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Vittorio Feltri ha scritto fesserie su Mario Sechi

Vittorio Feltri e l'assenza di deontologia. L'articolo di Professione Reporter

La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica che, a partire dal prossimo 6 marzo, sarà effettiva la nomina di Mario Sechi quale Capo dell’Ufficio stampa e relazioni con i media. Lo comunica Palazzo Chigi. (Ansa)

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Cortesie fra colleghi. Appresa la notizia che Mario Sechi, direttore dell’Agi, diventerebbe il portavoce di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, Vittorio Feltri su Twitter: “Alle cinque della sera, in una piazza di Roma, da un’auto di lusso scende Mario Sechi, direttore dell’Agi, figlio di un pastore. Però che onore. Sarà portavoce del Palazzo. Cazzo che carriera”.

E’ lunedì 20 febbraio. Ma a Feltri non basta. Il giorno dopo, martedì 21 febbraio, su Libero scrive proprio un pezzo: “Vi racconto chi è Mario Sechi, il portavoce di Palazzo Chigi”: “Primo dato curioso. Mario nasce e cresce in Sardegna. E fin qui nulla di notevole. Gli uomini vengono al mondo dove capita e nelle famiglie assegnate dal destino. L’aspetto curioso consiste nel fatto che il padre del futuro cronista era un pastore. Si occupava di pecore. Nonostante ciò il nostro eroe riuscì a studiare, o almeno a studiacchiare, conquistando un diploma, se non ricordo male, di ragioniere. Ma potrei sbagliarmi. In ogni caso si libera della schiavitù della pastorizia e si reca a Roma dove si iscrive a una scuola di giornalismo”.

Poi, c’è il racconto di Roberto Martinelli, docente in quella scuola, che segnala Sechi a Feltri, direttore dell’Indipendente a Milano. E di Feltri che riceve Sechi: “Quando si presentò davanti a me aveva l’aria di un profugo, indossava abiti raccapriccianti, ma il suo aspetto, benché poco rassicurante, mi lasciò indifferente. Lo interrogai per una dozzina di minuti, non mi parve stupido e lo assunsi come abusivo, cioè in prova illegale”.

Sechi si fa valere e viene poi assunto quando Feltri apprende che “il povero Mario non avendo una casa né i mezzi per affittarla era costretto a dormire in uno dei treni fermi la notte alla Stazione Centrale. Feltri se lo porta al Giornale, gli fa dirigere la sede di Genova, poi lo nomina capocronista a Milano. Quindi Belpietro, vice di Feltri, viene chiamato a dirigere Libero e si porta Sechi. Qui c’è la spiegazione della scarsa simpatia: “La prima dichiarazione pubblica che Sechi fece fu questa: finalmente riusciremo a mandare Feltri in pensione. Però, gentile con chi lo aveva fatto trasferire dal treno in una abitazione decente”. Conclusione: “Oggi la fortuna lo ha nuovamente agganciato, portandolo addirittura nei palazzi del governo, portavoce di Giorgia Meloni, un ruolo di prestigio che si è meritato. Partire dall’ovile e giungere a Palazzo Chigi non è un operazione che riesce a tutti”.

In realtà, Sechi è nato a Cabras, 9mila abitanti, a nove chilometri da Oristano. Primo dei quattro figli di Cesare, elettrotecnico e di Peppica Marongiu, casalinga. Lo ha scritto Franco Recanatesi, in una lunga e dettagliata intervista a Sechi, direttore del Tempo, su Prima comunicazione, nel settembre 2011: “Mario ebbe la fortuna di crescere in una casa piena di giornali e di libri. Suo padre comprava ogni giorno L’Unione Sarda e il Corriere della Sera ogni e settimana L’Espresso e Panorama”.

Non c’è niente di male a essere figli di un pastore, ma se non è vero un giornalista non dovrebbe scriverlo. Soprattutto, non per farne un’offesa.

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