Di seguito una selezione di estratti dalla stampa francese sul manager Luca de Meo che, dopo aver lasciato a sorpresa la guida di Renault, è stato nominato nuovo amministratore delegato del colosso del lusso Kering, da tempo in difficoltà a causa del crollo della domanda in Cina, dell’incertezza sui dazi Usa e delle performance deludenti di alcuni marchi, tra cui Gucci.
DA RENAULT A KERING, UNA NUOVA SFIDA PER LUCA DE MEO
Luca De Meo, l’architetto della rinascita di Renault, lascia il gruppo automobilistico francese a sorpresa per guidare Kering, colosso del lusso con marchi come Gucci, in crisi di velocità. L’annuncio, comunicato giovedì scorso al governo e al presidente di Renault, Jean-Dominique Senard, ha scioccato il mondo degli affari parigino. In cinque anni, De Meo ha trasformato Renault, salvandola dal trauma dell’affaire Ghosn e da perdite record, portandola a profitti storici con il piano “Renaulution”. Ora, a meno di un mese dall’addio, il 15 luglio, parte la caccia al successore.
L’articolo sottolinea il momento delicato: Renault, con lo Stato francese al 15% del capitale, è un simbolo politico, e De Meo lascia mentre il piano strategico “Futurama” è in fase di definizione. La sua uscita, in un’Europa automobilistica in crisi – con immatricolazioni deboli, elettrico al 15% e pressioni da Cina e dazi Usa – rischia di rallentare il distacco da Nissan e il rilancio delle auto economiche. Il titolo Renault è crollato dell’8,69% lunedì. Ma il gruppo, oggi più solido rispetto al 2020, non cerca un “pompiere”, bensì un leader che prosegua l’innovazione.
Due opzioni per la successione: un interno come Denis Le Vot, 60 anni, capo di Dacia, o un esterno come Maxime Picat, 51 anni, da Stellantis, il cui nome circola insistentemente.
Kering, invece, scommette su De Meo per risollevare Gucci, mentre Renault deve affrontare un vuoto di leadership in un settore spietato. La sfida per il successore sarà mantenere la rotta di De Meo senza stravolgere un piano che ha ridato identità e audacia al marchio del Losanga.
(Le Figaro, Bertille Bayart e Valérie Collet, 17 giugno 2025)
“È UNA DECISIONE PERSONALE, NON STO SCAPPANDO”
Luca De Meo, l’italiano che ha riportato Renault al successo, lascia il timone del gruppo automobilistico per tuffarsi nel mondo del lusso con Kering, un cambio che ha spiazzato tutti.
In un messaggio ai dipendenti, scritto in inglese, il 58enne spiega: “Non sto scappando, è una scelta personale”. Dopo aver salvato Renault dalla crisi post-Ghosn con il piano “Renaulution”, De Meo si prepara a un nuovo cocktail di adrenalina e sfide, questa volta per rilanciare marchi come Gucci. Ma il suo addio, a meno di un mese dal 15 luglio, arriva mentre presentava “Futurama”, il piano per i prossimi cinque anni, lasciando stupore e interrogativi.
L’articolo racconta un De Meo passionale e instancabile, capace di entusiasmare con progetti ambiziosi, come il rilancio elettrico di R5 e R4, ma anche di abbandonare improvvisamente la nave. In cinque anni, ha trasformato Renault: margine operativo al 7,6% nel 2024, free cash flow di 2,9 miliardi e un titolo cresciuto dell’80%. Ha ridato orgoglio ai dipendenti e surclassato rivali europei, nonostante ostacoli come l’alleanza con Nissan e le sfide della decarbonizzazione. Eppure, il richiamo di Kering, con le sue icone del lusso, ha prevalso su quello dell’auto, che sembrava la sua vocazione.
I motivi? Non la stanchezza, dicono i suoi collaboratori, ma il fascino di una nuova trasformazione. La sua indole da risolutore di crisi lo spinge verso Kering, dove troverà situazioni complesse come a Renault nel 2020. La remunerazione, cresciuta a 5,3 milioni nel 2023, potrebbe aver influito, ma De Meo rassicura: Renault è solida, con un piano pronto per il successore. Il suo passaggio al lusso, però, segna un punto di svolta, lasciando il Losanga a un bivio e il settore automobilistico europeo orfano di un “car guy” che ha fatto la differenza.
(Le Figaro, 17 giugno 2025)
KERING, UNA SFIDA AD ALTA INTENSITÀ PER IL MANAGER ITALIANO
Luca De Meo, artefice della rinascita di Renault, è la nuova scommessa di Kering, numero due del lusso mondiale, per uscire dalla crisi. L’annuncio della sua nomina a direttore generale, con François-Henri Pinault che resta presidente, ha sorpreso il settore.
Dal 15 settembre, l’italiano 58enne dovrà rivitalizzare Gucci, che rappresenta metà del fatturato ma ha perso il 27% delle vendite dal 2021, e altre marche come Yves Saint Laurent e Balenciaga, in affanno dopo anni di crescita sfrenata.
L’articolo evidenzia l’urgenza di un cambio di rotta per Kering, il cui titolo ha perso tre quarti del valore dal picco del 2021. De Meo, noto per il suo talento strategico e marketing, dimostrato con il rilancio di Fiat 500, Seat e Renault, è chiamato a un compito titanico: ridare slancio creativo a Gucci, dopo l’uscita di Alessandro Michele e il breve mandato di Sabato de Sarno, sostituito da Demna Gvasalia.
Dovrà anche integrarsi in un mondo del lusso dove creativi e direttori artistici dominano, gestendo una decina di nuovi manager, come Pierpaolo Piccioli a Balenciaga.
Il manager italiano troverà un gruppo con una forte impronta italiana (Gucci, Bottega Veneta), ma con sfide finanziarie: una debito di 10,5 miliardi e l’acquisto del restante 70% di Valentino. Positivo il successo di Kering Eyewear, che genera 1,6 miliardi (+8% nel 2024), mentre Kering Beauté, con i suoi 323 milioni, resta marginale in un settore competitivo.
De Meo, esperto di ristrutturazioni, dovrà ottimizzare i costi e definire priorità strategiche. La sua nomina audace riflette la crisi del lusso, ma anche la fiducia che un outsider possa riportare Kering al vertice, come fece con Renault.
(Le Figaro, Olivia Détroyat, 17 giugno 2025)
DE MEO, LA SCOMMESSA AUDACE DI PINAULT
Un fulmine a ciel sereno scuote il mondo degli affari: Luca De Meo, l’uomo che ha rivitalizzato Renault, diventerà direttore generale di Kering, colosso del lusso in crisi. L’annuncio, rivelato da Le Figaro, ha fatto volare il titolo Kering (+12%) e crollare Renault (-9%). Dal 15 settembre, l’italiano 58enne, lasciando il Losanga il 15 luglio, affronterà una sfida inedita: rilanciare Gucci, che ha perso il 25% delle vendite, e altre marche come Yves Saint Laurent, mentre François-Henri Pinault resta presidente.
L’articolo dipinge la nomina di De Meo come un colpo audace di Pinault, deciso a rompere i codici del lusso con un manager esterno, noto per il suo genio strategico. In cinque anni, De Meo ha raddoppiato il valore di Renault con il piano “Renaulution”, rilanciando il marchio e Alpine. Ora, Kering cerca il suo “elettroshock”: Gucci fatica a ritrovare creatività dopo l’addio di Alessandro Michele, e il mercato del lusso è fermo dopo anni di crescita. De Meo porterà rigore, visione a 360 gradi e capacità di ottimizzare costi, ma dovrà adattarsi a un mondo dove estetica e direttori artistici regnano.
La sua italianità è un vantaggio per gestire Gucci, cuore italiano di Kering, ma il confronto con creativi come Demna Gvasalia o Francesca Bellettini sarà cruciale. Olivia Flahault sottolinea il suo carisma e la vicinanza al mercato, ma avverte: “Sarà tutto bianco o tutto nero”. De Meo dovrà bilanciare l’eredità del lusso con l’agilità richiesta dai tempi moderni, mentre Renault, orfana del suo leader, affronta il piano “Futurama” in un settore auto europeo al bivio. La scommessa di Pinault segna un’epoca di manager trasversali, capaci di trasformare industrie diverse con la stessa ricetta: visione, efficienza e desiderio.
(L’Opinion, Muriel Motte, 17 giugno 2025)