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AstraZeneca (e non solo) sceglie gli Stati Uniti di Trump

Dopo Pfizer, anche AstraZeneca trova un accordo con l'amministrazione Trump per non incorrere in dazi fino al 100%. Intanto, però, riduce investimenti e ricerca nel Regno Unito. Fatti, numeri e commenti.

 

La strategia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nei confronti del settore farmaceutico sta dando i suoi frutti? Dal suo punto di vista, a giudicare dalle mosse di Pfizer e AstraZeneca, sembrerebbe di sì.

La casa farmaceutica anglo-svedese infatti, sulla scia di quanto già avvenuto recentemente con Pfizer, ha siglato un accordo con l’amministrazione Trump per ridurre i prezzi al consumo di alcuni farmaci in cambio di una sospensione triennale dai dazi doganali.

COSA PREVEDE L’ACCORDO TRA ASTRAZENECA E GLI USA

L’intesa, simile a quella firmata da Pfizer, prevede che AstraZeneca abbassi i costi dei medicinali per i pazienti coperti da Medicaid e lanci nuovi farmaci negli Stati Uniti ai prezzi più bassi applicati in paesi comparabili. Inoltre, l’azienda venderà i propri farmaci a prezzi scontati tramite il sito AstraZeneca Direct e attraverso la nuova piattaforma TrumpRx.

L’amministratore delegato Pascal Soriot ha definito l’accordo “una grande vittoria per i pazienti americani”, mentre il presidente Trump ha sottolineato che i dazi proposti, fino al 100% sui farmaci importati da paesi extra-Ue, sono stati uno dei principali motivi che hanno portato l’azienda ad accettare l’intesa. “Non sono sicuro che Pascal voglia dirlo pubblicamente – ha dichiarato il presidente Usa -, ma dietro le quinte ha ammesso che le tariffe sono state una delle principali ragioni della sua decisione”.

PROMESSA DI INVESTIMENTI NEGLI STATI UNITI

AstraZeneca ha anche confermato l’impegno ad ampliare la propria presenza industriale negli Stati Uniti con un piano di investimenti pari a 50 miliardi di dollari entro il 2030. Inoltre, già a settembre, l’azienda ha lanciato una piattaforma di vendita diretta ai consumatori con sconti fino al 70% su alcuni farmaci come Farxiga e Airsupra. L’accordo poi, secondo quanto scrive Bloomberg, prevede che, nel caso in cui i prezzi dei farmaci aumentino all’estero, AstraZeneca riporti negli Stati Uniti una parte dei profitti ottenuti nei mercati internazionali.

RITIRO E SOSPENSIONE DI PROGETTI NEL REGNO UNITO

Parallelamente all’intesa con gli Stati Uniti, AstraZeneca ha comunicato la sospensione di investimenti significativi nel Regno Unito. A settembre 2024, l’azienda ha interrotto un progetto da 200 milioni di sterline per l’espansione delle proprie strutture di ricerca a Cambridge, con un impatto stimato su circa 1.000 posti di lavoro. E a gennaio dello stesso anno, AstraZeneca aveva già cancellato un’espansione da 450 milioni di sterline del proprio sito vaccinale a Speke, Liverpool, a seguito del fallimento delle trattative con il governo britannico per un pacchetto di sostegno.

CRITICHE AL SISTEMA DI RIMBORSO BRITANNICO

Ma in generale, nel Regno Unito, non tira una bella aria, stando al Guardian. Le aziende farmaceutiche lamentano una mancanza di incentivi all’innovazione e un sistema di rimborsi ritenuto insostenibile. Il sistema volontario per la determinazione dei prezzi dei farmaci di marca prevede infatti un rimborso al servizio sanitario britannico (NHS) di almeno il 23,5% dei ricavi, una percentuale molto più elevata rispetto a quella in vigore in altri paesi europei.

TENSIONI TRA INDUSTRIA FARMACEUTICA E GOVERNO BRITANNICO

Ecco perché, stando al quotidiano britannico, l’ambasciatore statunitense nel Regno Unito, Warren Stephens, avrebbe chiesto al governo guidato da Keir Starmer di offrire condizioni più favorevoli alle aziende farmaceutiche in occasione di una cena privata con la cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves, prima della recente visita di Trump nel paese. AstraZeneca, in particolare, è stata tra le 17 aziende chiamate dal presidente Usa a prendere impegni vincolanti per la riduzione dei prezzi negli Stati Uniti. Soriot ha sottolineato più volte che AstraZeneca è “un’azienda molto americana” e ha confermato l’intenzione di quotarsi anche a New York, oltre che a Londra.

IMPATTO SUL MERCATO E REAZIONE DI INVESTITORI E ANALISTI

Dopo l’annuncio dell’accordo tra Pfizer e la Casa Bianca, il mercato ha reagito positivamente, con un aumento significativo della capitalizzazione del settore farmaceutico. Le azioni AstraZeneca, pur rimanendo stabili il giorno dell’annuncio, avevano già registrato un forte rialzo nella settimana precedente. Dall’inizio dell’anno, il titolo ha guadagnato il 29%, riflettendo una crescente fiducia degli investitori nella capacità dell’azienda di adattarsi alle pressioni politiche e normative negli Stati Uniti.

Tim Opler, analista del settore sanitario presso Stifel, ha dichiarato che la percezione di una minore minaccia regolatoria ha spinto in alto il valore complessivo delle principali aziende del comparto farmaceutico. Anche Christian Koch di Bellevue Asset Management ha sottolineato che queste dinamiche stanno portando a una ridefinizione della politica dei prezzi a livello globale, con le aziende orientate ad aumentare i margini fuori dagli Stati Uniti per compensare gli sconti concessi al mercato americano.

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