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Tether juventus

Juventus, tutto sulla partita burrascosa fra Exor e Tether

Il Club torinese ha concluso un nuovo aumento di capitale da circa 100 milioni e nonostante le burrascose premesse delle ultime settimane anche Tether sarà della partita

Il CdA della Juventus ha deciso nella serata di ieri un nuovo aumento di capitale “lampo” da circa 100 milioni subito chiuso raggiungendo quota 97,8 milioni. Nel dettaglio, la società ha completato il collocamento riservato a investitori istituzionali tramite accelerated bookbuilding di 37.912.181 azioni ordinarie, pari a circa il 9,1% del capitale. Il prezzo di emissione delle azioni all’esito del collocamento è stato fissato in 2,58 euro per azione. Con l’emissione di nuove azioni, il capitale sociale complessivo sarà pari a 16.731.359,80 di euro, suddiviso in 417.033.996 azioni ordinarie, prive dell’indicazione del valore nominale. Ai soci Exor e Tether Investments, che detengono rispettivamente circa il 65,4% e l’11,5% del capitale sociale di Juventus (pari a circa il 78,9% e il 7% dei diritti di voto), sono state allocate nuove azioni pro quota alla rispettiva partecipazione.

LA PARTITA TRA JUVENTUS E TETHER

La decisione permetterà a Paolo Ardoino amministratore delegato di Tether, azienda che gestisce la stablecoin più utilizzata al mondo, USDt, ancorata al dollaro e con una capitalizzazione di 141,8 miliardi particolarmente in voga data la vicinanza con Donald Trump che intende fare dell’America la patria delle stable coin (la società italiana figura tra le imprese che hanno versato l’obolo per la realizzazione della sala da ballo tenacemente voluta dal nuovo inquilino della Casa Bianca) di continuare la propria corsa nel capitale azionario della Juventus.

“La Juventus è nelle mani salde di Exor e qualsiasi tentativo di scalata – leggi le iniziali mosse di Tether – appare utopistico. L’assemblea dei soci ne è stata la dimostrazione plastica. Preceduta, peraltro, da una dichiarazione resa da John Elkann, il ceo della controllante, che è suonata come un avviso ai naviganti: la famiglia Agnelli non ha alcuna intenzione di vendere le proprie quote, resta pienamente impegnata con la Juventus ed è orgogliosa di esserne l’azionista di controllo da oltre un secolo. È aperta, sì, a collaborazioni con gli stakeholder e altri investitori, ma nei toni e nei modi allineati al modus operandi della proprietà, non con i tentativi di modificare forzatamente statuto e ordine del giorno assembleare. Tutte le proposte del colosso delle criptovalute sono state bocciate”, si leggeva a inizio novembre su di un articolo della Gazzetta dello Sport.

GLI AGNELLI CAMBIANO TATTICA?

L’ingresso di Tether e la sua rapida scalata nel capitale azionario della Juventus sembrava da queste ricostruzioni sgradito a John Elkann, nonostante condivida con Ardoino le medesime necessità di avere un rapporto diretto con Trump dato che il rampollo Agnelli attraverso Stellantis ha importanti affari Oltreoceano.

A seguito della decisione del CdA, Tether, che detiene l’11,5% del capitale e il 7% dei voti, ha confermato la partecipazione “in proporzione alla sua quota attuale”, manifestando anche disponibilità a sottoscrivere eventuali azioni residue. La scelta del CdA va dunque incontro a una delle richieste di Tether  che voleva un aumento di capitale che le permettesse un maggiore coinvolgimento in società.

“Questo rappresenta una svolta positiva nei rapporti tra il club e Tether, dopo le tensioni dei mesi scorsi e culminati nella nomina di un esponente dell’azienda di stablecoin nel CdA della squadra di calcio”, viene sottolineato su Yahoo Finanza.

TUTTI I TENTATIVI DI GOL DELLE CRIPTO PARATI DAL CDA

A fine ottobre la medesima testata dopo aver ricordato l’ingombro del nuovo socio (“Tether ha rafforzato la sua presenza nella Juventus portando la propria partecipazione all’11,5%. Questo incremento consolida il suo ruolo di secondo azionista dopo Exor, il gruppo guidato da John Elkann, che controlla il 67,5% delle azioni e il 78% dei diritti di voto”) annotava: “Tether ha avanzato richieste mirate a ridefinire la struttura di governance del club, presentando la candidatura di due suoi rappresentanti nel CdA atteso per il 7 novembre. Tether avrebbe anche chiesto un seggio in più, due invece di uno. Tuttavia, le normative statutarie bianconere, consentono solo un seggio per gruppo azionario e il consiglio ha respinto tutte le eccezioni. Oltre alla questione dei seggi, Tether ha proposto modifiche alle procedure e un aumento di capitale con diritti per gli attuali soci. Il board ha inserito i temi nell’ordine del giorno, ma ha già raccomandato ai soci di respingere ogni proposta”.

Con riferimento all’aucap, il big del mondo crypto aveva detto di ritenere “che le azioni ordinarie di nuova emissione debbano essere offerte in opzione a tutti gli azionisti poiché tale modalità garantirebbe la migliore valorizzazione dell’investimento di ciascuno di essi ed eviterebbe fenomeni di diluizione delle partecipazioni al capitale attualmente detenute”.

Insomma, sebbene l’aumento di capitale si sia reso necessario per rafforzare la struttura patrimoniale del club torinese dato che l’esercizio 2024-2025 della Vecchia signora si è chiuso con una perdita netta di 58,1 milioni, Tether ha fatto subito intendere che tale mossa non doveva diventare pretesto per diluire le sue quote nella società. La società di Giancarlo Devasini e Paolo Ardoino aveva infine domandato che, in caso di decadenza degli amministratori, il successore venisse selezionato automaticamente dal resto della lista ricomprendendo insomma i manager avanzati da Tether. Con queste premesse, la partita tra la Juventus e Tether sembra solo al fischio di inizio.

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