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Come pagherà l’Ucraina i 100 Rafale (e non solo) che acquisterà dalla Francia?

Macron e Zelensky hanno firmato un accordo sulla difesa con cui la Francia si è impegnata a vendere fino a 100 caccia Rafale all'Ucraina. Ma nella Lettera d’Intenti mancano molti dettagli: Kyiv non ha oggi la capacità finanziaria per sostenere un programma da miliardi di euro. Fatti, numeri e approfondimenti

La Francia venderà fino a 100 caccia Rafale all’Ucraina.

Lunedì il presidente francese Emmanuel Macron e quello ucraino Volodymyr Zelensky hanno firmato un accordo riguardante la difesa aerea e l’aeronautica ucraina.

Con l’accorso Parigi si è impegnata a vendere fino a 100 caccia Rafale a Kyiv, in un momento in cui l’amministrazione Trump ha limitato il suo sostegno militare al Paese. L’ordine ha fatto impennare le azioni del gruppo francese di difesa Dassault, produttore dei jet da combattimento. L’accordo, che include una serie di equipaggiamenti di difesa francesi oltre ai jet da combattimento, prevede una tempistica per la consegna dei sistemi che si estende fino al 2035.

Nei primi anni successivi all’invasione russa su vasta scala del 2022, l’Ucraina ha fatto affidamento sulle donazioni di vecchi caccia da parte dei suoi alleati europei, tra cui F-16 di fabbricazione statunitense e Mirage francesi, per integrare la sua flotta in calo di vecchi aerei di epoca sovietica, ricorda il Financial Times, precisando che ora Kyiv sta cercando di potenziare la propria aeronautica militare, avendo firmato il mese scorso una lettera d’intenti simile per l’acquisto di un massimo di 150 caccia Gripen dalla Svezia.

I tempi lunghi per la ricezione dell’equipaggiamento francese ha suscitato critiche tra i commentatori ucraini, che hanno affermato che il loro Paese aveva bisogno di maggiore aiuto immediato per difendersi, mentre la Russia accelera i suoi progressi sul campo di battaglia, riporta il New York Times.

Non solo, emerge anche una questione finanziaria perché la Lettera d’Intenti non definisce né costi né modalità industriali, riflettendo il nodo centrale: Kyiv non ha oggi la capacità finanziaria per sostenere un programma da miliardi di euro. Tutti i dettagli.

UN ACCORDO DECENNALE

I due capi di Stato hanno firmato “una dichiarazione di intenti che riguarda la cooperazione relativa all’acquisizione da parte dell’Ucraina di equipaggiamenti dei difesa francese”, ha fatto sapere l’Eliseo. Secondo la presidenza di Parigi, si tratta di “mettere l’eccellenza francese nel campo dell’industria di armamenti al servizio della difesa dell’Ucraina” e del suo cielo. La firma è avvenuta nella base militare di Villacoublay, dove Macron e Zelensky si sono recati per visitare lo Stato maggiore della “forza multinazionale” della coalizione dei volonterosi, messa in piedi da Francia e Regno Unito.

Zelensky ha dichiarato sui social media che l’accordo è “davvero storico per entrambe le nostre nazioni”.

Da parte sua Macron ha definito l’accordo un passo importante verso il riavvicinamento delle industrie della difesa francese e ucraina, mentre la sovranità di Kiev è messa in discussione dagli “istinti imperialisti e, francamente, neocolonialisti” di Mosca. “L’Ucraina appartiene alla famiglia europea”, ha affermato Macron.

COSA PREVEDE: RAFALE, SAMP/T NG E NON SOLO

La dichiarazione d’intenti riguarda la vendita di circa cento caccia Dassault Rafale, nonché di radar Thales, otto sistemi di difesa aerea Samp/T di nuova generazione, bombe a razzo Safran AASM Hammer, missili e droni di osservazione, attacco o intercettazione prodotti da una decina di aziende francesi. I due Paesi collaboreranno anche alla produzione congiunta di droni intercettori.

Il sistema di difesa antiaerea franco-italiano Samp/T è sviluppato dal consorzio italo-francese Eurosam (costituto dalle società Mbda Italia, Mbda Francia e Thales), uno dei fulcri della difesa aerea dell’Ucraina, diventato fondamentale per intercettare i missili e i droni lanciati da Mosca. Il recente accordo fa riferimento al sistema di nuova generazione, le cui prime consegne sono attese per il prossimo anno.

Il Rafale è un aereo da caccia bimotore progettato e costruito da Dassault Aviation. Il gruppo francese lo definisce “omniruolo”, in grado di svolgere missioni che includono attacchi in profondità, deterrenza nucleare, ricognizione e attacchi antinave. Come ricorda Reuters, Il Rafale rappresenta un successo commerciale per Dassault, che a ottobre ha annunciato la consegna del suo 300° Rafale. Secondo il costruttore, ha ricevuto 533 ordini fermi dalla Francia e da governi stranieri.

LE RIPERCUSSIONI PER LA FRANCESE DASSAULT

Ieri in Borsa brillava Dassault Aviation, il maggiore beneficiario dell’intesa, con un guadagno dell’8% a 296 euro attorno alle 12,30 del 17 novembre, che lo ha proiettato al secondo posto tra i componenti dell’indice Stoxx Europe 600.

D’altronde nessun paese ha mai ordinato così tanti caccia dal produttore francese. Il più grande accordo di vendita di Dassault fino ad oggi riguarda 80 velivoli agli Emirati Arabi Uniti, da consegnare tra il 2026 e il 2031, per un importo di 14 miliardi di euro, ricorda Les Echos.

Come segnala Rid, ogni Rafale ha un costo minimo di 80–100 milioni di euro, che può raggiungere i 200 milioni includendo pacchetti di supporto; il valore complessivo del programma varierebbe quindi tra 8 e 20 miliardi, molto oltre le possibilità immediate dell’Ucraina.

QUESTIONE FINANZIAMENTO

Al momento però il costo di questi equipaggiamenti militari francesi non è stato reso noto: l’importo si avvicinerebbe senza dubbio ai 20 miliardi di euro, rileva ancora il quotidiano economico francese. Come può l’Ucraina finanziare tutto questo arsenale?

L’accordo è suddiviso in un arco temporale di 10 anni, secondo l’inquilino dell’Eliseo, per fornire un sostegno duraturo all’Ucraina e per dilazionare i finanziamenti, alcuni dei quali dovrebbero essere coperti da programmi europei, sostiene il Nyt.

I due presidenti hanno affermato che i finanziamenti dell’Ue saranno utilizzati per l’acquisto di armi, così come i finanziamenti bilaterali e, possibilmente, i beni congelati della Russia, sebbene l’utilizzo di questi ultimi sia ancora osteggiato da alcuni Stati membri. Macron ha anche lanciato l’idea di emettere più debito congiunto dell’Ue per fornire finanziamenti “stabili e prevedibili” all’Ucraina, riporta il Ft.

In una lettera ai membri dell’Unione Europea, pubblicata proprio ieri, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha suggerito che l’Ucraina ha tre opzioni – indipendenti o combinate – per soddisfare il proprio fabbisogno finanziario. Ha affermato che si tratta di sovvenzioni da parte degli alleati dell’Ue, un prestito finanziato da prestiti dell’Ue o un prestito collegato al saldo di liquidità dei beni russi congelati, secondo quanto riportato da Reuters.

LA VIA DELLA PURL

Un’altra via è il meccanismo della Prioritised Ukraine Requirements List (Purl), l’iniziativa Nato nell’ambito della quale le armi di fabbricazione statunitense, in particolare i missili di difesa aerea Patriot, sono acquistate dai partner europei

Secondo Le Figaro, 10–20 Rafale potrebbero rientrare nella Purl usando gli asset russi come garanzia. Ma la Francia finora non aveva partecipato alla Purl perché centrato su sistemi statunitensi, coerentemente con la linea Macron sull’autonomia strategica europea. Usarlo per il Rafale sarebbe quindi una svolta o richiederebbe un meccanismo europeo alternativo, commenta ancora Rid.

PERCHÉ ENTRA IN BALLO ANCHE L’ITALIA

Riguardo alla questione finanziamento di questo accordo, sempre il presidente francese ha anche menzionato programmi europei, come il programma Safe o l’utilizzo di “interessi derivanti da beni russi congelati a livello del G7”. Il Security Action For Europe (Safe) è il nuovo fondo per la difesa da 150 miliardi di euro con cui Bruxelles punta a rafforzare la base industriale e la prontezza militare del continente.

L’Ucraina ha accesso al programma spiega Les Echos, osservando che Francia e Ucraina potrebbero quindi, in teoria, raccogliere diversi miliardi di euro per l’acquisto di sistemi Samp/T, probabilmente con l’Italia, che è partner di Parigi in questo programma.

IL COMMENTO DEGLI ESPERTI UCRAINI

Infine, secondo esperti politici e militari in Ucraina l’accordo è un segnale positivo dall’Europa, conclude il Nyt. Se i jet verranno consegnati, contribuiranno a espandere la flotta ucraina che attualmente conta solo un piccolo numero di F-16 di fabbricazione americana e di aerei da guerra Mirage francesi, oltre a velivoli di epoca sovietica.

“Questo accordo conferisce chiaramente punti di forza politici a Macron e Zelensky, ma è anche importante dal punto di vista militare”, ha spiegato al quotidiano statunitense Mykhailo Samus, direttore dell’indipendente New Geopolitics Research Network di Kyiv. Il mese scorso l’Ucraina ha siglato un accordo analogo per un massimo di 150 caccia Gripen E di fabbricazione svedese, la cui consegna è prevista nell’arco di un decennio. Ha aggiunto che gli accordi dell’Ucraina con Francia e Svezia dimostrano che i paesi hanno altre opzioni per gli acquisti militari, dato che il sostegno degli Stati Uniti agli alleati è insufficiente.

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