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Viaggio nell’Umbria di Mario Draghi

Umbria: a volte anche il paesaggio ben si addice a personaggi del calibro di Mario Draghi che lo amano fino al punto di farne una loro speciale residenza.

L’abito non fa il monaco secondo un antico detto popolare. Ma a volte anche il paesaggio ben si addice a personaggi del calibro di Mario Draghi che lo amano fino al punto di farne una loro speciale residenza.

Forse anche una piccola regione, come l’Umbria, che registra in Italia il maggior numero di monumenti, di beni culturali per chilometro quadrato, un po’ contribuisce a farlo quell’abito.

Senza alcuna retorica o campanilismo, da parte di chi come la cronista è umbra di origine, quel percorso un po’ mozzafiato tra le chiese in mattoni rossi della Panicarola, che costeggia il lago Trasimeno e corre parallelo al confine con la Toscana verso Po’ Bandino e Città della Pieve se sorprende per la sua quieta bellezza ogni volta chi è umbro di origine, figuriamoci quanto abbia colpito un raffinato e riservato personaggio come Draghi.

Città della Pieve, descritta come borgo in ogni talk tv, in realtà si chiama “Città” proprio perché questo status glielo dette Papa Clemente VIII. Non è il borgo ma la “Città” dove nacque da una facoltosa famiglia “Il Perugino” , gran pittore rinascimentale, ritenuto maestro di Raffaello, i cui affreschi sono nel Duomo.

Al “Perugino” è dedicato il bel Corso Vannucci a Perugia che ne custodisce molte importanti opere. ll sindaco di Città della Pieve, Fausto Risini, ex Pci-Pds- Ds eletto a capo della lista civica “Liberamente”, con il sostegno della Lega e del cdx, nell’Umbria della civile alternanza dopo 60 anni di potere rosso, ha già conferito a Draghi la cittadinanza onoraria, aspetta solo che il Covid batta finalmente in ritirata per potergliela conferire come “Il Perugino” comanda. E auspica, intanto, che il suo illustre ospite, ex presidente della Bce, porti il modello di vita della sua Città della Pieve a livello nazionale.

Le colline umbre sono dolci, la campagna è stupenda ma anche umile allo stesso tempo. Ben si addice allo stile Draghi che qui soprattutto avrebbe voluto vivere dopo il fine mandato alla Bce. È proprio nel casolare alle porte di Città della Pieve che è stato raggiunto dalla telefonata del Capo dello Stato ed è qui che come può continua a tornare.

È sempre qui, che, secondo il sito umbro Umbrialeft.it di Alberto Giovagnoni, avrebbe ricevuto Matteo Renzi il 3 gennaio scorso, quando lo stesso sito titolò “Il nuovo governo si fa alla Pieve”.

Vero, falso? Il sindaco Risini: “Sono solo voci”. Chissà. La quiete della campagna umbra potrebbe riservatamente custodire molti segreti. E comunque sia, non chiamatelo, per favore, “borgo”. Si chiama “Città” per status papale. Come lo stesso status è conferito alla vicina più grande Orvieto, sul cui stesso asse il sindaco Risini sottolinea con orgoglio di essere.

Non borghi, secondo un ‘iconografia semplicistica un po’ provinciale alla “romana” dei nostri giorni, ma “Città” per la loro storia scolpita nelle opere d’arte che le tappezzano.

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