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Perché Bankitalia sbanca Azimut sul progetto Tnb con Fsi

Bankitalia ha giudicato Azimut "inidonea" a sostenere la partecipazione ad operazioni rilevanti, come quella sulla banca digitale Tnb con Fsi. E il titolo della holding finanziaria crolla in borsa. Tutti i dettagli

Apertura in netto calo per Azimut oggi: il titolo della holding finanziaria milanese, fondata e presieduta da Pietro Giuliani, ha perso infatti il 9 per cento a Piazza Affari dopo aver reso noti – su richiesta della Consob – gli esiti dell’ispezione condotta dalla Banca d’Italia sulla controllata Azimut Capital Management Sgr, che si occupa di gestione del risparmio.

L’ISPEZIONE DI BANKITALIA

Secondo quanto rilevato dalla Vigilanza, le ispezioni – svoltesi tra il 10 marzo e il 13 giugno scorso – hanno evidenziato “rilevanti carenze di governance e organizzative”, tali da rendere necessaria “un’incisiva azione di rimedio” per “definire un assetto di governo e di controllo compatibile con la complessità operativa dell’intermediario e del gruppo”.

La Banca d’Italia, infatti, ha giudicato la situazione aziendale “inidonea a sostenere la partecipazione della società ad operazioni rilevanti” come fusioni, scissioni o acquisizioni nel settore della gestione del risparmio.

IL PROGETTO TNB

Nella nota relativa all’ispezione di Bankitalia, Azimut ha anche fatto riferimento al progetto Tnb (The New Bank), ovvero la nuova banca digitale annunciata dalla società nel marzo del 2024. Il progetto prevede la creazione di un istituto “digitalmente nativo”, specializzato in servizi di wealth management e di consulenza patrimoniale evoluta.

A questo proposito, Azimut ha precisato che “la piena implementazione del piano di rimedio, richiesto a seguito degli accertamenti ispettivi condotti su Azimut, è finalizzata a rimuovere tutte le carenze riscontrate e sarà oggetto di valutazione da parte della Banca d’Italia: l’effettivo superamento di tali criticità non è un presupposto sufficiente per determinare un esito positivo degli eventuali procedimenti connessi al citato progetto, che saranno valutati nei tempi e nei modi previsti dalla vigente normativa”.

IL PROGETTO TNB E LA PARTNERSHIP CON FSI

La banca Tnb nascerà da una partnership tra Azimut e Fsi, società di gestione del risparmio guidata da Maurizio Tamagnini: l’accordo quadro tra le due parti è stato firmato lo scorso maggio, per un valore complessivo di 1,2 miliardi di euro.

L’operazione prevede che Fsi e un gruppo di co-investitori acquisiscano l’80,01 per cento del capitale di Tnb, lasciando ad Azimut una quota del 19,99 per cento con alcuni diritti di governance, tra i quali il potere di veto e la nomina di un amministratore e un componente del collegio sindacale. Azimut, inoltre, avrà una partnership industriale di lungo periodo con Tnb: la rete di consulenti della banca distribuirà per almeno vent’anni i prodotti di investimento della holding, garantendo a quest’ultima commissioni per 2,4 miliardi di euro in un periodo iniziale di dodici anni.

“È previsto altresì che Tnb diventi il nuovo partner bancario di riferimento del Gruppo Azimut per i servizi bancari”, si leggeva nel comunicato dello scorso maggio.

CHI GUIDERÀ TNB E CHI LA SVILUPPERÀ

Alla guida di TNB ci sarà Paolo Martini, già amministratore delegato di Azimut Holding. Lo sviluppo della piattaforma tecnologica sarà affidato a Cedacri, società del gruppo Ion specializzata in servizi informatici per il settore bancario.

GLI OBIETTIVI DI AZIMUT

Il completamento dell’operazione tra Azimut e Fsi è atteso entro la fine del quarto trimestre del 2025, ma è subordinato alle autorizzazioni da parte della Banca d’Italia, della Banca centrale europea, dell’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) e della presidenza del Consiglio dei ministri.

Per il 2025, Azimut prevede 10 miliardi di raccolta netta e un utile netto di circa 1 miliardo: quest’ultima stima, però, è subordinata all’ottenimento entro quest’anno dell’autorizzazione ad operare come banca da parte di Tnb.

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