Doveva essere un governo di necessità. Addirittura motivato, all’inizio, solo per evitare l’Iva.
Sta diventando l’opposto: non solo un governo di legislatura ma, addirittura, una rivoluzione del sistema politico, un patto strategico (subalterno) con i 5 Stelle, la legittimazione di una dubbia figura di trasformista (Conte) a leader del patto, la trasformazione proporzionale della legge elettorale che affossa definitivamente 12 anni di progetto del Pd e di riforma e modernizzazione del sistema politico.
Perfino Prodi e Veltroni hanno, giustamente, criticato l’abbandono del maggioritario e la china proporzionalista che sta uccidendo il progetto del Pd: l’unico partito che ha veramente da perdere col proporzionale puro.
Salvini è diventato l’alibi e la caricatura per ogni cedimento, per accettare ogni ricatto dei 5 Stelle, per andare ben oltre il “governo di necessità”. E senza alcuna discussione tra gli iscritti del Pd. Che differenza dal comportamento della Spd, di Macron o dei socialisti spagnoli.
Tutti questi hanno accompagnato le decisioni strategiche con il dialogo tra iscritti ed elettori. Qui si cambia politica, strategia, alleanze, programmi con interviste dei “capi”. Non c’è alcun rapporto o conseguenza logica tra fare un governo con i 5 Stelle e quello che sta succedendo: cambiare la legge elettorale, dividere il Pd, promuovere alleanze locali con i 5 stelle e, addirittura, prefigurare (come fanno autorevoli dirigenti del Pd) il superamento del Pd e il suo scioglimento in un blocco di sinistra con Leu e 5 Stelle.
Fermare Salvini si può accettare. Usare, spudoratamente e scioccamente, la paura di Salvini per produrre un rivolgimento politico e istituzionale regressivo, per affossare il tradizionale riformismo istituzionale della sinistra e per intombare il progetto del Pd (modernizzazione maggioritaria e partito a vocazione maggioritaria) è un atto di miopia e suicidio.
Di “tutte” le correnti del Pd. Che da tre mesi hanno gestito un delicato passaggio politico, qual è la crisi di governo, nella totale (evidentemente finta?) unanimità… purtroppo.