(Le Figaro, Julie Ruiz Perez, 16 ottobre 2025)
(Una bella ripassata di imposte sui patrimoni delle holding controllate da persone fisiche. Quasi una “cura Monti”)
L’articolo in breve
- Il governo francese propone nel budget 2026 una tassa del 2% sui patrimoni non aziendali (come partecipazioni finanziarie e immobili non aziendali) delle holding familiari con sede in Francia, valutate oltre 5 milioni di euro e controllate al 33% da una persona o famiglia, per raccogliere 1 miliardo di euro da circa 4.000 famiglie benestanti.
- La misura, che ricorda l’ISF (abolito nel 2018), colpisce i patrimoni finanziari accumulati nelle holding per evitare l’imposta sui redditi finanziari; manca un tetto massimo, rischiando di essere confiscatoria e di causare doppie imposizioni.
- La tassa si applica anche a holding estere detenute da residenti francesi, suscitando critiche per discriminazione e difficoltà operative, con rischi di vendite forzate di beni per coprire l’imposta.
Cinque citazioni chiave
1. Sulla natura della nuova tassa e il suo obiettivo:
“L’articolo 3 del progetto di legge di bilancio (PLF) prevede una tassa del 2% sugli ‘attivi non aziendali detenuti da società con sede in Francia’ per ‘assicurare una giusta contribuzione delle persone più ricche che ricorrono a questo tipo di montaggi’ per sfuggire all’imposta.”
2. Sul legame con l’ISF e la popolazione colpita:
“‘I nuclei familiari proprietari delle imprese soggette alla tassa costituiscono una popolazione che probabilmente sarebbe stata sottoposta all’ISF all’epoca’, conferma l’avvocato Yoan Chemama, evidenziando come la misura colpisca i patrimoni dei più abbienti.”
3. Sul rischio di natura confiscatoria della tassa:
“‘In assenza di un tetto in funzione del risultato annuale del rendimento del patrimonio della holding, questa potrebbe essere costretta a vendere una parte del patrimonio per pagare la tassa’, sottolinea Yoan Chemama.”
4. Vincent Lazimi sulla doppia imposizione e il confronto con l’ISF:
“‘È una tassa confiscatoria, non limitata e non deducibile dall’imponibile dell’imposta sulle società, il che può creare una doppia imposizione’, afferma Vincent Lazimi, che definisce il dispositivo un ‘ISF mascherato’ con un’aliquota più severa (2% contro l’1,5% massimo dell’ISF).”
5. Sulle criticità per le holding estere e i residenti francesi:
“‘Per le holding estere, la tassa porta a imporre persone fisiche (contribuenti francesi) per un’imposta pensata per le società’, nota Vincent Lazimi, che ritiene il procedimento ‘discriminatorio’ rispetto alle holding francesi, con un rischio di vendite forzate di beni personali.”
(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)