo impianto per la produzione di motori a propellente solido, componente chiave anche per i futuri vettori europei di accesso allo spazio.

…E NON SOLO

Parallelamente, il produttore di Colleferro sta intensificando i lanci del Vega-C aggiornato e lo scorso dicembre si è aggiudicato un contratto da 350 milioni di euro con l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) per lo sviluppo del Vega-E, la prossima evoluzione del razzo prevista per la fine di questo decennio.

Il contratto siglato con l’Esa consentirà di proseguire lo sviluppo di Vega-E, fino alla fase di qualificazione a terra, ultimo passo prima del volo inaugurale, secondo la società di Colleferro. Come ricorda Europeanspaceflight, nel 2017 l’Agenzia ha assegnato ad Avio un importo iniziale di 53 milioni di euro per iniziare lo sviluppo di Vega E. A questo sono seguiti altri 118,8 milioni di euro a luglio 2021 per continuare il suo sviluppo. Quindi, con il contratto odierno l’Esa finanzierà completamente il progetto.

Nello specifico, il contratto copre tutti gli aspetti del sistema di lancio, come l’assemblaggio del razzo, la costruzione della piattaforma di lancio, il rifornimento, i sistemi della rampa di lancio e la logistica, oltre ai test integrati e combinati dell’intero sistema Vega-E.

L’azienda guidata da Giulio Ranzo punta infatti a consolidare il proprio ruolo nell’ecosistema spaziale europeo, in un momento in cui la competizione con SpaceX e la corsa verso la autonomia strategica europea richiedono investimenti significativi.

COME SI È MOSSO IL MERCATO

Nelle ultime settimane, le comunicazioni alla Consob e le quotazioni di Borsa hanno testimoniato l’inteso movimento intorno al titolo in vista dell’operazione: Wcm Investment Management è salita sopra il 5% e lo stesso ha fatto Barclays che tra quote con diritti e posizioni lunghe è posizionata su un pacchetto del 5,5%; Dws Investment ha più volte oscillato sopra e sotto la soglia rilevante e si trova ora al 5,5%. L’operazione godrà comunque della garanzia di Jefferies e Morgan Stanley sull’eventuale inoptato dell’aumento, sottolinea Radiocor.

CHE SUCCEDE AL TITOLO

Infine, guardando alla performance in Borsa, dopo aver toccato a inizio ottobre il massimo storico di 64 euro, il titolo Avio ha subito una correzione del 30%, tornando in area 45 euro. Ciononostante, il bilancio da inizio anno è di un aumento del +220%. Gli attuali livelli, secondo Intermonte, già prezzano le potenzialità di crescita stimate dal piano industriale, rileva Radiocor.

Segno che il mercato continua a credere nella traiettoria di sviluppo di Avio, anche senza la partecipazione diretta del suo azionista di riferimento.

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