Le Case automobilistiche europee attanagliate dalla crisi delle auto elettriche e tamponate dalla serrata concorrenza cinese vedono ora aprirsi un nuovo fronte: quello della sicurezza informatica. Dopo la britannica Jaguar Land Rover, anche la francese Renault e la controllata rumena Dacia hanno infatti subito un attacco hacker.
L’ATTACCO HACKER SUBITO DA RENAULT E DACIA
L’epicentro sarebbe ancora una volta, pare, la Gran Bretagna. Secondo quanto dichiarato dall’azienda in una nota, i pirati informatici sono riusciti a mettere le mani sui dati dei clienti nel Regno Unito. “Questi dati includono alcune o tutte le seguenti informazioni: nomi, indirizzi, date di nascita, sesso, numeri di telefono, numeri di identificazione dei veicoli e dati di targa dei veicoli dei clienti”.
PRESO DI MIRA UN FORNITORE DELLA FILIERA
La Casa francese si affretta comunque a sottolineare che l’attacco hacker “è stato contenuto”. Dalle prime informazioni non sarebbe stato sferrato direttamente contro i sistemi di sicurezza di Renault o di Dacia ma avrebbe preso di mira uno dei fornitori di servizi del Gruppo.
RISCHIO TRUFFE IN AUMENTO
Solitamente tali dati vengono poi utilizzati dagli hacker o da altri criminali cui vengono rivenduti nel dark web per imbastire truffe molto credibili: è infatti possibile metterli assieme e spacciarsi ad esempio per la Casa automobilistica e contattare gli utenti al fine di ottenere, mediante raggiri, altri dati o direttamente somme di denaro.
Per questo nelle ultime ore Renault e Dacia stanno suggerendo ai propri clienti la massima prudenza ricordando loro di diffidare da e-mail o telefonate sospette e ricordando che il Gruppo automobilistico “non chiederà mai la password”.
Un portavoce di Renault Uk ha aggiunto: “Desideriamo scusarci con tutti i clienti coinvolti. La privacy dei dati è della massima importanza per noi e ci rammarichiamo profondamente che ciò sia accaduto”. Non risultano compromessi dati finanziari.
DA STELLANTIS A JAGUAR LAND ROVER, GLI HACKER NON SI FERMANO
Nell’ultimo periodo Stellantis ha segnalato una violazione di dati custoditi presso un fornitore esterno in Nord America che ha portato a una esposizione temporanea delle informazioni di contatto dei clienti.
Ma l’incidente più grave riguarda quello avvenuto tra la fine di agosto e l’inizio di settembre alla britannica Jaguar Land Rover (nelle mani dell’indiana Tata Motors) e che ha costretto i tecnici a scollegare ogni stabilimento mondiale (inclusi dunque anche quelli in Cina e in India) dal cervellone centrale.
A risentirne soprattutto la filiera: quel sottobosco di conto terzi che rifornisce esclusivamente le aziende del Gruppo. Per questo il governo britannico ha deciso di fornire in via diretta garanzie sui prestiti a Jaguar Land Rover per circa 1,7 miliardi di euro che contemporaneamente avrebbe chiesto altri 2 miliardi alla connazionale Standard Chartered Bank, all’americana Citigroup e alla nipponica Mitsubishi Ufk Financial Group.