SPIFFERI DA PALAZZO CHIGI
"Raccontano fonti di governo che la tenacia con cui il fronte rigorista ha «rilanciato, drammatizzato e insistito sull’obbligo per tutti», nonostante il veto di Lega e M5S, ha spazientito il premier, già provato dallo scontro sulla scuola". (Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 6, 2022
La sinistra e i governatori volevano far tornare gli studenti in classe a febbraio, ma il premier è rimasto fermo sul 10 gennaio e ha insistito parecchio perché la dad non scatti finché in classe ci sono meno di tre casi (Draghi ne voleva in realtà quattro). (Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 6, 2022
"Il tira e molla dei partiti – in particolare di Lega e Movimento – non è piaciuto a Draghi. A sera, il premier è descritto come irritato, o comunque deluso per quelle che giudica le solite dinamiche scattate tra le forze politiche, nonostante il momento delicato". (Repubblica)
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Renato Brunetta, Roberto Speranza e Dario Franceschini vorrebbero l’obbligo vaccinale per gli over 40. (Repubblica)
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IL DECRETO IN PILLOLE
"L’Italia, prima in Europa, vara l’obbligo di vaccinazione. Gli over 50 no-vax sono 2,3 milioni. E allarga ai lavoratori il Super Green Pass, nonostante l’ostilità della Lega". (Repubblica)
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Obbligo di vaccino per tutti gli over 50 fino al 15 giugno e 100 euro di sanzione per chi non lo fa. Il Cdm vota all’unanimità il decreto legge che introduce anche il Super Green Pass per lavorare dal 15 febbraio al 15 giugno per tutti i dipendenti, pubblici e privati, over 50.
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Nel decreto nuove regole differenziate per la scuola, con la dad di 10 giorni prevista con almeno due casi di positività alle elementari e almeno quattro casi alle medie e superiori. Stanziati 92,5 milioni per i tamponi gratis agli studenti.
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Scuola, regole diverse per vaccinati e non. Alle medie e nei licei potranno essere divisi. Alle materne basterà un caso per mandare tutti a casa. Alle elementari ne serviranno due. Dagli 11 anni in su, con due infetti solo i No Vax in Dad; con tre tutti.
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Chi ha più di 50 anni e si rifiuta di fare il vaccino rischia 100 euro di multa. I lavoratori che vengono sorpresi al lavoro senza green pass rischiano una multa da 600 a 1.500 euro. (Corsera)
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PIZZINI RENZIANI
"Draghi è un punto di forza di questo Paese. Se vogliamo mantenerlo a Palazzo Chigi gli va data massima agibilità politica. Se vogliamo che stia al Colle va costruita una maggioranza presidenziale, ma anche una maggioranza politica per il governo del dopo". (Matteo Renzi)
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PIZZINI TABACCIANI
«Draghi è un politico raffinatissimo. Non è un tecnico. Abbiamo bisogno di un premier così». (Bruno Tabacci)
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"Draghi è un civil servant, il suo posto è al governo. È il garante del nostro debito pubblico. L’uomo che sblocca le rate del Pnrr. Il leader a cui guardano le cancellerie estere. Le sembrano cose che si possono realizzare standosene al Quirinale?». (Bruno Tabacci a Repubblica)
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SPIFFERI LEGHISTI
«L’ambiguità del mio partito e del mio segretario sui vaccini mi sta mettendo a disagio da tempo. È sempre stata ingiustificabile, ora è diventata insostenibile». (Gianantonio Da Re, eurodeputato della Lega, al Corsera)
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CARTOLINE DA REGNO UNITO E ISRAELE
Gran Bretagna e Israele stanno rivedendo le politiche di testing per alleviare la pressione sui laboratori e fronteggiare le scarse forniture di kit. I vaccinati israeliani, ad esempio, potranno uscire dall’isolamento con un test fai da te negativo. (Reuters)
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A ROMA PER RACCOGLIERE LA MONNEZZA SERVONO I FONDI DEL PNRR
Ama, raccolta rifiuti con fondi Pnrr. La Giunta capitolina a Roma ha approvato la delega ad Ama spa per la presentazione di proposte finalizzate al miglioramento della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, da finanziare nell’ambito del Pnrr. (Sole 24 Ore)
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SUL CDM:
Forse mai prima Mario Draghi si era sentito così strattonato dalle forze politiche, da destra e da sinistra. Come in un pericoloso tiro alla fune, capi delegazione e ministri hanno misurato la forza dei rispettivi partiti provando a portare nel loro campo (o spedire fuori campo) il presidente del Consiglio. Se la Lega è arrivata a minacciare il non voto contro il green pass rafforzato per andare dal parrucchiere o in banca, il Pd e Leu hanno pressato il capo del governo sull’obbligo vaccinale per tutti gli italiani. Così tanto pressato, che Draghi a un certo punto ha detto basta: «Non c’è nessun Paese che pratichi un obbligo generalizzato. Non siamo nella stagione precedente, ora ci sono i vaccini. Perché dovremmo impedire alle persone di lavorare? Le piccole imprese, se le costringiamo a chiudere, potrebbero non riaprire più».
Mediazione faticosa e tesa, eppure l’ex presidente della Bce alla fine è soddisfatto e lo sono «abbastanza» anche gli scienziati del Comitato tecnico scientifico, che nelle riunioni di Palazzo Chigi hanno portato l’allarme per la corsa della variante Omicron e il rischio che le strutture sanitarie possano entrare presto in grave sofferenza. «Il numero degli ospedalizzati raddoppia in dieci giorni», dicono gli studi illustrati da Brusaferro e Locatelli. Ed è proprio questo l’assillo che ha convinto Mario Draghi a smontare con pazienza le barricate della Lega, fino a far scendere, da 60 a 50 anni, la soglia anagrafica da cui scatta l’obbligo di vaccinazione. E poiché sa bene che ogni sua mossa viene letta alla luce della partita del Quirinale, il premier ha messo in chiaro che «la ratio del provvedimento non è dettata da una esigenza di compromesso politico, ma riflette le classi di età che più rischiano di finire in ospedale per Covid».
Voleva spiegarlo agli italiani in conferenza stampa, ma l’aria elettrica delle riunioni deve averlo convinto a desistere. Troppo combattuta la battaglia sulla scuola, troppo aspro lo scontro tra il fronte rigorista di Speranza, Franceschini, Brunetta e quello aperturista di Garavaglia, Stefani e Dadone. Giorgetti, che non nasconde il suo disagio, è rimasto a Varese e per ragioni familiari ha lasciato il posto al ministro del Turismo, ma a Palazzo Chigi smentiscono la delusione di Draghi verso il capo delegazione leghista: «Non esiste uno scontro personale, c’è una diversità di visione tra strutture». Alla fine il Carroccio ha ottenuto lo stralcio dell’obbligo di green pass rafforzato per i servizi e ha votato a favore del decreto, lasciando però agli atti che «è stata dura». Garavaglia non ha alzato i toni, ma nel merito ha dato battaglia per sventare l’abbassamento dell’obbligo vaccinale a 40 anni. Proposta di Brunetta, sostenuta da Franceschini e Speranza. Il ministro della Salute ha dovuto rinunciare al super green pass per i servizi, eppure anche lui non si mostra scontento: «Più di mezza Italia deve immunizzarsi, è un passo importante». E Brunetta può rivendicare l’idea con cui si è scongiurato lo strappo leghista in Cdm: rinunciare al green pass rafforzato e passare a quello ordinario per l’accesso ai centri commerciali, alle poste o nei saloni di bellezza.