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Germania

Virus in Cina: i numeri ufficiali, l’allarme nel Regno Unito, i timori in Giappone sull’economia e le tesi-choc (vere?) di Guo Wengui su Wuhan

Il punto aggiornato sul Coronavirus tra numeri, analisi e accuse

Il Coronavirus ha ucciso 908 persone nella Cina continentale, dove il numero di persone infette supera le 40.000. Lo ha comunicato il rapporto presentato oggi dalle autorità cinesi, confermando una certa stabilita’ nella progressione dell’epidemia.

I NUMERI UFFICIALI

Novantasette nuovi decessi sono stati segnalati nella Cina continentale, di cui 91 a Hubei, una provincia della Cina centrale la cui capitale è Wuhan, sede dell’epidemia.

IL PUNTO SUL CORONAVIRUS

Il virus 2019-nCoV, apparso in un mercato a Wuhan a dicembre, ha ucciso anche altre due persone in tutto il mondo, una nelle Filippine e un’altra a Hong Kong.

I CONFRONTI CON LA SARS

Il bilancio complessivo di 910 decessi ora supera di gran lunga quello della sindrome respiratoria acuta grave (Sars), che ha ucciso 774 persone in tutto il mondo nel 2002-2003.

CHE COSA DICE L’OMS

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il numero di infezioni rilevate quotidianamente in Cina si sta stabilizzando, ma è troppo presto per concludere che l’epidemia ha superato il suo picco.

LA NOTIZIA DA LONDRA

Oggi il governo britannico ha definito il nuovo coronavirus una “minaccia seria e imminente per la salute pubblica” e ha annunciato misure per proteggere la gente. “L’incidenza o la trasmissione del nuovo coronavirus rappresenta una minaccia seria e imminente per la salute pubblica”, ha dichiarato il ministero della Salute in una dichiarazione, spiegando di aver adottato misure per “ritardare o prevenire ulteriori trasmissioni del virus”.

QUI GIAPPONE

I timori di un’espansione del corona virus pesano sull’attività economica in Giappone, in particolare le occupazioni più suscettibili ad un progressivo calo delle spese per consumi. Lo rivela l’indagine governativa ‘Osservatorio di economia’, il cui indice in gennaio è sceso per il secondo mese consecutivo a un livello di 41.8. La flessione è stata ancora più pronunciata rispetto a dicembre, posizionandosi sotto la soglia critica di 50 che demarca il ciclo di crescita dalla fase di contrazione. L’ufficio di Gabinetto nipponico cita tra le ragioni dell’impatto negativo l’aumento della tassa sui consumi introdotta dal governo a inizio ottobre e la drastica flessione riscontrata nelle ultime settimane delle presenze dei turisti stranieri, in particolare i viaggiatori cinesi, così come le cancellazioni dei tour domestici.

LA PAROLA DELLA CROCE ROSSA

In Italia la Croce Rossa, scrive La Stampa, ha già allertato l’Oms sulla possibilità che l’epidemia da Coronavirus acceleri nelle prossime settimane. Secondo il direttore salute della Federazione internazionale della Croce Rossa, Emanuele Capobianchi, “se l’epidemia dovesse varcare i confini cinesi con veri focolai di infezione nessuno, nemmeno in Europa, sarebbe attrezzato ad affrontare una pandemia”.

COME SI MUOVE IL GOVERNO CINESE

Per sostenere la lotta contro il contagio il governo ha annunciato lo stanziamento di ulteriori 10 miliardi di dollari. Ma molte aziende preferiscono non riaprire, e l’industria dell’elettronica fa i conti con i danni dell’emergenza.

CHE COSA SUCCEDE NELLE FABBRICHE

Le autorità cinesi avevano inizialmente riferito che diverse fabbriche avrebbero riaperto i battenti nella giornata di oggi, lunedì 10 febbraio, dopo essere rimaste chiuse per evitare ulteriori contagi. Ma nella provincia di Guangdong, centro manifatturiero cinese più importante, non c’è notizia della riapertura degli impianti. In diverse località, le autorità stanno invitando le aziende a rimanere chiuse fino al prossimo 1° marzo.

IL REPORT DI MORGAN STANLEY

In una nota, gli analisti di Morgan Stanley hanno scritto che l’interruzione della produzione e di conseguenza della catena dell’offerta rappresenta “la principale preoccupazione per l’economia globale, visto che le catene dell’offerta sono ormai integrate, soprattutto in Asia”. Morgan Stanley ritiene che ci saranno conseguenze negative sull’economia mondiale e della Cina nei mesi di febbraio e marzo. Lo stop prolungato alla riapertura delle fabbriche manderà all’aria i piani di produzione di diverse multinazionali? Foxconn, rifornitore di Apple, è tra le aziende che continuano a rimanere chiuse, e diversi analisti stanno già rivedendo al ribasso le stime di produzione degli iPhone di Apple.

LE PAROLE DEL MILIARDARIO CINESE IN ESILIO

Sul bilancio delle vittime – sottolinea La Presse – il sito Forexlive.com riporta l’articolo pubblicato sul sito Mish Talk, che cita a sua volta le indiscrezioni del miliardario cinese Guo Wengui, esiliato in Usa.

https://twitter.com/leaksit/status/1226141302296891393

Wengui smentisce i dati ufficiali delle vittime snocciolati dal governo di Pechino, affermando che i forni crematori stanno lavorando a ritmi 4-5 volte superiori alla norma. I media stranieri segnalano il caso della società funeraria attiva a Hubei, provincia che include la città di Wuhan, focolaio del coronavirus. La società, You Hu, ha riportato di essere sul punto di collassare, tanto il lavoro è insostenibile, a causa delle cremazioni continue, e che ormai i dipendenti dormono al massimo due-tre ore a notte. “Abbiamo ricevuto 127 cadaveri ieri, e ne abbiamo cremati 116. Di questi, per otto di loro il certificato di morte parla di vittime del coronavirus, o anche della polmonite di Wuhan, 48 risultano solo casi sospetti”. Insomma, la documentazione ufficiale non rivelerebbe in molti casi – le conferme sarebbero solo 8 su 116 – il motivo del decesso (che sarebbe il coronavirus). Tanto che il miliardario Guo Wengui ritiene che i veri numeri siano i seguenti: 1,5 milioni di casi di persone infettate (contro 40.000 circa resi noti), e 50.000 morti soltanto nella città di Wuhan (rispetto agli oltre 900 decessi ufficiali nell’intera Cina).

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