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Che cosa succede tra Bruxelles e Roma su Unicredit-Banco Bpm

Il decreto golden power del governo sull'Ops di Unicredit per Banco Bpm viola i regolamenti Ue? Fatti e commenti

Ancora botte da orbi sul dossier Unicredit-Banco Bpm. Ecco le ultime novità (politiche).

CHE COSA HA DETTO LA COMMISSIONE EUROPEA SUL DECRETO DEL GOVERNO PER L’OPS UNICREDIT-BANCO BPM

La Commissione europea ha inviato una lettera all’Italia in cui esprime il suo parere preliminare secondo cui il decreto emanato dalla presidenza del consiglio dei ministri il 18 aprile 2025, che impone determinati obblighi all’entità risultante dalla fusione derivanti dall’acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit, «potrebbe costituire una violazione dell’articolo 21 del regolamento Ue sulle concentrazioni e di altre disposizioni del diritto dell’Ue», ha detto il portavoce della Commissione europea durante il consueto briefing quotidiano a Bruxelles.

LA NOTA DEL GOVERNO

A stretto giro l’esecutivo Meloni ha pubblicato una nota. «In merito alla lettera della Commissione Ue sull’applicazione dei poteri speciali all’offerta di UniCredit per Banco Bpm – si legge nel comunicato del gruppo guidato dall’amministratore delegato, Andrea Orcel -, il governo italiano con spirito collaborativo e costruttivo risponderà ai chiarimenti richiesti così come già fatto in sede giurisdizionale dinanzi al Tar nei termini e con motivazioni ritenute già legittime dai giudici amministrativi».

LA REAZIONE DI SALVINI

Ruvida, invece, la reazione del leader della Lega: «Penso che la Ue abbia cose più importanti delle quali occuparsi, per esempio trattare con Usa. Quindi invece di rompere le scatole al governo italiano su balneari, spiagge, motorini, auto elettriche e banche si occupi di poche cose, serie e lo faccia bene», ha dichiarato Matteo Salvini, vicepresidente del consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti commentando i dubbi della Commissione europea sul golden power per l’operazione su Banco Bpm. «Il dossier è sul tavolo del ministro Giorgetti che fino a oggi ha lavorato perfettamente e il sistema bancario e creditizio è un asset strategico per il Paese. Quindi l’Italia può e deve normare come ritiene senza che da Bruxelles nessuno si permetta di intervenire».

L’INTERVENTO DI UNICREDIT E IL CASO TAR

Lo scontro sull’Ops di Unicredit si era levato all’indomani della sentenza del Tar che ha parzialmente rivisto il decreto golden power emanato dal governo a proposito dell’Offerta di UniCredit per BancoBpm che si chiuderà il 23 luglio. In un comunicato UniCredit ha affermato che «la decisione finale riguardo al merito e all’attrattività di qualsiasi offerta dovrebbe sempre spettare agli azionisti». Ma «purtroppo» gli azionisti di Banco Bpm «sono stati esposti non solo all’uso illegittimo del golden power insistentemente invocato da Bpm, ma anche a comunicazioni e campagne ingiustificatamente aggressive e spesso fuorvianti, volte a screditare sia l’offerta che l’offerente», si legge nella tagliente nota di Unicredit che sembra anche risponde alle interpretazioni giornalistiche e ai commenti del governo e di Banco Bpm che avevano invece sottolineato come il Tar avesse dato al contrario ragione all’esecutivo.

La diatriba è destinata a proseguire.

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