7 cose da sapere sulle primarie repubblicane in Iowa, stravinte da Trump.
1. È il primo in cui si vota. I delegati sono pochi; resta il valore simbolico di uno stato che rappresenta bene una parte dell’elettorato repubblicano, e che può stroncare le speranze dei perdenti.
2. Il primo per i Dem sarà la South Carolina, il 3 febbraio – ma non ci sono veri candidati contro Biden, come quasi sempre accade con il presidente uscente.
3. La vittoria di Trump era scontata. Ci si chiedeva soltanto se avrebbe vinto con + o – di 30 punti di scarto. Non li ha superati, ma quasi. Più di un elettore su due ha votato per lui.
4. Secondo, a sorpresa, Ron DeSantis (21%), governatore della Florida. Sostenuto anche da Elon Musk nei mesi scorsi, la sua stella sembra però ormai eclissata. Aveva investito moltissimo in Iowa; svariati leader evangelici lo hanno sostenuto; i suoi finanziatori hanno pagato una campagna porta a porta su scala mai vista; ha visitato tutte le 99 contee del paese. Ma il suo risultato è troppo scarso.
5. Terza Nikki Haley (19%), la vera ultima rivale di Trump. La ex ambasciatrice sperava nel secondo posto come rampa di lancio per le primarie in New Hampshire (martedì prossimo), dove ha una base elettorale più forte e ha investito molto. Poi c’è il Nevada, e in seguito la South Carolina, di cui è stata governatrice: se vuole arrivare in fondo, deve reggere almeno fino a lì. Haley può sperare nel precedente di John McCain nel 2008, che arrivò quarto in Iowa ma poi vinse le primarie repubblicane – anche se poi perse a novembre con Obama.
6. Due altre buone notizie per Trump. 1. Mai nessun Repubblicano aveva vinto le primarie in Iowa con tanto distacco. 2. I suoi avversari si sono annullati a vicenda.
7. Una cattiva: delle tre elezioni con Trump candidato è stata la primaria con l’affluenza più bassa. Nel 2016 avevano votato 185k persone, nel 2020 furono 122k (ma con la vittoria di Trump scontata, da presidente uscente), stavolta solo 110mila. Trump insomma fa il pieno tra i suoi fan, continua a dominare il partito, vince nonostante la (piccola) possibilità che la Corte Suprema annulli la sua candidatura, ma ciò potrebbe significare un minore – non maggiore – coinvolgimento dell’elettorato in generale. Altri sottolineano invece che il gelo e i cumuli di neve di ieri, eccessivi anche per l’Iowa, dovrebbero far considerare 110mila elettori un successo e non una delusione.
(Post tratto dal profilo LinkedIn di Riccardo Pennisi)