Apple quantifica l’impatto dei dazi di Trump in quasi un miliardo di dollari nel trimestre in corso.
Ieri il colosso di Cupertino ha annunciato una trimestrale superiore alle attese, con un utile per azione di 1,65 dollari su ricavi di 95,36 miliardi di dollari, contro attese per 1,63 dollari su 94,66 miliardi.
Nell’after-hours, il titolo perdeva però il 2,2%, a causa della debolezza nella Grande Cina, dove i ricavi sono stati pari a 16 miliardi, contro i 17 miliardi del consensus.
“Oggi Apple presenta solidi risultati trimestrali, tra cui una crescita a due cifre nei Servizi”, ha dichiarato il ceo Tim Cook.
Stamani le azioni Apple sono scese di quasi il 3% nelle contrattazioni pre-mercato, dopo che il produttore di iPhone ha ridotto il suo programma di riacquisto di azioni proprie e Cook ha avvertito di costi aggiuntivi legati ai dazi per circa 900 milioni di dollari in questo trimestre, nel contesto della guerra commerciale a colpi di tariffe in corso tra Pechino e Washington.
Allo stesso tempo, il numero uno di Apple ha spiegato che è “molto difficile” fare previsioni per la seconda metà del 2025.
Tutti i dettagli.
BENE I RICAVI
Il produttore di iPhone ha archiviato il secondo trimestre dell’anno fiscale 2025 (terminato il 29 marzo 2025) con un fatturato di 95,4 miliardi di dollari, in crescita del 5% su base annua, e un utile per azione di 1,65 dollari, in crescita dell’8% su base annua. Gli analisti si aspettavano in media, secondo dati LSEG, ricavi di 94,7 miliardi di dollari e utili di 1,63 dollari per azione.
Lievemente sotto le attese la divisione servizi, con ricavi per 26,65 miliardi, rispetto ai 23,87 miliardi di dollari di un anno fa e alle stime di 26,69 miliardi di dollari.
Sopra le stime i ricavi dall’iPhone (46,84 miliardi, contro 45,84 miliardi) e del Mac (7,95 miliardi, contro 7,77 miliardi), mentre quelle degli iPad hanno rappresentato un fatturato di 6,4 miliardi di dollari e la divisione che include dispositivi indossabili e accessori ha generato 7,5 miliardi di dollari.
CHE SUCCEDE IN CINA
Allo stesso tempo per l’azienda con sede a Cupertino, California, le vendite in Cina sono diminuite del 2,3%, attestandosi a 16 miliardi di dollari nel secondo trimestre, conclusosi il 29 marzo, rileva Bloomberg. Gli analisti avevano previsto 16,83 miliardi di dollari. Questo calo è un segnale preoccupante per quello che un tempo era un mercato in crescita, aggiunge la testata.
L’IMPATTO DEI DAZI SU APPLE
Nell’ultimo trimestre Apple ha registrato “un impatto limitato dei dazi, poiché siamo riusciti a ottimizzare la nostra catena di approvvigionamento e il nostro inventario”, ha dichiarato il ceo Tim Cook durante la call con gli analisti.
Dopodiché Cook ha riferito che i dazi potrebbero aggiungere circa 900 milioni di dollari di costi in questo trimestre anche se ha precisato che “Per il trimestre di giugno, al momento non siamo in grado di stimare con precisione l’impatto dei dazi”.
COME SI STA MUOVENDO IL COLOSSO DI CUPERTINO
Infine, Cook ha dichiarato agli analisti durante la conference call sui risultati che l’azienda, che produce oltre il 90% dei suoi prodotti in Cina, prevede che la maggior parte degli iPhone venduti negli Stati Uniti nel trimestre di giugno sarà prodotta in India.
Il numero di uno di Apple ha dichiarato di voler spostare la produzione di iPhone in India per minimizzare l’impatto della guerra commerciale del presidente Donald Trump.
Quasi tutti i prodotti iPad, Mac, Apple Watch e AirPods destinati agli Stati Uniti proverranno dal Vietnam, mentre la maggior parte dei prodotti Apple venduti al di fuori degli Stati Uniti proverrà dalla Cina, ma l’azienda ha diversificato la sua catena di approvvigionamento e questo significa che ora più iPhone destinati agli Stati Uniti sono prodotti in India.