Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic (nella foto), ieri ha presentato la contabilità dei dazi imposti da Donald Trump all’Unione europea, che sono attualmente in vigore malgrado la cosiddetta “sospensione” del presidente americano.
Sefcovic presenta il conto dei dazi di Trump
“I dazi statunitensi coprono ancora 380 miliardi di euro di esportazioni Ue verso gli Stati Uniti, pari al 70 per cento delle nostre esportazioni totali, con aliquote comprese tra il 10 e il 25 per cento”, ha detto Sefcovic in un dibattito al Parlamento europeo. Il commissario ha ricordato che potrebbero arrivare altri dazi su prodotti farmaceutici e ingredienti farmaceutici, semiconduttori (comprese le apparecchiature per la loro produzione), minerali critici (compresi i lavorati) e camion e componenti per camion, che potrebbero colpire altri 170 miliardi di euro di esportazioni europee.
“Questo significa che in totale circa 549 miliardi di euro di esportazioni dell’Ue verso gli Stati Uniti, ovvero il 97 per cento del totale, sarebbero soggette a dazi”, ha spiegato Sefcovic. Se nel 2024, gli Stati Uniti hanno raccolto 7 miliardi di euro di dazi, il conto dei nuovi dazi potrebbe salire a 100 miliardi di euro.
“Questa situazione non è accettabile e non possiamo permetterci di restare inerti”, ha detto Sefcovic. “Tutte le opzioni rimangono sul tavolo” se “i nostri colloqui con gli Stati Uniti non produrranno i risultati necessari”, ha assicurato il commissario. Secondo diversi media, la Commissione sta preparando contromisure per colpire importazioni americane per 100 miliardi di euro.
Sovranisti ed estrema destra si convertono al libero mercato
Donald Trump forse non diventerà papa, ma può fare miracoli. Chi ha seguito il dibattito al Parlamento europeo ieri sulla guerra commerciale lanciata dal presidente americano contro l’Ue ne è stato testimone. Deputati di partiti della destra sovranista e dell’estrema destra che per anni avevano contrastato gli accordi di libero scambio, chiesto dazi per proteggere l’Europa dalla globalizzazione e accusato l’Ue di tutti i mali a causa del suo mercato unico, all’improvviso si sono convertiti.
Un esempio è quello di Nicola Procaccini, presidente del gruppo sovranista dell’Ecr ed esponente di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, che ha chiesto “un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti – uno con zero dazi da entrambe le parti”.
Cosa diceva nel 2016 Giorgia Meloni dell’accordo di libero scambio che l’Ue stava negoziando con gli Stati Uniti? “Il Ttip non sarà affatto una grande opportunità ma il colpo di grazia al nostro Made in Italy e a quel poco che rimane della nostra dignità nazionale”.
(Estratto dal Mattinale Europeo)