Il commissario UE all’Economia, Pierre Moscovici, è stato a Roma per una due giorni di dibattiti a porte chiuse organizzata da un pensatoio internazionale e dedicata ai rapporti Italia-Francia. E ieri sera si è fatto intervistare in tv da Corrado Formigli su La7. L’arrivo di Moscovici a Roma non ha mancato di creare qualche grattacapo. Ecco perché.
LA COMMISTIONE DI RUOLI DI MOSCOVICI
Moscovici è indubbiamente un ospite di rilievo. Non è chiaro, tuttavia, a che titolo intervenga: come euro-commissario, come politico francese o come libero pensatore? Il tema della conferenza a cui ha aderito induce a prendere per buona la seconda ipotesi, ma la risposta non può dirsi certa né definitiva. Moscovici, infatti, si caratterizza per una commistione di ruoli. Ciò è a sua volta causa di significativi problemi a pochi giorni dall’invio del testo della finanziaria a parlamento e Commissione UE.
GLI ATTACCHI DI PARIGI
A funestare la discussione sulla manovra, fin dalla nota di aggiornamento del DEF e ieri con la lettera di Bruxelles, contribuiscono – e non poco – gli attacchi di Parigi. Attacchi portati avanti tanto per il tramite di politici in prestito a Bruxelles (Moscovici) o al Fondo Monetario Internazionale (Lagarde), quanto per il tramite di elementi parigini in servizio effettivo (Le Maire). Ambienti vicini a Moscovici, in particolare, non hanno esitato pochi giorni fa a far filtrare alla Reuters un giudizio particolarmente severo – “follia totale” – sul testo del nuovo DEF. Diversa appare invece la postura assunta dalle burocrazie alte, vale a dire dai funzionari-chiave di Commissione e Fondo.
LA PARTITA TUTTA POLITICA DI MOSCOVICI
Specie i primi si attengono a un rigido silenzio, segno che preferiscono restare sottotraccia in attesa di capire, l’anno prossimo, i contorni della nuova mappa politica europea. Per contro, la partita che gioca Moscovici appare tutta politica. Il politico, in lui, fa premio sull’eurocrate.
I RAPPORTI TOSTI CON SALVINI
Moscovici è infatti prima di tutto un francese, e solo in seconda o terza battuta un commissario di Bruxelles. Anche Moscovici, come Macron, ha tutto l’interesse a riprodurre su scala europea la dinamica binaria (Macron vs. Le Pen) che agevolò a Macron la scalata all’Eliseo nel 2017. Non si perita, pertanto, di arroventare lo scontro con Matteo Salvini.
LE RELAZIONI CON I PENTASTELLATI
Sui grillini la semantica è appena più sfumata. Non, si badi, per insospettabili simpatie grilline, bensì per il fatto che M5S non ha ancora scoperto le proprie carte sulle Europee, pur essendo ormai il flirt con Macron un’ipotesi da archiviare.
LA POSSIBILE TORSIONE ANTI-EUROPEISTA
Il gioco di Moscovici non è privo di rischi. Se i toni tra Bruxelles e Roma non rientrassero su livelli fisiologici e se il giro di vite sui mercati fosse troppo energico, un possibile effetto sarebbe infatti quello di determinare una torsione anti-europeista che finora né grillini né leghisti hanno avuto in agenda.