Skip to content

cina

Cosa ruota attorno al rallentamento economico della Cina

Ad agosto l'economia della Cina, tra produzione industriale e consumi, ha rallentato più di quanto ci si aspettasse. Proseguono intanto i colloqui con gli Stati Uniti, e i democratici chiedono a Trump più durezza. Irrisolta, ancora, la questione TikTok. Tutti i dettagli.

Un agosto sorprendentemente negativo per la Cina. L’attività economica di Pechino, infatti, ha registrato un rallentamento più forte di quanto ci si aspettasse. Sia il dato della produzione industriale sia quello dei consumi sono stati i peggiori di quest’anno, dopo che già a luglio si era rilevata una brusca frenata. Crescono, ma sempre di meno. E intanto i colloqui con gli Stati Uniti proseguono, ma senza che ci siano svolte all’orizzonte.

IL RALLENTAMENTO ECONOMICO CINESE

La produzione industriale, per esempio, si è attestata al 5,2%, dopo che a luglio era al 5,7%. È il livello più basso dall’agosto del 2024 e soprattutto si scontra con un’attesa fissata al 5,8% e non raggiunta. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 3,4% su base annua. Ma anch’esse sono in frenata, considerando il 3,7% di luglio e – pure qui – le previsioni che indicavano possibile un 3,9%. Sono numeri che comportano un aumento della “pressione su Pechino affinché implementi ulteriori misure di stimolo”, scrive Reuters.

Ad aggiungersi a questi numeri anche il leggero aumento nello scorso mese del tasso di disoccupazione al 5,3%, dal 5,2% di luglio, e il crollo degli investimenti immobiliari, con i prezzi delle nuove case – rilevati in 70 città della Cina – scesi per il 26esimo mese consecutivo. Inoltre, a rallentare sono gli investimenti in asset fissi che ad agosto hanno fatto registrare un +0,5%, percentuale significativamente minore rispetto al +1,4% previsto e al 1,6% del periodo gennaio-luglio.

E a calare è anche il rendimento dei titoli di Stato cinesi a 30 anni, sceso di un punto base al 2,17%, con la possibilità “che la banca centrale debba allentare la politica monetaria a fronte del rallentamento della crescita”, spiega Bloomberg.

LA PRESSIONE SU TRUMP PER COLPIRE LA CINA

In tutto ciò si inserisce il rapporto tra Cina e Stati Uniti. I funzionari di Pechino e Washington sono a Madrid per discutere soprattutto della guerra commerciale. La questione dazi, imposti da Donald Trump e la sua amministrazione, è centrale nei colloqui ma si intreccia direttamente con il modello economico cinese. Tanto che proprio in contemporanea con i negoziati in Spagna, i democratici statunitensi avrebbero chiesto all’amministrazione Trump di fare pressione sulla Cina con l’obiettivo di far frenare la sua “sovrapproduzione strutturale”.

Come riporta Reuters, i rappresentanti dem della Commissione della Camera sulla Cina hanno inviato una lettera al segretario al Tesoro Scott Bessent (impegnato in prima linea a Madrid) e ad altri funzionari Usa. La richiesta? Qualsiasi accordo commerciale bilaterale che si prenderà con Pechino dovrà includere dei “requisiti vincolanti” per la Cina per ridurre la sua sovracapacità industriale.

Gli esempi principali sono l’acciaio e i pannelli solari, ma il succo è semplice: “L’uso storico e distruttivo della sovrapproduzione strutturale da parte della Repubblica Popolare cinese per stimolare la crescita economica ha un costo indiscutibile per l’industria stratunitense e la stabilità dei mercati internazionali”, viene scritto dai dem.

IL NODO TIKTOK

La questione dazi e guerra commerciale, come detto, è la prima questione all’ordine del giorno dei colloqui tra Usa e Cina. Ma non è il solo. A essere imminente è anche la scadenza per la vendita da parte della Cina delle attività statunitensi della app di TikTok, prevista per mercoledì 17 settembre. ByteDance, società cinese proprietaria della piattaforma social, dovrà vendere la sua branca Usa altrimenti sarà bandita da Washington, questa la minaccia, per via di rischi per la sicurezza nazionale e per la privacy.

Il divieto, però, è stato già rinviato tre volte e non appare improbabile che possa esserci un’ulteriore proroga. Intanto se ne continua a parlare e proseguono i contatti tra le parti. “Non mi aspetto nulla di sostanziale tra Stati Uniti e Cina, a meno che e finché non ci sarà un incontro diretto tra Trump e Xi Jinping. Organizzare questo incontro è il vero scopo di questi colloqui”, ha detto William Reinsch del think tank Center for Strategic and International Studies a Reuters. A Madrid, quindi, Usa e Cina si stanno studiando. Stanno capendo se e come far incontrare i propri leader. Solo allora ci potranno essere svolte.

Torna su