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Come e perché i repubblicani si spaccano sulla finanziaria di Trump (c’è lo zampino di Musk)

Tutti i dettagli sullo scontro nel partito repubblicano americano sulla manovra di bilancio dell'amministrazione Trump

“Cosa stanno aspettando i repubblicani??? Cosa state cercando di dimostrare??? Maga non è felice e vi sta costando voti”. È il messaggio scritto da Donald Trump sul suo social, Truth, per invitare i refrattari del suo partito alla Camera a votare per il suo ‘Big, beautiful Bill’. Cioè la sua manovra di bilancio. All’interno del partito repubblicano, infatti, c’è particolare subbuglio attorno alla finanziaria. E diversi deputati si sono opposti, bloccando la legge e facendo perdere la pazienza al presidente.

Trump, infatti, si è dato come scadenza il 4 luglio, l’Indipendence day, per approvare la manovra. I tempi sono stretti, quindi. Anche se il presidente della Camera, il repubblicano Mike Johnson, ha detto che lo stallo e il ritardo sono dovuti al fatto che i deputati stiano valutando tutte le modifiche apportate dal Senato al testo.

L’OPPOSIZIONE INTERNA SUL BILANCIO

I repubblicani sono al lavoro per convincere i ribelli alla Camera dei rappresentanti a votare il provvedimento, già approvato dal Senato per un soffio con il voto decisivo del vicepresidente JD Vance. Una votazione procedurale, necessaria per arrivare al voto generale in sé, dopo un primo stop è stata sbloccata e i 220 voti favorevoli sono arrivati, contro i 212 no.

Ma una seconda votazione, sempre riguardante una misura preliminare, si è arenata. Con cinque repubblicani che si sono opposti. Per lo più si tratta di falchi sulla spesa pubblica, che non vogliono aggravare i conti del paese e vorrebbero maggiori tagli. La legge di Trump prevede circa 3,3 trilioni di dollari di aggiunta al debito federale, che già si attesta a circa 36 trilioni di dollari. Tra gli scettici, alcuni – come il deputato Ralph Norman o come Warren Davidson – sono stati persuasi all’ultimo.

CHI SONO I REPUBBLICANI RIBELLI E PERCHÉ SI OPPONGONO A TRUMP

Potenzialmente potrebbero essercene altri, di deputati, in attesa di affossare la manovra al momento giusto. Ad ogni modo, non è detto che i cinque deputati ribelli si opporranno anche nel voto principale sulla finanziaria. Intanto, però, hanno mandato segnali sia a Trump sia al partito. Il primo è il deputato Andrew Clyde, della Georgia, e oltre al problema della spesa pubblica, si sta opponendo perché il testo della manovra sarebbe uscito dal Senato senza una misura che avrebbe eliminato l’obbligo di registrazione e una tassa per l’acquisto di silenziatori per le armi da fuoco.

Poi c’è la deputata Victoria Spartz, dell’Indiana, che però ha già dichiarato che nel voto generale non si metterà di traverso. Il deputato Keith Self, del Texas, e membro della corrente del Freedom Caucus, vuole invece ritornare al testo della legge approvata alla Camera il mese scorso, poi cambiata dal Senato, che prevedeva meno debito. Dalla Pennsylvania, invece, il deputato moderato Brian Fitzpatrich si oppone al ricorso contro l’Affordable Care Act, cioè l’Obamacare, e ai tagli alla sanità.

L’ultimo ribelle e forse il più critico della misura è il deputato Thomas Massie, del Kentucky. Un vero falco in tema fiscale e abbastanza indipendente dal Gop. Tra i repubblicani è lui che ha sfidato apertamente Trump e non ha intenzione di cedere.

MUSK FINANZIA I FALCHI REPUBBLICANI

In tutto questo si inserisce Elon Musk. Dopo aver di fatto creato e lasciato il Dipartimento per l’efficienza governativa, è il primo oppositore dello One Big Beautiful Bill di Trump. Un’avversione che lo ha portato allo scontro aperto con il presidente ed ex alleato anche negli ultimi giorni. E ora Musk, oltre ad aver aperto alla possibilità di creare un nuovo partito nel paese, l’America party, ha affermato di voler sostenere economicamente i ribelli repubblicani. Almeno quelli che si battono per tagliare il debito del paese. In particolare, Massie.

Il Gop, quindi, oltre a cercare di convincere i ribelli più radicali – ma anche quelli più moderati, spaventati dai 900 milioni di dollari di tagli a Medicaid – deve fare i conti anche con Musk e con i suoi soldi. Che prova a far leva su quella parte del mondo Maga, Make America Great Again, che non vede di buon occhio questo aumento massiccio del debito.

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