Contrariamente a quanto affermato da molti analisti italiani, la meccanica del potere all’interno del Partito comunista cinese non è lineare ma, al contrario, è caratterizzata da scontri molto profondi.
A che cosa stiamo alludendo nello specifico?
Con la condanna a morte sospesa per corruzione emessa a Sun Lijun, ex vice ministro del ministero della Pubblica sicurezza (Gonganbu), Xi Jinping ha inviato un segnale molto forte ai servizi di intelligence cinesi.
Il significato di questa sospensione significa che il presidente non intende più accettare funzionari corrotti all’interno del Gonganbu. Ma anche altri hanno subito una epurazione analoga: l’ex ministro della giustizia Fu Zhenghua e i vice governatori delle province di Jiangsu e Shanxi Wang Like e Liu Xinyun.
Il funzionario che ha provveduto a compiere queste operazioni è stato il ministro della Pubblica sicurezza Wang Xiaohong. Di conseguenza, anche coloro che li proteggevano sono stati allontanati: il ministro della Pubblica sicurezza formalmente in pensione Meng Jianzhu, che se n’è andato nel 2017, e soprattutto l’ex presidente cinese Jiang Zemin sono stati avvertiti che i loro protetti nel Partito comunista cinese hanno ora perso tutti i loro privilegi.
Tuttavia il caso più interessante e certamente è quello di Sun Lijun: costui ha viaggiato spesso negli USA tra il 2008 e il 2017 per accompagnare la moglie di Meng Jianzhu per i controlli medici. È quindi possibile che abbia trasmesso informazioni riservate, come i nomi degli agenti cinesi, agli intermediari statunitensi.
Nel 2008, è stato trasferito da Shanghai al ministero della Pubblica sicurezza come vicedirettore dell’ufficio del ministro guidato da Meng Jianzhu all’epoca. Secondo le informazioni dell’intelligence cinese, Sun Lijun è probabile che agisse per conto di Jiang Zemin, il padrino di Meng Jianzhu, al fine di impedire a Xi di assumere il pieno controllo del Gonganbu.
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