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Daphne Caruana Galizia

Yorgen Fenech, ecco dettagli e business dell’imprenditore maltese arrestato per il caso Caruana

Yorgen Fenech è uno dei più importanti imprenditori maltesi. L'arresto, le attività imprenditoriali e i legami politici nell'approfondimento di Pietro Romano

Segna una svolta nell’omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia l’arresto di Yorgen Fenech, forse mentre cercava di uscire dalle acque territoriali dello stato isolano a bordo del suo yacht.

Fenech è uno dei più importanti imprenditori maltesi. Così come lo era suo padre George. I Fenech sono in affari da circa mezzo secolo. E i loro interessi spaziano dall’industria del gioco al turismo, dall’edilizia alla gestione dei servizi e all’energia.

A Malta in molti sono pronti a giurare che siano strettamente collegati al Partito laburista, al potere per buona parte dei 55 anni che corrono dall’indipendenza a oggi. Loro non lo hanno mai negato.

La holding di famiglia – Tumas Group, di cui Yorgen Fenech è amministratore delegato – nel 2006 si è assicurata (in collaborazione con Portek Group, con sede a Singapore) per trent’anni la gestione dei terminal del grande porto della capitale La Valletta.

Con la compagnia pubblica azera Socar e la tedesca Siemens, attraverso la controllata Gem, i Fenech hanno costruito, per conto di una società governativa, un mega-impianto gasiero. Un’aggiudicazione arrivata nel 2013, all’indomani della vittoria elettorale laburista, sulla quale Daphne Caruana Galizia sollevò qualche dubbio malizioso proprio partendo da una dichiarazione di Yorgen Fenech.

L’arresto di Fenech è arrivato all’indomani della promessa di grazia al presunto mediatore dell’omicidio della giornalista (arrestato per altri reati), purché costui presenti prove concrete sull’affare, partita dal premier maltese Joseph Muscat. Promessa che, nell’isola, lascia perplessi politici, uomini di diritto, giornalisti in quanto contrasta con l’attuale legislazione e quindi avrebbe bisogno di tempo, e di una maggioranza parlamentare, per essere mantenuta.

Muscat, però, è politico navigato. E ha capito che l’aria nell’isola, e in particolare nella capitale La Valletta, sta diventando pesante. Nonostante il ferreo controllo laburista sulle istituzioni e una gestione consociativa del potere che, però, all’economia, e soprattutto alla popolazione maltese, non fa per nulla bene.

Ero alla Valletta la settimana scorsa quando, come ogni vigilia dell’attentato costato la vita a Daphne Caruana Galizia, nel centro città (nella piazza a pochi passi dai palazzi del potere e dalla co-cattedrale di San Giovanni, la sontuosa chiesa dei Cavalieri) si è tenuta la manifestazione contro la corruzione e per la verità partita dal Parlamento. È stata la più imponente che si ricordasse. Con parole d’ordine ancora più dure del solito, quali “Malta is a mafia state”. E per la prima volta, con le organizzazioni indipendenti Repubblika e Occupy Justice, in piazza sono scesi anche esponenti di primo piano e attivisti del Partito nazionalista, da tempo molto divisi al proprio interno tra moderati ed estremisti e per una volta riunificati.

Oltre che ringalluzziti dal ritiro della denuncia contro l’ex leader nazionalista (ora a capo della corrente più anti-laburista del suo partito), Simon Busuttil, da parte del braccio destro di Muscat, Keith Schembri, tirato in ballo con il ministro Konrad Mizzi dai Panama Papers. I due erano accusati, in sostanza, di possedere asset in nero a Panama. Ne aveva parlato Daphne Caruana Galizia, rilanciata da Busuttil, così come aveva denunciato Fenech come titolare del fondo segreto “17 Black” con sede a Panama. E, per gli stessi motivi, anche Muscat e la moglie Michelle, ma gli inquirenti hanno ritenuto false le accuse contro la coppia.

Per dare l’idea di quanto stia salendo la tensione, Busuttil ha proposto all’attuale leader nazionalista, Adrian Delia, di boicottare i lavori parlamentari. Per ora Delia non si è pronunciato ma sarebbe contrario a salire sull’Aventino. Una decisione estrema, l’avrebbe definita (secondo quanto ci ha riferito una fonte confidenziale locale), che non va scartata ma per ora è prematura.

La stessa fonte, però, ascoltata dopo l’arresto di Fenech ha accennato a un ammorbidimento di Delia nei confronti di Busuttil anche dopo aver verificato la sostanziale adesione del gruppo parlamentare alle tesi dell’ex leader.

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