Alla fine è successo. Elon Musk e il presidente americano Donald Trump hanno litigato. Un epilogo non del tutto sorprendente, visti i caratteri dei due personaggi. L’uomo più ricco del mondo e l’uomo più potente del mondo hanno iniziato a dirsene di tutti i colori. Prima con qualche dichiarazione pubblica, poi scontrandosi a colpi di post sui loro social. Da X a Truth. Secondo Politico, dopo la rissa a distanza potrebbe essere in corso una riappacificazione tra i due. Ma le tensioni rimangono.
LE CRITICHE ALLA LEGGE DI BILANCIO DI TRUMP
Tutto è iniziato con le prime critiche di Musk alla legge di bilancio dell’amministrazione Trump. Una legge che aumenterà il deficit, già approvata alla Camera e ora al vaglio del Senato. Musk lo ha definito vergognosa, anche perché renderà inutile i tagli alla spesa pubblica che ha portato a termine con il suo lavoro al Doge, il dipartimento per l’efficienza governativa. Le critiche sono cresciute sempre di più e ieri sono scoppiate. Con Musk che ha tirato fuori dei vecchi post su X di Trump del 2012 e del 2013 in cui criticava i deficit di bilancio. “Dov’è l’uomo che ha scritto queste parole?” si è chiesto il miliardario.
IL CONTRATTACCO DI TRUMP DELUSO DA MUSK
Non sui social, ma dallo Studio Ovale, è arrivata la risposta di Trump. Si è detto “deluso da Elon”. Ha dichiarato di averlo “aiutato molto”, che Musk “conosceva questa legge meglio di chiunque altro e ha avuto problemi solo quando ha scoperto che avrei tagliato l’obbligo per i veicoli elettrici”. Il presidente Usa ha anche tirato una frecciata: “Non è solo Elon, penso che quando alcune persone lasciano l’amministrazione ne sentano così la mancanza, alcuni la accettano ma altri diventano ostili”.
“SENZA DI ME AVRESTI PERSO LE ELEZIONI”
Sotto al video delle dichiarazioni di Trump, Musk è sbottato. “Senza di me, Trump avrebbe perso le elezioni, i Democratici controllerebbero la Camera e i Repubblicani avrebbero 51-49 al Senato”, ha commentato. Chiosando: “Che ingratitudine”. La versione di Musk, poi, è che il testo della legge di bilancio gli è stato fatto vedere solo una volta.
NUOVO PARTITO NEGLI STATI UNITI?
Il fondatore di Tesla e SpaceX a quel punto è stato un fiume in piena. E sul suo social, X, si è sbizzarrito. Addirittura creando un sondaggio, chiedendosi: “È tempo di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti l’80% nel mezzo”. Cioè lo spazio tra Repubblicani e Democratici. Un sondaggio che ha ricevuto milioni di voti, ovviamente con una netta vittoria, con circa l’80%, del sì. Per adesso, ovviamente, è solo un’idea ipotetica e astratta. Una provocazione, che però con Musk non bisogna prendere tanto alla leggera. Ancor di più visto che Musk, non staccando le dita dalla tastiera, poco dopo ha scritto: “Trump ha ancora 3 anni e mezzo da presidente, ma io sarò in giro per i prossimi 40 anni”.
BOTTA E RISPOSTA TRA TRUMP E MUSK: I FILE DI EPSTEIN
Nel frattempo, Trump è di nuovo intervenuto sul suo social, Truth, accusando Musk di essere “impazzito” perché gli era stato tolto l’obbligo dei veicoli elettrici. “Una palese bugia. Che triste”, ha risposto il miliardario. E allora Musk ha sganciato la bomba mediatica, da lui stessa definita così: “Donald Trump è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici. Buona giornata Donald!”. Aggiungendo: “Segnatevi questo post per il futuro. La verità verrà fuori”.
L’accusa verso Trump è quindi di essere citato e coinvolto nei documenti riservati sui processi del finanziere Jeffrey Epstein, morto suicida nel 2019 dopo essere stato condannato per aver sfruttato sessualmente decine di ragazze minorenni. Una storia, quella dei files di Epstein, che negli ultimi anni ha scatenato varie teorie del complotto, a cui il mondo MAGA e dell’estrema destra Usa ha spesso guardato con favore. Ecco perché l’attacco di Musk non è stato compiuto a caso. Ma è un segnale preciso mandato a Trump.
I CONTRATTI GOVERNATIVI DI MUSK
Il botta e risposta, comunque, non si è fermato. Trump ha risposto puntando sugli affari. “Il modo più semplice per risparmiare soldi nel nostro bilancio, miliardi e miliardi di dollari, è chiudere i contratti e i sussidi governativi di Elon. Sono sempre stato sorpreso che Biden non l’abbia fatto”. A quel punto, è stato Musk a reagire: “Alla luce delle dichiarazioni del Presidente sulla cancellazione dei miei contratti governativi, SpaceX inizierà immediatamente a dismettere la sua navicella spaziale Dragon”. Cioè una capsula fondamentale per la stazione spaziale della Nasa. Musk ha però ritrattato in un commento qualche ora dopo.
L’IMPEACHMENT DI TRUMP E JD VANCE PRESIDENTE
Lo scontro è continuato. Ripostando un contenuto di un utente su X, che si chiedeva: “Il presidente contro Elon. Chi vince? Scommetto su Elon. Trump dovrebbe essere subire un impeachment e JD Vance dovrebbe sostituirlo”, il commento di Musk è stato solo “Sì”. Di fatto, quindi, ha chiesto l’impeachment per Trump, fornendo un assist al vicepresidente Vance. Vance che è stato tirato in ballo anche dopo. Musk, infatti, ha risposto con una risata a una foto del vicepresidente, che prima di una trasmissione podcast in cui è stato ospite ha postato scherzando: “Giornata con poche notizie. Di cosa vogliamo parlare?”.
GLI ATTACCHI E GLI INSULTI A STEVE BANNON
Musk non ha smesso di postare. Al netto di possibili rapporti risanati con Trump, ci sono alcune relazioni tra Musk e gli uomini vicini al presidente che non si possono ricomporre. E forse non sono mai state integre. Commentando un video di Steve Bannon, l’ideologo di estrema destra vicino a Trump, in cui auspicava un ordine esecutivo di Trump per sequestrare SpaceX, Musk non ha usato mezzi termini: “Bannon è un comunista ritardato”. La resa dei conti è più che iniziata.