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Perché l’Antitrust sfruculia Revolut (a caccia di clienti e capitali)

Ecco le ultime novità (non tutte positive) per Revolut: l'Antitrust italiana vuole capire se la fintech abbia diffuso messaggi ingannevoli dei servizi di investimento offerti, avvalendosi di modalità aggressive nella gestione dei servizi bancari

Non sembra esserci fine alla corsa finanziaria di Revolut, ormai ex startup inglese nota soprattutto per il percorso accidentato, avviato nel 2021, per diventare una banca pienamente operativa nel Regno Unito (lo scorso luglio la Prudential Regulation Authority ha concesso una licenza bancaria con restrizioni che non le permette ancora di erogare mutui o offrire prestiti, mentre in Italia è diventata a fine 2024 banca a tutti gli effetti, con tanto di Iban nazionale) destinata a competere ad armi pari Monzo e Starling.

Pioniera europea nel campo del fintech, guidata da Nikolay Storonsky ha chiuso il suo quarto anno di redditività con un utile netto più che raddoppiato nel 2024 a un miliardo di dollari con una marginalità netta del 26%. E sarebbe in trattative per raccogliere circa 1 miliardo di dollari in nuovi finanziamenti che le consentirebbe di raggiungere una valutazione di 65 miliardi di dollari, secondo quanto riportato dal Financial Times. E intanto l’Antitrust italiano ha acceso un faro.

L’ANTITRUST SFICCANASA IN REVOLUT

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato rende noto di avere avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Revolut Group Holdings Ltd, Revolut Bank UAB e Revolut Securities Europe UAB. Nella giornata di martedì 8 luglio, i funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nella succursale italiana di Revolut Bank UAB.

I RIMPROVERI MOSSI ALLA FINTECH

Per quanto riguarda i servizi di investimento, “Revolut avrebbe promosso la possibilità di investire in azioni evidenziando l’assenza di commissioni e non chiarendo la presenza di ulteriori costi e le limitazioni che caratterizzano gli investimenti senza commissioni. Inoltre, avrebbe omesso un’importante informazione ossia che gli investimenti a “0 commissioni” includono azioni frazionate che – rispetto alle azioni intere – hanno notevoli differenze, tra l’altro, in termini di diritti di voto dell’azionista e di trasferibilità”, si legge nella nota dell’Autorità.

Ma ce ne è pure sul fronte degli investimenti in criptovalute, “che per loro natura sono altamente rischiosi, Revolut non avrebbe chiarito che non è possibile modificare nel corso dell’investimento le impostazioni di stop-loss e take-profit, strumenti che consentono di gestire il proprio rischio”, l’altro fronte su cui l’Antitrust intende ricevere spiegazioni dettagliate.

L’AGGRESSIVITA’ MANIFESTATA DALLE SOCIETA’

Nell’ambito dei servizi bancari, “Revolut avrebbe omesso o fornito con modalità non chiare informazioni rilevanti su condizioni e modalità di sospensione, limitazione e blocco del conto. Le società avrebbero adottato modalità aggressive nel sospendere o bloccare i conti, senza fornire un adeguato preavviso né garantire ai clienti un confronto o un’assistenza adeguata. Ciò avrebbe impedito – la tesi dell’Agcm – agli utenti, anche per lunghi periodi, di accedere ai propri fondi e ai servizi collegati, ostacolando l’esercizio dei loro diritti contrattuali”.

Infine, l’Autorità non è stata soddisfatta nemmeno dal modo in cui la fintech ha gestito i cambi di Iban: “Revolut avrebbe omesso di fornire informazioni chiare ed esaustive sui requisiti richiesti per ottenere l’Iban italiano (con iniziali IT) al posto dell’Iban lituano (con iniziali LT)”.

LA NUOVA RACCOLTA DI REVOLUT

Andando a spanne già ora Revolut, forte della sua valutazione sui 45 miliardi di dollari (indicata lo scorso anno da Reuters) si è lasciata alle spalle colossi europei affermati come la connazionale Barclays, attualmente valutata 43 miliardi di dollari o, attraversando la Manica verso sud, Societe Generale, che ha una capitalizzazione di mercato di 19 miliardi di dollari secondo i dati Lseg.

GLI INVESTITORI

Finanziata finora da società di venture capital come per esempio Index e Balderton, secondo il Ft potrebbe vedere molti degli investitori che hanno scommesso sulla fintech britannica partecipare nuovamente alla futuribile raccolta di 1 miliardo: nella lista comparirebbe infatti proprio  Balderton, come pure Mubadala, investitore sovrano di Abu Dhabi (che ha già investito lo scorso anno), cui si aggiungerebbe la società di investimenti statunitense Greenoaks.

La corsa sfrenata di Revolut, che ha chiuso il 2024 con ricavi complessivi cresciuti del 72% a 4 miliardi grazie ai 52,5 milioni di clienti (balzo del 38 per cento) a livello globale, con l’utile pre-tasse capace di schizzare in alto del 149% a 1,4 miliardi e saldi totali incrementati del 66% a 38 miliardi di dollari trainati dai depositi e dai prodotti di risparmio, non è esente da inciampii il Financial Times ricorda anche qualche ombra parlando dell’iter accidentato per ottenere la licenza bancaria in Inghilterra: “Il lungo processo è avvenuto mentre i revisori di Revolut, BDO, hanno comunicato di non essere in grado di verificare completamente i risultati finanziari del gruppo per il 2021”.

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