Reggerà la tregua fra Israele e Iran voluta da Trump? E cosa cela l’annuncio del presidente americano con tanto di ruvide stilettate ai due Paesi? E qual è la reale situazione sul campo visto che il regime dell’Iran non è collassato come sperava e voleva Israele? E il programma nucleare atomico militare ha subito un colpo esiziale oppure no?
Sono alcune delle domande che analisti ed esperti si stanno ponendo dopo la tregua annunciata da Trump.
COSA PENSA IL GENERALE BERTOLINI DELLA TREGUA ANNUNCIATA DA TRUMP
“Se la tregua avrà effettivamente seguito vuol dire che si è trattato di un’azione dimostrativa per creare un alibi a Trump: per fargli dire che ha fatto quello che volevano i falchi, ma senza ottenere nella sostanza risultati se è vero, come sembra, che i danni sono stati molti limitati”, ha sottolineato all’Adnkronos il generale Marco Bertolini, che dal 2004 al 2008 ha ricoperto l’incarico di Comandante del Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS), sulla situazione in Iran e Israele dopo l’annuncio del presidente Donald Trump di un cessate il fuoco: “Io credo – ha continuato il generale Bertolini – che Trump debba rendere conto a due trazioni alle quali è sottoposto: una è la trazione di quelli che vogliono arrivare a un’apertura delle ostilità con la Russia – e l’Iran è un’alleato della Russia – e che vogliono favorire ulteriormente Israele; l’altra trazione è quella che deriva dalle sue promesse elettorali e dal suo elettorato al quale aveva promesso di voler chiudere con le guerre”.
AZIONE PIU’ CHE ALTRO DIMOSTRATIVA QUELLA DI TRUMP IN IRAN
Per questo motivo l’azione statunitense, secondo l’ex comandante del Coi, potrebbe aver avuto “una grande dimensione dimostrativa senza però voler arrivare a un ‘regime change’ in Iran o alla distruzione dello Stato iraniano analogamente a quello che è stato già fatto in Iraq da Bush e che è successo recentemente in Siria”.
IN ATTESA DELLA REAZIONE DEGLI ISRAELIANI
Secondo il generale Bertolini, che dal 2012 al 2016 è stato Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze (COI) dal quale dipendono i contingenti “fuori area” nazionali, dopo l’annuncio di Trump sul cessate il fuoco “è difficile fare previsioni”: “Si tratta di vedere come reagiranno gli israeliani: il fatto che Netanyahu volesse una guerra totale è chiaro, ma ha provato sulla sua pelle che gli iraniani sono un osso duro. Io penso che rimarrà una ostilità di fondo da parte di Israele verso l’Iran e viceversa e con questa ostilità di fondo dovranno fare i conti gli americani anche in futuro”.
LA RUSSIA GONGOLA?
Il generale Bertolini sottolinea tuttavia “un successo della Russia: l’Iran è un Paese centrale sia per gli interessi della Russia che della Cina e il fatto che – prima di questa soluzione un po’ imprevista – il ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi sia stato ricevuto da Putin lascia intendere che probabilmente c’è anche lo zampino della Russia”.
Conseguenze poi, secondo il generale Bertolini, ci saranno anche sul conflitto tra Ucraina e Russia: secondo l’ex comandante del Coi infatti è possibile che “Putin possa contare su un ulteriore allontanamento di Trump dal conflitto in Ucraina”.