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Wagner Jean

Vi spiego le ultime mosse di Putin e Zelensky. Parla il generale Jean

L'economia della Russia in forte difficoltà, la guerra portata avanti per la sete di potere di Putin: l'annessione delle 4 regioni ucraine cela il flop della Russia in Ucraina. E la mossa di Zelensky per un'adesione accelerata alla Nato non è fattibile.... L'analisi del generale Carlo Jean

Generale Jean, cosa cambia dopo l’annessione delle quattro regioni ucraine (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson) proclamata da Putin?

Putin ha dato sostanza alla sua minaccia di considerare i territori occupati dalle truppe russe parte della Russia. Un attacco a questi territori, quindi un contrattacco ucraino, sarebbe considerato un attacco alla Russia per il quale la dottrina militare russa prevede che, in caso di insuccesso delle forze convenzionali, possano essere usate anche le armi nucleari.

Quindi si fa più con concreta la minaccia nucleare?

Ma a mio avviso sarebbe una completa pazzia perché le armi nucleari sono molto efficaci contro le città ma contro le truppe, soprattutto truppe con mezzi corazzati e mezzi protetti, lo sono molto meno. A esclusione che non siano utilizzate in grande numero. Teniamo conto che la Nato durante la guerra fredda aveva in Europa ben 7mila armi nucleari che venivano predisposte in pacchetti di 50, 100 testate nucleari per volta. Ma la Russia non penso che possa fare una cosa simile perché si giocherebbe il sostegno della Cina, dell’India e di tutto il resto del mondo.

L’annessione delle Repubbliche è stata usata per celare il flop della guerra?

Questo è chiaro. Putin è disperato perché, se le democrazie possono perdere una guerra e non cambiare regime politico, le autocrazie che perdono la guerra cambiano regime politico. E generalmente gli autocrati non perdono solo il potere ma ci lasciano anche la pelle.

Si allontana o si avvicina la prospettiva di una trattativa per la fine della guerra?

L’Ucraina non potrà mai accettare di perdere un quinto del suo territorio. Nessuno Stato lo accetterebbe, tanto più che l’Ucraina è gasata dal risultato che ha ottenuto a sud di Charkiv. L’opinione pubblica ucraina, imbaldanzita dal successo della controffensiva a nord, ben difficilmente potrebbe appoggiare una trattativa che consideri l’annessione di territori.

Il presidente Zelensky ha rilanciato dicendo che chiederà l’adesione accelerata alla Nato.

Queste sono chiacchiere. Non è fattibile. Basta che un membro della Nato rifiuti e l’adesione alla Nato non è possibile. E finché c’è la guerra anche gli USA non accetteranno di dare copertura con il loro ombrello nucleare all’Ucraina.

Si contano quattro falle nel gasdotto Nord Stream. In che modo può reagire l’Ue?

L’Europa deve affrancarsi completamente dal gas russo. La distruzione del gasdotto non cambia nulla. Ormai è da un mese che Nord Stream 1 non era in funzione. Il fatto che sia stato sabotato e che ben difficilmente potrà essere rimesso in funzione non cambia la situazione. La Germania ha fatto cinque rigassificatori, di cui alcuni molto grandi, di conseguenza si è affrancata dall’importazione di gas dalla Russia. Eccezion fatta per quella porzione vincolata da contratti molto stringenti che comunque continua a fluire tramite Bielorussia, Polonia o attraverso il gasdotto dell’amicizia dell’Ucraina.

Secondo lei chi è stato a sabotare i gasdotti?

A mio avviso la Russia. Ben difficilmente una democrazia occidentale può fare un’operazione di quel genere. Le democrazie possono imporre sanzioni, penalizzare le società che continuano a importare gas russo, metterle fuori mercato, impedire alle altre società che hanno contatto con queste società di agire nel loro paese, di avere prestiti o coperture assicurative. Queste operazioni militari sono ben difficili nelle democrazie perché prima o poi si scopre chi è stato. Pensi un po’ se un sabotatore della marina dovesse mettere 500kg di tritolo e avere le prove di averlo fatto, immagini quanti soldi potrebbe pretendere per tenere il segreto su questa notizia.

Proseguire sulla strada delle sanzioni poterà a un esito positivo per Usa e Europa?

Sicuramente le sanzioni hanno un costo però hanno un effetto disastroso sull’economia russa. Tutte quelle balle che racconta Salvini non stanno né in cielo né in terra. Salvini fa riferimento alla bilancia commerciale russa che è positiva ma perché la Russia non riesca e importare più niente. Ha gli aerei fermi, le automobili Renault, la cui fabbrica è stata nazionalizzata, vengono fornite senza condizionamento d’aria. Anche l’industria militare russa che dipende molto dalla componentistica tedesca soffre grandemente perché i russi non riescono più a produrre bombe a guida laser. L’economia russa nel suo complesso ha un calo dell’11/12% del PIL.

Però il rublo sta tenendo.

La governatrice della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, è un genio finanziario che è riuscita a tenere in piedi il rublo in una maniera davvero brillante, però ha confessato a un suo amico inglese che la Russia per riprendersi dalle sanzioni e dal ritiro delle compagnie occidentali avrà bisogno di dieci anni, soprattutto per ciò che concerne l’industria ad alta tecnologia.

Che esito ha avuto la mobilitazione dei riservisti?

Le rispondo così. Di solito si scappa da un territorio quando la propria patria è invasa da un nemico. Nel caso russo centinaia di migliaia di persone sono scappate dal proprio paese che ne ha invaso un altro. In un mese sembra che siano scappate 260mila persona, un caso più unico che raro.

La Russia si sente all’angolo? Come si fa a trovare una via d’uscita senza arrivare allo scontro frontale?

La guerra ormai non è più combattuta per la Russia ma per il potere di Putin. Un autocrate non può perdere la guerra perché perde il potere se non la vita. L’occidente da parte sua riesce a resistere. Certo stiamo avendo problemi con il costo dell’energia ma nel 2022 il Pil italiano aumenta del 3%. Il Pil russo, che nel 2022 doveva aumentare del 2,5%, sta diminuendo dell’11%. La Russia non avrà carenza di pane e carburante ma le industrie ad alta tecnologia stanno saltando.

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