La mossa di Mediobanca di lanciare un’Ops su Banca Generali è stata letta da più commentatori come uno stratagemma. Un modo per difendersi dall’Ops che invece Monte dei Paschi di Siena ha lanciato a sua volta contro Mediobanca. Sui giornali italiani, come rimarcato da Startmag, l’ultima iniziativa finanziaria è stata analizzata in diverso modo. Anche il Messaggero, quotidiano del gruppo dell’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, uno dei protagonisti dell’Ops di Mps, di cui ha una partecipazione di circa il 9%, oltre che azionista di Mediobanca e Generali, ha ovviamente trattato la notizia.
COSA DICONO FONTI MPS
Nell’articolo della firma economico-finanziaria di punta Rosario Dimito, il giornale romano parte definendo l’iniziativa di Mediobanca una “mossa del cavallo”. Oltre a descrivere i dettagli dell’Ops, vengono poi citate delle indiscrezioni “secondo fonti di Mps raccolte dall’Ansa” per cui “l’offerta di Mediobanca su Banca Generali non è ostativa per l’Ops della banca senese su Piazzetta Cuccia, anzi rafforza il valore industriale dell’operazione”. Il Messaggero, quindi, rimarca come per l’operazione di Monte dei Paschi non ci siano problemi. Tutt’altro. “In più si sottolinea la conferma della valenza del progetto sottostante all’offerta di Siena con l’ulteriore sviluppo del wealth management, uno dei business su cui l’ad di Mps, Luigi Lovaglio, intende puntare con l’integrazione”, si legge ancora.
IL FATTORE TEMPO
A essere messo in evidenza dal Messaggero, anche l’aspetto delle tempistiche: “C’è chi dice che i tempi siano a favore di Mps perché conquisterebbe Mediobanca prima che l’offerta di Piazzetta Cuccia sull’istituto privato parta (autunno)”. In realtà, il fattore tempo è ben considerato anche su Repubblica che va più nel dettaglio e cita fonti interne e posizioni ufficiose di Mps. “In base ai tempi delle ultime autorizzazioni, Mps potrebbe avviare in Borsa l’Ops su Mediobanca negli ultimi giorni di giugno, e chiuderla un mesetto dopo. A quel punto, in base alle adesioni, Mps potrebbe raggiungere il controllo di Mediobanca”, viene scritto. “L’offerta di (Alberto) Nagel su Banca Generali, invece, potrà partire solo da settembre-ottobre: e a quel punto, osserva un operatore, «Nagel potrebbe non avere più tempo»”.
LE RISERVE DEGLI INVESTITORI
Tornando però sul Messaggero, l’articolo colleziona i commenti negativi sull’operazione di Mediobanca da parte di vari analisti. “Morgan Stanley ricorda come Banca Generali contribuisca al 4,5% dell’utile del Leone, che in cambio della sua quota riceverà il 6,5% del suo capitale. Se annullasse le azioni «l’operazione sarebbe modestamente accrescitiva» anche se un ulteriore «modesto upside incrementale» arriverebbe dal rafforzamento degli accordi distributivi con Piazzetta Cuccia”, viene scritto. E ancora. “Inoltre, affermano gli analisti di Kbw, «da un punto di vista finanziario se Generali cancella le azioni» ricevute da Mediobanca l’operazione sarebbe «marginalmente accrescitiva dell’utile per azione» e «da un punto di vista industriale siamo un po’ scettici circa il fatto che Generali stia uscendo da un’arena ad alti margini e alta crescita». Anche per gli azionisti di Banca Generali «l’operazione potrebbe sembrare non entusiasmante»”.