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Parlamento Ue Munizioni

Via libera dal Parlamento Ue al piano per la produzione di munizioni (anche con fondi Pnrr)

Oggi il Parlamento europeo ha approvato il mandato negoziale sul regolamento per aumentare la produzione europea di munizioni e missili stanziando 500 milioni di euro dal bilancio dell’Ue. Respinti gli emendamenti Pd per escludere uso fondi Pnrr

 

Il Parlamento europeo ha respinto gli emendamenti presentati dal gruppo dei Socialisti e democratici (sostenuti dalla delegazione del Partito Democratico) che richiedevano l’esclusione dell’uso dei fondi del Pnrr e del piano Coesione per il piano munizioni Ue.

Con 446 voti a favore, 67 contrari e 112 astenuti, oggi l’Eurocamera ha approvato la legge a sostegno della produzione di munizioni Ue (Asap) per rafforzare la capacità produttiva europea ideata per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina.

Grazie all’introduzione di misure specifiche, tra cui un finanziamento di 500 milioni di euro, l’Asap mira a potenziare la capacità produttiva dell’Ue per far fronte all’attuale carenza di munizioni, missili e loro componenti.  Il piano consente inoltre di utilizzare, per tali progetti, i fondi di coesione e i fondi del Recovery and Resilience Facility. “I Paesi membri che lo desiderano potranno utilizzare parte dei fondi del Pnrr per le munizioni” aveva sottolineato infatti il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, presentando il nuovo piano a inizio mese.

Dopo il voto di oggi i gli eurodeputati inizieranno i negoziati con il Consiglio, con l’obiettivo di raggiungere un accordo politico, così da votare poi il testo finale durante la sessione Plenaria di luglio.

Tutti i dettagli.

IL PIANO ASAP

Lo scorso 3 maggio la Commissione europea ha presentato la legge Asap e lo stesso mese gli europarlamentari hanno concordato di avviare la procedura d’urgenza del Parlamento per accelerare l’approvazione del disegno di legge.

La legge a sostegno della produzione di munizioni (Act in Support of Ammunition Production – Asap) mira ad accelerare la consegna di munizioni e missili all’Ucraina e ad aiutare gli Stati membri a rifornire i loro arsenali. La Commissione europea identificherà, mapperà e monitorerà continuamente la disponibilità di questi prodotti per la difesa, dei loro componenti e dei corrispondenti input di materie prime. La proposta stabilisce meccanismi, principi e norme temporanee per garantire la disponibilità tempestiva e duratura di questi prodotti per la difesa per i loro acquirenti all’interno dell’Unione europea.

L’efficacia di questo regolamento sarà valutata entro la metà del 2024, tenendo conto dell’evoluzione del contesto di sicurezza. Sulla base dei risultati, si potrà prendere in considerazione l’estensione di queste misure e l’assegnazione di un budget aggiuntivo.

LA QUESTIONE DELLE RISORSE

In base al piano pubblicato il 3 maggio, la Commissione europea ha proposto di fornire 500 milioni di euro per finanziare l’espansione della capacità delle fabbriche di armi che producono munizioni e missili, per ricostituire le scorte e garantire un sostegno continuo all’Ucraina.

Come ha riassunto l’Ansa, lo schema di finanziamenti è composto da un fondo da 500 milioni di euro dal bilancio comunitario (260 milioni saranno traslati dal Fondo europeo della difesa e 240 milioni dal Fondo per gli appalti Edirpa), quote di co-finanziamento Ue fino a un massimo del 60% a progetto, e risorse da reindirizzare dai Pnrr e dalla politica di coesione.

La mossa proposta per ridistribuire i fondi dal bilancio comune dell’Ue è di sicuro la più controversa, aveva commentato il Financial Times, che ricorda come il Trattato istitutivo dell’Ue vieti la spesa diretta per la difesa dal bilancio dei Ventisette.

SI DIVIDONO I POLITICI ITALIANI

Ed è proprio su questo nodo che i politici italiani si sono divisi.

Sono stati infatti respinti gli emendamenti presentati dal gruppo dei Socialisti e democratici (sostenuti dal Pd) che richiedevano l’esclusione dell’uso dei fondi del Pnrr e del piano Coesione.

“Spero che oggi al Parlamento Europeo le forze politiche della destra italiana decidano di supportare i nostri emendamenti per escludere PNRR e fondi di coesione dalle risorse utilizzabili per la produzione di munizioni, se non lo faranno la battaglia si sposterà in Italia e in seno al Consiglio per impedire che il governo e i Paesi Membri usino i fondi destinati ad obiettivi sociali e ambientali per questa finalità, per noi non sarebbe accettabile” aveva preannunciato Brando Benifei capodelegazione degli Eurodeputati Pd al Parlamento Europeo”. “La linea della delegazione del Partito Democratico all’Europarlamento è sempre la stessa: come ha detto ieri la nostra Segretaria, il Pd insieme al Gruppo dei Socialisti e Democratici continua a sostenere il popolo ucraino con ogni mezzo necessario”.

Nello specifico, ieri la segretaria del Pd Schlein aveva sostenuto: “Non è per noi accettabile utilizzare le risorse Pnrr e coesione per produrre munizioni e armamenti”.

Tuttavia, “I partiti che sostengono l’esecutivo Meloni hanno deciso di non escludere Pnrr e fondi di coesione sebbene nelle scorse settimane il governo avesse fatto sapere che l’Italia non intende cambiare la destinazione dei finanziamenti che riceverà” riassume Open.

SPACCATO IL PD

E ora la delegazione italiana dei socialisti e democratici si divide sul voto al piano munizioni Ue. Dopo la bocciatura degli emendamenti che chiedevano lo stop all’uso dei fondi Pnrr e di Coesione per l’acquisto di armi e munizioni — segnala l’Ansa — la maggioranza della delegazione, sei europarlamentari, incluso il capodelegazione Pd Brando Benefei, hanno supportato il piano della Commissione. In S&D contrario Massimiliano Smeriglio (non è del Pd). Astenuti invece Piero Bartolo, Camilla Laureti, Alessandra Moretti, Patrizia Toia e Achille Variati.

In realtà Patrizia Toia e Alessandra Moretti hanno fatto sapere tramite una nota che la loro non doveva essere un’astensione, ma un voto a favore. Lo fanno sapere le due eurodeputate Pd in una nota in cui parlano di errore tecnico.

DA M5S E VERDI VOTI CONTRARI

Dunque, nelle altre delegazione italiane il centrodestra ha votato compatto a favore, mentre il Movimento 5 stelle e i Verdi hanno votato contro.

Il Movimento cinque stelle “è stata l’unica forza politica che oggi al Parlamento europeo ha votato contro il regolamento a sostegno della produzione di armi, perché noi, e solo noi a quanto pare insieme a Papa Francesco, siamo profondamente convinti che questa folle corsa al riarmo non è assolutamente la strada giusta per costruire un futuro di pace in Europa e nel mondo. Le altre forze dell’opposizione italiana si sono infatti divise oggi all’eurocamera su questo provvedimento. Le forze che invece compongono la maggioranza di governo italiana hanno respinto gli emendamenti che richiedevano l’esclusione dell’uso dei fondi del Pnrr e del piano Coesione per produrre armi, a dimostrazione che le rassicurazioni del governo Meloni su questo argomento non sono affatto attendibili” hanno dichiarato i deputati e i senatori del M5s delle commissioni Politiche europee di Camera e Senato.

Per l'”ambiguo” Pd arriva la stoccata da Nicola Fratoianni, a margine del flash mob organizzato dal gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra davanti a Montecitorio: “Non si può essere contrari e votare a favore. Ci sono cose che in politica sono più semplici di quanto si possa immaginare”.

 

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