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Trump si meritava il Nobel per la pace?

Donald Trump è stato nominato per il premio Nobel per la Pace: ecco chi lo sostiene (e chi vi si oppone).

L’ormai fallita candidatura di Donald Trump al Premio Nobel per la Pace aveva acceso un dibattito globale, alimentato dai recenti successi diplomatici del tycoon, come il cessate il fuoco a Gaza, e da un’intensa campagna di lobbying.

Sostenuto da leader internazionali e parlamentari americani, ma osteggiato da critici per le sue politiche controverse, Trump si presentava come una figura polarizzante, che rendeva impervia l’assegnazione dell’ambito premio, non ultimo perché la segnalazione dei papabili al comitato che decide il prescelto è un processo che termina a gennaio.

L’annuncio del comitato

A gelare le aspettative trumpiane ci ha pensato ieri il comitato del Nobel, che – come riporta il New York Times – in mattinata ha annunciato che a ricevere il Nobel per la Pace 2025 è María Corina Machado, politica venezuelana pro-democrazia.

Il Comitato Norvegese per il Nobel, annunciando il premio, ha citato “il suo instancabile lavoro nella promozione dei diritti democratici per il popolo del Venezuela e la sua lotta per ottenere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia”.
Machado, osserva il Nyt, è emersa dai margini politici del Venezuela per costruire un potente movimento sociale che ha portato migliaia di persone nelle strade prima delle elezioni dell’anno scorso. Ciò è seguito a anni di apatia politica in Venezuela, dove il governo del presidente Nicolás Maduro ha represso le proteste e arrestato dissidenti, contribuendo a provocare un enorme esodo dal paese.

La furia negli Usa.

L’annuncio ha scatenato una furiosa reazione dalla Casa Bianca e dal mondo MAGA, che vedono nella decisione una palese “umiliazione” politica contro Trump.
Come scrive Axios, “MAGA è furioso che il presidente Trump non abbia ricevuto il Nobel per la Pace venerdì, sostenendo che la politica è stata determinante nel negargli l’onorificenza per cui ha apertamente fatto pressione”.
Questa delusione tocca due nervi scoperti del movimento: la diffidenza verso istituzioni internazionali “globaliste” e la fedeltà assoluta a Trump, già ferita dal ricordo del Nobel assegnato a Obama nel 2009, visto come un premio immeritato a un liberale.
La Casa Bianca ha espresso rabbia attraverso il direttore delle comunicazioni Steven Cheung, che su X ha dichiarato: “Il Comitato Nobel ha dimostrato di anteporre la politica alla pace”, aggiungendo che “Trump continuerà a concludere accordi di pace in tutto il mondo, terminando guerre e salvando vite, con il cuore di un umanitario che nessuno potrà eguagliare”.
Come segnala Politico, il deputato repubblicano della North Carolina Richard Hudson ha scritto su X che “é una vergogna che il presidente Trump non ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace dopo tutto quello che ha fatto” per il Medio Oriente.

Chi aveva candidato Trump?

Donald Trump era stato nominato per il Premio Nobel per la Pace da diverse figure di spicco, sia a livello nazionale che internazionale.

Come riportato da CBS News, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avanzato la sua candidatura a luglio, lodando il ruolo di Trump nel negoziato per il cessate il fuoco a Gaza. Anche il governo del Pakistan ha nominato Trump a giugno per il suo intervento nella crisi tra India e Pakistan.

Leader internazionali come il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il primo ministro cambogiano Hun Manet avevano nominato Trump per accordi di pace nelle loro regioni.

Come riferisce The Hill, negli Stati Uniti, diversi membri del Congresso hanno sostenuto la sua candidatura: la deputata Anna Paulina Luna (R-Fla.) aveva formalmente nominato Trump per il suo ruolo nell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, mentre la deputata Claudia Tenney (R-N.Y.) lo aveva candidato per gli Accordi di Abramo del 2020.

Inoltre, l’Israeli Hostages Families Forum aveva chiesto al comitato del Nobel di riconoscere Trump per il suo “impegno incrollabile” nel liberare gli ostaggi presi da Hamas il 7 ottobre 2023, come riportato da CBS News.

Tuttavia, molte di queste nomine sono arrivate dopo la scadenza del 31 gennaio per il premio 2025, rendendo improbabile la sua eleggibilità per quest’anno.

Le dichiarazioni di Trump sul Nobel

Trump non ha mai nascosto il suo desiderio di vincere il Premio Nobel per la Pace, spesso accompagnando le sue affermazioni con toni enfatici e talvolta polemici.

Come scrive il New York Times, Trump ha dichiarato a più riprese di meritare il premio, sottolineando di aver risolto “sei o sette guerre” durante il suo secondo mandato. In un discorso alle Nazioni Unite, ha affermato: “Tutti dicono che dovrei ricevere il Premio Nobel per ciascuno di questi risultati”.

Tuttavia, come scrive Fox News, Trump aveva anche espresso scetticismo sulle sue possibilità, lamentando un presunto pregiudizio del comitato norvegese. “Non riceverò mai un Premio Nobel, non importa cosa faccia”, ha scritto su Truth Social a giugno, aggiungendo che “la gente sa, ed è questo che conta per me”.

In un discorso a Quantico, Virginia, il presidente aveva ironizzato sul fatto che il premio potrebbe andare a “qualche tizio che non ha fatto nulla”, come riportato da BBC.

Queste dichiarazioni riflettono un mix di ambizione personale e frustrazione per un riconoscimento che The Donald percepiva come fuori dalla sua portata

Ha davvero concluso sette guerre?

Trump ha ripetutamente sostenuto di aver posto fine a “sei o sette guerre” durante il suo secondo mandato, citando conflitti come quelli tra Israele e Iran, India e Pakistan, e Thailandia e Cambogia.

Tuttavia, questa affermazione è stata oggetto di critiche e verifiche. Come riportato da CNN, in alcuni casi Trump ha contribuito a negoziare accordi tra parti in conflitto, ma in altri i paesi coinvolti hanno minimizzato il ruolo degli Stati Uniti, e in alcuni casi non si trattava di vere e proprie guerre. Ad esempio, Trump ha confuso i nomi dei paesi in alcune occasioni, attirando scherni da parte di leader europei.

Nonostante ciò, il recente cessate il fuoco a Gaza, annunciato mercoledì, rappresenta un risultato significativo, anche se la sua stabilità a lungo termine rimane incerta. Ma gli esperti sottolineano che il comitato del Nobel tende a premiare pace duratura, non successi diplomatici a breve termine, il che limitava di fatto le possibilità di Trump per il 2025.

Chi si opponeva alla candidatura di Trump?

La candidatura di Trump ha suscitato forti critiche, sia per il suo stile politico che per le sue azioni. Come scrive il New York Times, il presidente del comitato Nobel, Jorgen Watne Frydnes, ha criticato Trump per l’erosione della libertà di espressione nelle democrazie, un riferimento diretto alle sue politiche interne.

Nina Graeger, direttrice del Peace Research Institute Oslo, ha definito “insolita” la campagna pubblica di Trump e “audaci” le sue affermazioni sui conflitti risolti, come riportato dal New York Times.

Inoltre, scrive l’Associated Press, le sue posizioni contro il cambiamento climatico e il ritiro da istituzioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità e gli Accordi di Parigi sono considerate in contrasto con i valori del comitato Nobel.

A livello internazionale, critici come il presidente colombiano Gustavo Petro hanno accusato Trump di perseguire interessi economici, come il petrolio, con i suoi attacchi ai presunti trafficanti di droga nei Caraibi.

Negli Stati Uniti, senatori come Rand Paul (R-Ky.) e Lisa Murkowski (R-Alaska) avevano espresso preoccupazioni per le operazioni militari di Trump nei Caraibi, definendole potenzialmente provocatorie.

Chi stava facendo lobbying per Trump?

La campagna per il Nobel di Trump è stata sostenuta da un’intensa attività di lobbying, sia da parte dei suoi alleati che da leader internazionali.

Come riportato da Fox News, figure come il deputato repubblicano Brian Mast e l’ex portavoce del governo israeliano Eylon Levy hanno pubblicamente sostenuto la sua candidatura, con Mast che ha esortato il comitato a premiare Trump per la sua politica di “pace attraverso la forza”.

Come riferisce Bloomberg, anche il figlio di Trump, Eric, ha usato i social media per promuovere la candidatura del padre.

Inoltre, secondo BBC, Trump avrebbe contattato direttamente Jens Stoltenberg, ex capo della NATO, per discutere del premio.

Tuttavia, il comitato Nobel ha sottolineato di non cedere alle pressioni politiche, e il presidente Frydnes ha dichiarato che la decisione per il 2025 era stata presa lunedì, prima dell’annuncio del cessate il fuoco a Gaza

Come viene attribuito il Premio Nobel per la Pace?

Il Premio Nobel per la Pace viene assegnato da un comitato di cinque membri nominato dal parlamento norvegese, seguendo i criteri stabiliti dal testamento di Alfred Nobel nel 1895.

Come spiega CBS News, il premio è destinato a chi ha fatto “il massimo o il miglior lavoro per la fratellanza tra le nazioni, l’abolizione o la riduzione degli eserciti permanenti e la promozione di congressi di pace”.

I nominativi possono essere presentati da membri di assemblee nazionali, governi, organizzazioni internazionali, professori universitari o ex vincitori del premio. Per il 2025, sono stati nominati 338 candidati, di cui 244 individui e 94 organizzazioni.

Dopo la scadenza delle nomine il 31 gennaio, il comitato crea una lista ristretta di candidati, che vengono poi valutati attraverso analisi approfondite. La decisione finale, presa a maggioranza ma preferibilmente all’unanimità, avviene in una riunione segreta poco prima dell’annuncio di ottobre, secondo quanto scrive BBC. I nomi dei nominati e i dettagli del processo restano segreti per 50 anni.

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