La situazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) inizia a sbloccarsi. Resta da scegliere il presidente che guiderà il più grande ente di ricerca italiano – rimasto senza governance da quando il 26 maggio scorso è scaduto l’incarico della presidente uscente Maria Chiara Carrozza -, ma intanto la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini (Forza Italia) ha firmato il decreto di nomina dei tre componenti del Consiglio di amministrazione, scongiurando il commissariamento, che sembrava certo fino a poche ore prima.
COMMISSARIAMENTO SFUMATO
La convinzione che si procedesse al commissariato, pur non essendoci una certezza assoluta, era fondata su quanto la ministra Bernini aveva detto nel Question Time parlamentare, relativamente agli angoli bui del bilancio che voleva illuminare, e soprattutto alla attesa che era seguita a quell’intervento e che faceva per l’appunto dedurre che si stesse andando verso una strada eccezionale, espletando le indagini preventive del caso, e non verso quella ordinaria che è stata poi scelta ieri e per la quale non si comprende l’attesa di tutti questi giorni.
CHI HA ADERITO ALLA MOBILITAZIONE DEL CNR
L’attesa è servita però al mondo Cnr per una mobilitazione non particolarmente clamorosa ma comunque significativa: si sono mossi con lettere e appelli il consigliere d’amministrazione rappresentante del personale Nicola Fantini, unico rimasto in carica, un ex direttore molto presente Rino Falcone, il consigliere scientifico Vito Mocella, ex consigliere di amministrazione, e anche, in modo più scommesso, i direttori di istituto e dipartimento.
A livello sindacale hanno esternato il sindacato di base Usb, che ha già annunciato due giorni di sciopero il 20 e 21 giugno, e i sindacati maggiori, che hanno invece indetto una assemblea del personale per lunedì 16.
A questi appelli hanno poi risposto a diverso livello la senatrice Elena Cattaneo e il premio Nobel Giorgio Parisi, quest’ultimo esprimendosi in modo cauto ma chiaro contro il commissariamento.
LE GIRAVOLTE DI BERNINI
L’impressione che si ricava da questa confusa situazione è dunque che forse Bernini aveva, come ventilato nel Question Time, intenzione di procedere al commissariamento ma che abbia poi stabilito di procedere per via ordinaria, forse proprio per tacitare i malumori che stavano emergendo nel Cnr.
Se si voleva intraprendere questa strada ordinaria della nomina del Cda e della elezione del presidente mediante una procedura consolidata, ma non vincolante secondo alcuni, lo si sarebbe potuto fare subito dopo il Question Time, o meglio ancora prima della scadenza della presidente Carrozza, e ci si sarebbero risparmiate settimane di malumori e accuse di disinteresse o addirittura di ostilità verso la ricerca scientifica.
Adesso la scelta assume un po’ il sapore di un ripiegamento del Mur intimidito dai malumori del mondo Cnr che però erano ampiamente prevedibili. O ci sono altre ragioni non rese pubbliche o c’è stata quantomeno una scelta di tempi poco felice.
IL CDA NOMINATO DA BERNINI E LA RICERCA DI UN PRESIDENTE
Con un decreto approvato ieri in Consiglio dei ministri, la ministra ha quindi nominato i componenti del Cda proposti dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), da Unioncamere, da Confindustria e dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome.
La scelta è ricaduta su Francesco Svelto, Giuseppe Tripoli ed Elisabetta Cerbai. “Svelto è il rettore dell’Università di Pavia, Tripoli è il segretario generale di Unioncamere, mentre Elisabetta Cerbai è un’ordinaria di Farmacologia”, sottolinea Il Giornale.
Ora, il Cda procederà a eleggere un facente funzioni e all’avvio della consueta procedura per indicare il nuovo presidente del Cnr.
Antonio Zoccoli, presidente del Comitato di selezione dei presidenti degli Enti di ricerca, ha convocato l’organismo per individuare la rosa dei nomi. Le candidature saranno valutate dallo stesso comitato, che ne proporrà cinque, tra le quali Bernini individuerà e nominerà il nuovo presidente. La procedura dovrebbe richiedere circa un mese.
SALVI I FONDI PER LA RICERCA
“È con piacere e sollievo che apprendo dell’avvio della procedura di selezione per il nuovo presidente del Cnr e della nomina, da parte della ministra Bernini, dei tre componenti mancanti del Cda dell’ente, restituendo quindi operatività, autonomia e futuro alle ricerche del nostro più grande ente di ricerca”, si rallegra la senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo.
“In queste settimane – prosegue – erano arrivate notizie allarmanti riguardo alla paralisi operativa nella gestione di progetti, budget e personale, in cui il Cnr è precipitato a causa della mancata nomina dei nuovi vertici che sarebbe dovuta avvenire entro fine maggio. I direttori dei dipartimenti e degli istituti dell’ente hanno segnalato come fosse diventato impossibile, in assenza di presidente e Cda, autorizzare ogni variazione di spesa (col rischio di perdere fondi competitivi già vinti), ogni bando per nuove assunzioni anche a tempo determinato, ogni acquisto di nuova strumentazione, ogni sottoscrizione o rinnovo di accordi internazionali o protocolli d’intesa”.
I LINCEI SI CANDIDANO DA PROTAGONISTI NELLA RISTRUTTURAZIONE DEL CNR
Apprezzamento per la decisione di Bernini anche dal presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei, Roberto Antonelli. “È una notizia molto attesa e molto positiva – ha detto all’Ansa -. Dobbiamo rallegrarci con la ministra Bernini perché aver sbloccato le nomine significa avere evitato il blocco della più grande istituzione scientifica italiana, con migliaia di addetti in tutto il Paese”.
“È un problema che non riguarda solo la ricerca, ma l’economia di questo Paese, perché bloccare la ricerca significa bloccare l’innovazione e senza innovazione non c’è futuro”, ha spiegato Antonelli.
Intanto, l’Accademia scientifica più antica del mondo guarda al futuro dell’ente e si candida per assistere la ministra nella riorganizzazione dell’ente: “Da parte dell’Accademia c’è la disponibilità a partecipare al processo di ristrutturazione del Cnr, che riesamini i fini dell’ente e l’intreccio fra ricerca condotta al Cnr e lo sviluppo del Paese”, anche guardando all’Europa.
BERNINI (ANCORA) AL LAVORO
E proprio di questo si starebbe occupando Bernini, che nelle ultime settimane si è confrontata con molti esponenti della comunità scientifica e degli enti raccogliendo idee e proposte per quella che è in larghissima parte ritenuta una “necessaria opera” di riorganizzazione e valorizzazione del Cnr.