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Il Wall Street Journal sfruculia gli strateghi di Wall Street

Come gli strateghi prevedono (male) il futuro economico e finanziario. L'approfondimento del Wall Street Journal tratto dalla rassegna di Liturri

(Wall Street Journal, Spencer Jakab, 23 dicembre 2025)

Spencer Jakab ironizza sulle previsioni di fine anno degli strateghi di Wall Street per l’S&P 500 nel 2026, con un target medio a 7554 (+11%), in un range ristretto che riflette prudenza più che convinzione. Evidenzia come essere troppo precisi sia rischioso (esempio Kolanovic licenziato per aver mancato il boom AI), mentre previsioni ottimistiche ma vaghe sono sicure, dato il ritorno medio storico dell’8,9%. Settori value potrebbero brillare, ma il peso di giganti tech domina.

1. Sul segreto per essere un buon prognosticatore evitando previsioni troppo specifiche:

“Un segreto per essere un prognosticatore di successo è non menzionare mai un numero e una data nella stessa frase. Purtroppo gli strateghi di Wall Street non hanno questo lusso e a dicembre devono pubblicare un target specifico per l’S&P 500 nell’anno successivo.”

2. Sull’analisi del consensus ristretto per il 2026 che rivela cautela degli strateghi:

“Le previsioni per il 2026 sono arrivate e l’S&P 500 è visto chiudere a 7554 secondo la media delle stime, in rialzo di quasi l’11%. Su 23 target esaminati, tutti tranne quattro rientrano in un range di 700 punti, dicendo qualcosa ma probabilmente non su cosa faranno davvero le azioni.”

3. Sul rischio professionale di previsioni troppo audaci rispetto alla sicurezza dell’ottimismo blando:

“Gli strateghi sono intelligenti e abbastanza intelligenti da capire che non c’è upside professionale nello sporgersi troppo. Bank of America a 7100 e Oppenheimer a 8100 sono gli outlier, e persino i loro target sono entro il margine di errore tipico di un anno.”

4. Sull’impatto dominante dei giganti tech sulle performance dell’indice rispetto ai settori tradizionali:

“Anche se uno stratega prevedesse un anno epico per utilities, energia e materiali con rialzi del 50% ciascuno, quelle 79 aziende spingerebbero l’S&P 500 solo di 3,5 punti percentuali poiché pesano meno di Nvidia da sola. Azzeccare l’AI conta davvero.”

5. Sulla natura essenzialmente promozionale delle target annuali e la loro affidabilità storica:

“Gli strateghi hanno molte cose interessanti da dire, ma i target per l’indice sono soprattutto un esercizio di marketing. Di solito prevedono un guadagno nell’ordine dell’alta singola cifra perché è una scommessa piuttosto sicura, la media a 50 anni del cambiamento dell’S&P 500 è stata dell’8,9%.”

 

(Estratto dalla newsletter di Giuseppe Liturri)

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