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Premierato

Vi racconto le ultime baruffe politiche di carta

Che cosa succede nel governo? E cosa succede fra maggioranza e opposizioni? I Graffi di Damato

 

Per quanti danni, disagi e paure stia procurando il maltempo, è forte la tentazione di festeggiare il ritorno della neve per il senso di liberazione che procura da un’estate torrida vissuta in tutti i sensi, anche quello politico. Un’estate in cui si sono inseguite notizie vere o presunte, retroscena e processi alle intenzioni come in una gara a chi o cosa potesse intossicare di più i rapporti persino fra le istituzioni.

Ancora oggi l’Unità – raccogliendo umori in quell’amalgama non riuscito che continua ad essere il Pd, a distanza di tanti anni dalla certificazione datane da Massimo D’Alema commentando le dimissioni di Walter Veltroni da segretario – spara in prima pagina su o contro la premier Giorgia Meloni che “sfida Mattarella”, opponendo ai suoi inviti all’”accoglienza” dei migranti nuove “misure di polizia”.

Un’altra sfida della Meloni al presidente della Repubblica era stata individuata e denunciata domenica scorsa dalla Stampa nel “silenzio assordante” opposto al discorso di Rimini, ospite dei ciellini, allusivo anche all’”odio” avvertito verso “i diversi” nel libro del generale Roberto Vannacci sul “Mondo al contrario”.

Il Foglio – che con l’Unità condivide solo il fatto di essere stato fondato dal figlio, Giuliano, di un direttore in un certo senso storico del giornale quand’era organo ufficiale del Pci, Maurizio Ferrara, marito della segretaria di fiducia di Palmiro Togliatti – spara invece sulla guerra pur metaforica che il vice presidente leghista del Consiglio Matteo Salvini avrebbe ripreso contro l’amico e collega di partito Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, nella preparazione della manovra, legge di bilancio e quant’altro. “Accise, benzina, Ponte: il leader della Lega – spiega Il Foglio – contraddice la cautela del Mef”, l’acronimo del Ministero dell’Economia e Finanza, “che chiede maggiori tagli ai ministri” con il consenso convinto e dichiarato della premier in partenza per Caivano, su invito del parroco alle prese con una comunità degradata e sorpresa dallo stupro delle cuginette.

Anche sulla partenza della Meloni per Caivano naturalmente le opposizioni, particolarmente quelle del Pd e delle 5 Stelle, hanno avuto e hanno da ridire, in attesa – temo – di strattonare anche su questo terremo il capo dello Stato per qualche esternazione strumentalizzabile contro il governo, o direttamente contro chi lo guida.

Sono le code tossiche di questa estate “militante”, per ripetere un aggettivo applicatole con compiacimento dalla segretaria piddina Elly Schlein che Augusto Minzolini sul Giornale ha citato nel titolo dell’editoriale temendo che gli succeda un “autunno rovente”. Bentornata, anche per questo, alla neve in Valle d’Aosta. E alla pioggia torrenziale altrove.

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