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Ecco quanto costerà allo Stato la revoca della concessione ad Autostrade (Atlantia)

Che cosa prevede la convenzione tra Stato e concessionaria autostradale? Quali sono i possibili costi di una revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia? E a chi spetta la vigilanza? Ecco le risposte agli interrogativi di queste ore

Che cosa prevede la convenzione tra Stato e concessionaria autostradale? Quali sono i possibili costi di una revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia? Di chi è la responsabilità in caso di eventi come il crollo del Ponte Morandi a Genova? E a chi spetta la vigilanza? Ecco le risposte agli interrogativi di queste ore dopo l’annuncio del governo di voler revocare la concessione alla società del gruppo Atlantia controllato dalla famiglia Benetton.

IL COSTO STIMATO PER LO STATO

L’eventuale revoca della concessione ad Autostrade comporterebbe un risarcimento alla societa’ che, secondo stime di fonti finanziarie è intorno ai 15-20 miliardi. E’ la stima dell’agenzia Ansa dopo le dichiarazioni di ieri del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha detto. il governo revocherà la concessione “senza attendere i tempi della giustizia”.

CHE COSA PREVEDE LA CONCESSIONE

La convenzione prevede che il concessionario ha diritto a “un indennizzo/risarcimento a carico del Concedente in ogni caso di recesso, revoca, risoluzione”. L’indennizzo “sarà pari ad un importo corrispondente al valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di recesso, revoca o risoluzione del rapporto, sino alla scadenza della concessione”, nel 2038.

LA PROCEDURA DI DECADENZA

L’articolo 9 del documento spiega la procedura di decadenza che il concedente, oggi il ministero delle Infrastrutture che dal 2011 ha rilevato l’Anas in questo ruolo, deve seguire.

Innanzitutto la dichiarazione di decadenza presuppone una contestazione formale di specifica inadempienza (art 8) che finora non risulta esserci stata, per la quale il ministero lascia alla concessionaria “un congruo termine” per comunicare le proprie giustificazioni che, se non accettate, mandano avanti la procedura. Il codice civile prevede almeno 15 giorni.

Se il ministero contesta a quel punto l’inadempimento scatta la legge sulla trasparenza amministrativa, la legge 241, con cui la concessionaria viene diffidata ad adempiere “entro un congruo termine comunque non inferiore a 90 giorni” e può formulare le proprie controdeduzioni.

DI CHI E’ LA RESPONSABILITA’

La convenzione unica con cui il Ministero delle infrastrutture e trasporti dà la concessione ad Autostrade per l’Italia prevede che la responsabilità verso terzi sia tutta a carico di Autostrade. “Il concessionario – si legge nella convenzione – assume la responsabilità per i danni derivanti da fatti ad esso imputabili causati a persone ed a cose, sia per quanto riguarda i dipendenti e i materiali di sua proprietà, sia per quelli che esso dovesse arrecare a terzi in conseguenza dell’esecuzione dei lavori e delle attività connesse, sollevando il concedente di ogni responsabilità al riguardo”.

A CHI SPETTA LA VIGILANZA

Al concedente, invece, spetta la vigilanza: “Il concedente vigila affinché i lavori di adeguamento delle autostrade siano eseguiti a perfetta regola d’arte a norma dei progetti approvati, senza che per il fatto di tale vigilanza resti diminuita la responsabilità del concessionario in ordine all’esecuzione dei lavori. Il concedente vigila anche sui lavori di manutenzione ordinaria, straordinarie e sui ripristini”. Il concedente ha anche il potere di richiedere informazioni ed effettuare controlli, “con potere di ispezione, di accesso, di acquisizione della documentazione e delle notizie utili”.

IL DIBATTITO SULLA MOSSA DEL GOVERNO

Perplessità fra addetti ai lavori e giornalisti di economia e finanza per gli annunci dell’esecutivo. Sul “processo sommario”, il giornalista ex Sole 24 Ore, Nicola Borzi, ha scritto su Facebook: “I danni delle cause civili e dei procedimenti amministrativi condotti senza seguire le procedure della legge alla fine li pagheremo comunque noi tutti. Anche perché processi irregolari consentiranno a molti di cingersi il capo con l’aureola di martiri e di farla pure franca”.

Ha scritto Maurizio Caprino del Sole: “Gli elementi in mano al ministero al momento per disporre la revoca non sono molti, tanto più che ad oggi Autostrade per l’Italia non ha riportato condanne nemmeno per gli episodi controversi del passato. E per arrivare a una verità giudizialmente accertata su Genova ci vorranno anni”. Conclusione:lo Stato ha poco potere contrattuale nei confronti dei concessionari. E significa due cose: lo scarso potere contrattuale fa sì che le clausole previste dalle convenzioni diano pochi margini di manovra allo Stato per eventuali revoche delle concessioni; una revoca ingenererebbe tra gli investitori l’idea che finanziare il settore autostradale italiano non sarà più remunerativo come un tempo, provocando almeno nel lungo termine disimpegni e difficoltà nel reperire nuovi capitali”.

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